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Channel: a clacca piace leggere...
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e adesso?

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e ora quello che mi fa più paura sono le parole di chi dice che siamo in guerra, di chi fomenta l'odio, di chi vuole fare di tutta l'erba un fascio, di chi vuole mettere la gente su due fronti, ognuno pronto a sparare. la fede, di qualsiasi tipo, è una cosa, il fanatismo violento è un'altra. quello che è successo ieri non è soltanto un attentato contro charlie hebdo, contro delle persone, contro le loro idee, contro la libertà di parola e di pensiero, contro la satira, contro la democrazia, ma sopratutto è un attacco enorme alla già difficile coesistenza di culture e fedi diverse. se questo porterà a guardare con sospetto qualsiasi "altro", allora avranno vinto davvero.


silvia ziche

viola giramondo

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al destino uno può pure non crederci. io prima non ci credevo nemmeno un po', però poi negli ultimi mesi sono successe cose tanto incredibili e belle che, pure a voler mantenere tutta la razionalità da pensatori illuminati del ventunesimo secolo, non si può non cambiare idea. almeno un pochino.

questo post me lo trascino dietro da circa la fine di quest'estate. perché è difficile riuscire a scrivere così di questo libro (odio il termine graphic novel. fatemelo chiamare libro), che oltre a essere un libro bellissimo è stato anche un bellissimo regalo, arrivato assolutamente a sorpresa da un carissimo amico, una persona importante che a raccontare la storia non si finisce più. riassumendo al massimo, questo libro è arrivato a me attraverso una strada tortuosa e assai improbabile e che per me è una delle tante, piccole ma significative dimostrazioni che se non è il destino a esistere, allora non si possono negare i legami veri tra persone che nonostante tutto non possono mai separarsi davvero.
tutta questa solfa e non ho ancora neanche detto che questo libro, che è entrato nel mio scrigno dei tesori è viola giramondo, della tunué, casa editrice che dopo il mio primo approccio, nell'ormai lontano indimenticabile (beh, l'unico luccacomics della mia vita fino ad ora, concedetemelo) 2006, mi sembrava una fabbrica di roba inutile e che con questo libro, otto anni dopo, mi ha fatto ricredere parecchio (e c'ho anche sandoval da recuperare, mi ispira molto e voglio provare a leggere qualcosa, ma andiamoci piano...).


viola giramondo racconta in tre episodi la vita di una ragazzina e della sua strana, allargatissima e multietnica famiglia circense: il padre, entomologo - di necessità si fa virtù - divenuto domatore di insetti per amore della mamma di viola, una dolcissima (e golosissima) gigantesca donna cannone. poi lo zio che sembra cattivo ma è solo un burbero dal cuore tenero, il nonno saggio e silenzioso, i clown, l'amico acrobata samir...


insieme a loro, e agli incontri illustri e non che farà durante i suoi viaggi, viola imparerà a comprendere e apprezzare la bellezza e l'importanza di quello che la circonda e la meraviglia di esistere.


c'è henri toulouse lautrec entusiasta piccolo e buffo pittore, pieno di promesse non mantenute, qualche nemico e una bellissima fidanzata, che con i suoi dipinti pieni di entusiasmo per la vita e la bellezza, aiuterà viola a rendersi conto che quello che la rende diversa da tutti gli altri è anche il motivo della sua felicità...


dopo il frenetico incontro con il pittore parigino, viola conoscerà un maestro della musica classica e sinfonica, il compositore antonín dvořák, un amante della natura e della poesia tanto quanto della libertà, che nonostante le apparenze rotondette e paciose saprà correre dei rischi per difendere chi ha bisogno dei suo aiuto...
le sue parole nel fumetto sono un vero e proprio inno alla contemplazione e all'armonia tra noi stessi e la terra...


in questo capitolo ci sono tavole che sono dei piccoli capolavori, paesaggi infiniti di colori incredibili e spazi aperti. e parole bellissime che a pensare quanto sono vere il groppo in gola non ve lo toglie nessuno.
davvero poesia.


la terza e ultima storia è la più commovente e mi ha rubato un paio di lacrimucce. è qui che scopriamo la storia di viola... prima di viola, come i suoi genitori si sono conosciuti, com'era agli inizi il cirque de la lune... è la storia di un viaggio di trent'anni prima e di un viaggio, di ritorno, di oggi.
ed è una storie di storie, vissute, raccontate, ricordate, lette e scritte.
è un capitolo dolceamaro, con la malinconia delle cose che finiscono e la consolazione di ricordare tutti i momenti belli passati insieme, pieno di saggezza e di amore totale, senza se e senza ma, per la vita.


questo libro poi è arrivato in un momento in cui ho cominciato finalmente a vedere tutto in modo diverso. più bello, con più speranza e meraviglia. una cosa del tipo camminare per la città in cui vivi da sempre e sentirti in vacanza in un posto nuovo. certo, ci sono alti e bassi, ma quelli capitano per tutti, no? ma quello che conta è superare i momento difficili, magari concedendosi una coccola, e poi ricominciare. ed è perché ho accanto chi mi sostiene che tutto è possibile. e mi fa venire voglia di ringraziare, sempre, per ogni momento. e quando trovo letture che riflettono questo mio sentire, questa specie di nuova fiducia della vita e blabla, mi sento davvero felice. viola giramondoè un pezzettino di tutta questa felicità. ecco perché è un libro così importante per me.



post pubblicato originariamente qui.

un giorno in cui è successo di tutto, ma tipo che c'era anche zerocalcare a palermo...

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cose che uno passa mesi a lamentarsi dalla noia che non succede mai niente, e poi, bum, in un giorno capita di tutto! ora magari sembrano piccole cose per alcuni, ma mi hanno fatto passare una giornata bellissima ieri.
tipo.
ieri mattina finalmente, dopo vicissitudini al limite della fantascienza grazie all'incredibile inefficienza della posta, è arrivata la manticora che avevo cucito a casa dei manticorini.

©gruppo manticora

ora, per chi non sappia chi sono i ragazzi del gruppo manticora, evitiamo le 30 autoflagellazioni di scuse, però andate a vedere il loro blog e poi recuperatevi le recensioni dei loro libri che scrissi qui, qui e qui.
a loro è piaciuta tanto e io sono felicissima che sia così! andrà in giro con loro per le fiere di fumetto eccetera, quindi se la incontrate magari fatele una foto e mandatemela (o taggatemi su instagram) che mi fa piacere sempre! di pomeriggio sono andata con il mio amore al teatro mediterraneo occupato (si trova in un capannone di quella che una volta era la fiera del mediterraneo. un bel posto e sopratutto una bellissima idea quella di recuperare spazi che la nostra disgustosa amministrazione lascia marcire inutilmente) dove zerocalcare ha presentato dimentica il mio nome, il suo ultimo (per ora) fumetto e il primo che io ho letto (sempre grazie al meraviglioso uomo che me l'ha regalato per il compleanno qualche mese fa).


siamo arrivati prima possibile e ci siamo piazzati in prima fila tenendoci strette le sedie per più di un'ora prima che cominciasse la presentazione. e quindi sono riuscita a vedere e sentire qualcosa.
come si vede dalla foto qui sotto, anche se lo spazio è davvero grande, c'era tantissima gente, praticamente era davvero difficile riuscire a muoversi. per chi se lo stesse chiedendo, sì, io sono l'unica sfigata tagliata a metà sul margine destro della foto.

©tmo-teatro mediterraneo occupato

nonostante la febbre a 39, sostenuto, testuale, esclusivamente dal paracetamolo, zerocalcare ha parlato per circa un'ora di tutto: di dimentica il mio nome, inteso sia come storia personale, come racconto intimo di un momento importante della sua vita, sia come momento cruciale nel suo percorso da fumettista, una sorta di summa delle sue esperienze fino ad ora e anche il passo avanti rispetto a quelli che sono stati i suoi lavori precedenti (che io devo ancora leggere!); ha parlato ovviamente di kobane, della sua esperienza e del reportage che ha pubblicato qualche settimana fa con l'internazionale, e del desiderio di tornare lì e realizzare un altro reportage della situazione di kobane dopo la liberazione dall'occupazione. manco a dirlo, io ci spero parecchio, perché ho trovato davvero bello e delicato il racconto su kobane, nonostante la dose di ironia e parolacce tipiche di zerocalcare, e mi piacerebbe vedere, allo stesso modo, cosa sta succedendo adesso.


dopo la conferenza, zerocalcare, sergio algozzino e il collettivo peeshow hanno realizzato delle tele e dei dipinti. il nostro tentativo di fotografarli non è stato riuscitissimo, ma mentre eravamo in coda per le dediche il mio amore è riuscito a scattare questa foto qui. per vedere le altre, vi consiglio un giro sulla pagina facebook del tmo.
dicevo, la coda per le dediche. è stato un casino, siamo rimasti in piedi dalle 19 alle 22 in mezzo al casino, e non siamo neanche riusciti a goderci per bene il concerto organizzato dal gruppo fumusic (non riesco a trovare un link, ma in ogni caso è una bellissima sperimentazione tra musica e fumetto) anche se posso vantarmi di avere l'unico uomo che mi ha fatto ballare in mezzo a una folla incredibile tipo sardine dentro una scatola (noi siamo piccini e possiamo anche questo!)


con la schiena a pezzi, stanchi morti e con la batteria del cellulare all'un percento siamo riusciti a conquistare la tanto agognata dedica! e a immortalare il momento. non so se si vede bene, ma sì, c'è un mio disegnillo lì. il mio ragazzo mi ha convinta a farlo per riuscire a creare una sorta di dedica a due mani. avevo il timore di peccare di superbia, ma alla fine è riuscita una cosa carina.


ed eccola qui, in tutto il suo splendore! la storia dei tortellini crudi all'epoca mi fece ridere per ore, e fu una delle prime tavole che lessi sul suo blog, quindi dovevo per forza di cose fare questa scemenza.
e adesso posso bullarmi di avere un disegno più che unico?


se tutto questo non fosse stato abbastanza, tornata a casa ho trovato il pacchetto spedito dallo shop di paninicomics. dopo mesi e mesi di astinenza sono riuscita a recuperare un po' di arretrati, sopratutto gli ultimi tre volumi di jammin' apollon per i quali rosicavo da un po'.

spero che dopo tutto questo, il karma non mi si rivolti contro!


post originariamente pubblicato qui.

momo

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in questo periodo non riesco a trovare mai il tempo per svaccarmi a letto e dedicarmi a un buon libro, paradossalmente quando dovevo fare avanti e indietro con il treno e gli autobus riuscivo a leggere molto di più anche se avevo meno possibilità di stare a casa, ma qualche giorno fa ho finito di leggere un libro bellissimo, che desideravo da anni e che mi è stato prestato da un mio amico (con le parole sottolinea quello che ti piace. ecco. io detesto quelli che trattano i libri come reliquie. mi piace che sui libri ci siano i segni di chi li ha letti ed amati. e più mani e occhi ci son passati sopra, più quei libri sono belli e unici). 


momo, di michael ende, è una favola bellissima, un'avventura che parla di tempo e di vita.
il tempo da dedicare a se stessi e agli altri, il tempo per le cose che ci rendono felici, il tempo che davvero scandisce la nostra esistenza e la rende degna di essere vissuta.
come tutti i libri per bambini che si rispettano (e cioè quelli che non partono dal presupposto che i bambini sono stupidi e quindi si accontentano di qualsiasi scemenza), momo si può leggere a qualsiasi età e regala insegnamenti ed emozioni su piani differenti: l'avventura incredibile di una bambina strana, senza famiglia e senza regole e convenzioni, che riesce a salvare gli uomini dai ladri di tempo, i temibili signori grigi con i loro sigari sempre accesi, che sa inventare giochi incredibili senza aver bisogno di giocattoli ipertecnologici e che sa ascoltare le persone al punto da saper tirare fuori la parte migliore di ognuno, persino quella che nemmeno il suo proprietario conosceva prima.
ma è anche un racconto poetico che si lascia godere parola per parola per la bellezza delle immagini e delle sensazioni che suscita, come solo i bei romanzi sanno fare.


questo libro dovrebbe colorarsi di tante sottolineature, di note a margine, di orecchiette agli angoli e di bigliettini. ogni copia dovrebbe avere nella prima pagina tanti nomi di lettori, dovrebbe essere prestato e consigliato più e più volte, dovrebbe essere condiviso e letto ad alta voce ed essere ascoltato.
ho trovato una frase bellissima tra le righe:


non credo che leggere da soli momo vi distruggerà, ma credo che condividere questa storia con chi non la conosce ancora sarà molto più bello


post pubblicato originariamente qui.

ritorni in grande stile: resoconto etnacomics 2015

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niente.
non ce la posso fare.
appena esco fuori da claccalegge non riesco più a combinare niente di buono. non riesco proprio a scrivere niente, non mi sento a casa, non mi sento una blogger e blabla. il mio esperimento è fallito, ma in un certo senso sono contenta, ho capito che in fondo l'idea di andare via da qui era un po' scema. e niente. sono tornata.
non ho idea di come andrà, se riuscirò a scrivere con una certa periodicità, se scriverò recensioni decenti, se non vi ammorberò di altra fuffa non necessariamente legata a letture e considerazioni e e e.
però.

il primo post per festeggiare questo - si spera gradito - ritorno, lo volevo dedicare a un mini resoconto semiserio sul mio primo etna comics, nonché la mia prima fiera di fumetti dall'ormai storica lucca c&g 2006.

per chi si scoccia di leggere tutto il resto: mi sono divertita un casino e non vedo l'ora di rifarlo!

ora, potrebbe anche sembrare che da palermo a catania il viaggio sia breve e semplice, un paio di ore di macchina e si arriva, che ci vuole.
già.
ma qualche tempo fa, con assoluta nonchalance e altrettanta mancanza di tempismo e buon gusto, è crollato un pezzo di autostrada. letteralmente.
per cui quello che prima era un viaggio di un paio di ore, magari sotto il sole che ti faceva arrivare abbronzato solo dal lato del finestrino e rincretinito come se ti fossi appena svegliato da un post-sbornia pesante, è diventato un viaggio di quattro ore e mezza (partendo da fuori palermo, altrimenti avremmo tranquillamente superato le cinque ore), tra le amene curve tra boschi delle madonie e caratteristici paesini dell'entroterra.
cosa che all'andata non ha comportato problemi alla sottoscritta, anzi, da culopeso senza patente mi sono parecchio goduta il paesaggio, mentre al ritorno mi ha regalato una nausea fenomenale, robe che da vent'anni non mi succedeva di star male in auto, nave, aereo, pullman, cammello, funivia o qualsivoglia mezzo di trasporto vi possa venire in mente.
ma non divaghiamo.

etna comics! la gioia! la felicità! l'entusiasmo! gli incontri! lo shopping sfrenato! awww... mi sono divertita da morire, no, di più, ho passato quattro giorni a saltellare in preda all'entusiasmo sfrenato (e a bestemmiare contro la gente ingombrante e puzzolente, ovvio. non è che di punto in bianco smetto di essere una brutta persona).


ovviamente appena arrivata mi sono appiccicata allo stand disney, ho urlettinato fangirlisticamente per un quarto d'ora circa, ho comprato l'universo e poi mi sono messa in fila per un disegnillo di enrico faccini (è uscito topolino fluo edition con le sue storie. ed è bello assai. e se non ve lo comprate siete brutti.) ora. io, so che non ci crede nessuno, ma io ci sto poco a diventare rossa e a bloccarmi tipo idiota quando mi trovo in queste situazioni. e il disegnillo è tipo bellissimo. e credo di essere stata fotografata (cosa che mi imbarazza in contesti standard, figuriamoci così)... e in tutto questo c'era pure catenacci alias bertoni alias uno dei miti della mia adolescenza da pker! se mi misuravano la pressione in quel momento come minimo mi ricoveravano... ho sudato tipo sauna svedese, seriamente, e ho pensato se cominciamo così io non ci campo quattro giorni.

oltre a girellare per gli stand, ovviamente siamo andati anche alle presentazioni. un sacco di presentazioni. e conferenze. e e e. ora, io credo che la nostra presenza assidua in prima fila, la mia faccia tra l'entusiasta e la cocainomane e i cuoricini spruzzati da ogni poro abbiano contribuito al fatto che arrivati all'ultimo giorno di fiera era un continuo farsi ciao ciao con la manina e sorrisi e peace and love... perché la vita reale non è sempre così? valentina de poli, perché non sei la mia vicina di casa?

sono sincera: un po' ho sempre pensato che le conferenze erano roba noiosa e che alle fiere uno dovrebbe stare in giro a far casino, guardare cose, incontrare gente eccetera.
e invece.
a parte il fatto che alcune conferenze sono state divertenti, ma sono anche state davvero interessanti e da un certo punto di vista mi hanno rincuorato. ho sentito parlare tanta bella gente del lavoro che fa (nell'ambito del fumetto, in un sacco di ruoli diversi) con un sacco di passione. e non solo. questa gente mi ha dato prova, e avrei tanto voluto che molti altri ascoltassero, che il fumetto non è solo fare giornalini, ma è conoscenza, studio, lavoro, impegno, talento... insomma, è davvero la nona arte. e sentirne parlare da chi crea quello che da una vita mi appassiona mi ha emozionata sinceramente. perché un po', nonostante ormai ne abbia sentite così tante da non farci più caso, è brutto sentir sempre sminuire una cosa potenzialmente fantastica come il fumetto. ovvio, le cagate ci sono, ma bisogna capire che non è un fatto di medium generale.

bah comunque. ho ampiamente sbrodolato i miei acquisti su instagram, ma ovviamente ve li mostrerò anche qui (e mi riprometto di parlarne per benino!). ma principalmente voglio farmi i complimenti per non aver fatto acquisti compulsivi e sopratutto per non essermi ridotta al verde come temevo potesse accadere. quindi anche da questo punto di vista sono più che contenta!

il primo acquisto addirittura l'ho fatto il giorno prima di partire, ho recuperato lumina alla scuola del fumetto di palermo, dove l'avevo ordinato qualche tempo fa temendo di non riuscire più a trovarne una copia. è una roba bellissima e in fiera ho avuto modo di conoscere i due autori, linda e emanuele, che oltre ad essere bravissimi e ad aver realizzato qualcosa di davvero incredibile, sono anche molto molto simpatici (e alti!). non credo passeranno da qui a leggersi sto papiro, ma in caso... grazie mille!


il botto l'ho fatto allo stand disney praticamente dieci minuti dopo essere entrata! ho comprato tutto! topalbano (presentato in anteprima), potere e potenza e il misterioso caso del dottor ratkyll e di mister hyde, la gold, diamond e fluo edition (mancava la platinum sigh... oltre alle topostorie! cosa molto triste... ma recupererò a brevissimo spero!) e finalmente ho trovato i due numeri di fantomius per i quali rosicavo da parecchio.


immancabilmente mi sono data anche al recupero dei manga, anche se non ho comprato tantissimo. quello che più mi ha fatto rosicare è stato non trovare l'ultimo numero di hiyokoi, più che altro per la soddisfazione di concludere una serie. ho rimandato l'acquisto di maison ikkoku a quando lo troverò con un minimino di sconto o almeno avrò completato qualche serie... per il resto oltre a questo avrei solo voluto recuperare gli arretrati di natsume.
in ogni caso, mi sono concentrata sulle mie serie preferite del momento, quindi ho recuperato un paio di numeri mancanti di a un passo da te, kuragehime, il fiore millenario e arrivare a te (ma finirà mai?). roba che ho già divorato principalmente per superare la botta di nostalgia e tristezza della prima notte a casa dopo tutto quanto. erano titoli che non leggevo da tanto e quasi non mi ero accorta che mi erano mancati così tanto! mi chiedo quando riuscirò a svezzarmi da questi shoujazzi pieni d'ammore adolescenziale... e sempre più spesso mi rispondo mai! (a proposito, sono in cerca di ali di farfalla e orange a prezzi abbordabili, in caso contattatemi! fine OT)


oltre allo shopping, ovviamente, c'è stato un sacco di altro. di belle cose. non troppissima bella gente, ma quella che c'era valeva per mille. sono anche riuscita a sopravvivere persino ai momenti più incasinati (odio trovarmi in mezzo alla folla) e sono addirittura arrivata ad apprezzare qualche cosplay (tipo i bimbini piccini piccini vestiti da leyla e luke skywalker e uno ancora più piccolo che faceva yoda! erano adorabili! ma ho preferito non fare foto vista l'età parecchio delicata...) e a immortalare l'immancabile pina che ci ha accompagnati durante tutto il viaggio.


oltre ai recuperi di serie varie, mi sono anche buttata su qualche titolo più o meno conosciuto. tipo il primo volume di hadez (sì, ho i due volumetti autoprodotti ma non potevo perdermi questo, anche perché c'è una parte di storia che non conosco ancora!), ekhö, che ristagnava in wishlist da troppo, troppo tempo, e poi roba un po' meno meditata come rughe e la memoria dell'acqua... recuperone: tutt'a un tratto del buon sergio algozzino (che praticamente ormai troviamo ovunque! e continuiamo a chiederci come riesca quest'uomo a fare tutto!) libro che avevo comprato anni e anni fa, letto e studiato, che mi era piaciuto un sacco e che uno stronzo si è fregato. alla strafaccia sua. ora manca solo di ribeccare sergio in giro e scroccare un altro disegnino come c'era nella prima copia...



gadget incomprabili. un sacco di fuffa veramente insignificante a prezzi devastanti. sarà che sono vecchia io... l'unica cosa che mi ha fatto rosicare è stato il funko pop di bymax, venduto allo spaventoso prezzo di 30 euro. e che quindi ho lasciato lì. gli unici acquisti del genere sono stati una spilletta espressa con il mio disegnillo (sì lo so, sono un'egocentrica) di cui esistono al momento solo due copie (la mia e quella del consorte, ovviamente). avevo voglia di farmi spillettinare qualsiasi cosa (my little pony, bymax, pk, sky doll e blablabla) ma la quasi totale incompetenza dei tizi (mezz'ora per una spillettina perché non hanno chiaro che i pc o si raffreddano o si impallano!) mi ha fatto cambiare idea.
e poi ho preso il librettino di pusheen, che da l'effetto di un peluche però si usa come un libro. quindi sì, direi che ci sta nella categoria gadget.


l'ultimo giorno di fiera il mio amore ha avuto la bellissima e romanticissima idea di farci fare un ritratto fumettoso (in cui io sono venuta decisamente più magra di come sono, con il naso dritto e i capelli che manco dopo tre ore dal parrucchiere) da alyah, della qualche avrei tanto voluto provare il fumetto (insieme ad altra roba) ma shockdom ha prezzi decisamente altini per fare acquisti a scatola chiusa... per cui ho rinunciato all'idea. però abbiamo il disegnillo che è tanto carino!


e e e. boh. che aggiungere? che tutto è stato bellissimo, che non vedo l'ora di rifarlo, che ho recuperato robe che rimandavo da mesi e mesi e mesi... e che ho anche creato un mostro! il succitato consorte, fino a prima di conoscere me era totalmente avulso a questo meraviglioso mondo, si è tanto lasciato trasportare dalla cosa che ha comprato quattro titoloni uno più bello dell'altro (oltre ad aver letto già un sacco della mia roba!) lo sto portando al lato oscuro pare...
vediamo se indovinate cosa ha preso lui?


ah, un grazie particolare allo stand di topolino per il borsone. oltre ad essersi rivelato utilissimo durante il viaggio (come si vede in fotografia l'abbiamo trattato con massima cura, lui e il contenuto!) è stato davvero apprezzatissimo da camilla!


comunicazione di servizio

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so che aspettate spasmodicamente nuove recensioni (risate), arriveranno, state tranquilli.
intanto volevo segnalarvi che ho inserito tre post, scritti altrove da claccalegge, che adesso trovate anche qui. in qualche modo, sono post perfetti per questo blog, e parlano di cose troppo importanti per lasciarli fuori. quindi ho ritenuto indispensabile cercare di rimediare all'errore di averli scritti altrove, ho mantenuto le date di pubblicazione originale, per cui plausibilmente non li avete trovati tra i feed, ma se ve li eravate persi, potete recuperarli adesso:


e poi, non so se avete notato, ma si è aggiunto un altro autore al blog. ebbene sì. ammetto che l'ho attirato dentro con l'inganno, ma gli ho chiesto una recensione e ha scritto un post su un titolo che non vedo l'ora di leggere e adesso c'ho più smania di prima.
tra qualche giorno lo leggerete anche voi, intanto vi tocca sorbirvi le mie boiate ancora un po', però mi raccomando, convincetelo a rimanere e a scrivere ancora.

ultima cosa, vi propongo un giochillo: tra i seguenti titoli, che vorrei recensire prossimamente, di quale vorreste leggere qualcosa prima?

- lumina
- le avventure del commissario topalbano
- la memoria dell'acqua
- bellezza
- dimentica il mio nome
- il porto proibito
- potere e potenza
- rughe
- ekhö
- il misterioso caso del dottor ratkyll e di mister hyde

e e e... niente. io vado a tuffarmi tra tutte queste meraviglie (ma quando mai? devo lavorare! argh!!!)

apologia degli amori tra i banchi di scuola, ovvero del perché nonostante l'età (cough) continuo a preferire gli shoujo ai josei

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in questi giorni all'etna comics ho recuperato un po' di shoujo (per chi ancora non lo sapesse, sono dei manga pensati per un pubblico femminile molto giovane, diciamo adolescente, insomma per chi ha più o meno la metà dei miei anni) e me li sono sparata in men che non si dica.
e siccome non c'è verso di prendere sonno (il post lo scrivo di notte, se e quando lo pubblicherò è ancora tutto da decidere) ho pensato bene di fare un post piccino e abbastanza inconcludente su un argomento che mi tocca da un po', e di cui probabilmente in passato ho già sbrodolato abbastanza.

la questione è semplicissima: anche se raccontano prevalentemente storie di adolescenti alle prime paturnie sentimentali, cariche di casti rossori e paranoie da istituto di igiene mentale, a me gli shoujo piacevano, piacciono e credo proprio che continueranno a piacere.

mars, il mio primo shoujo, dopo quasi quindici anni continua a emozionarmi in modo vergognoso...

sicuramente molto più di quello che, almeno anagraficamente e almeno secondo i target nipponici, dovrei leggere, ovvero la loro controparte adulta, i tanto osannati josei (per chi ancora non sapesse manco questo, sono dei manga pensati per un pubblico femminile giovane ma non troppo, insomma per chi si ritrova nella mia fascia d'età, quella in cui cominci a pensare che in fondo le creme antirughe non sono poi una cosa così idiota).

partiamo dalla parte facile, ovvero: cosa non mi piace dei josei? beh, per quel poco che ho letto, oserei dire che li trovo parecchio idioti. nel senso.
sono storie pensate per giovani donne e che parlano di giovani donne, che magari hanno subito le prime delusioni sentimentali, alle prese con il loro lavoro, con la vita di ogni giorno... molto spesso le protagoniste (sempre sulla base delle mie letture, che si siano fermate a un tot di volumetti o direttamente alla presentazione dell'editore circa l'opera in questione) sono impantanate in un lavoro che non lascia loro nemmeno il tempo di mangiare qualcosa di decente o invischiate in squallide relazioni parasentimentali piene di sesso triste. gente che non dovrebbe nemmeno arrivare alla trentina ed è già grigia, vuota, spenta... ho trovato un sacco di protagoniste stupide, complessate, arrese alle più banali difficoltà della vita, senza un briciolo di sogni, di gioia di vivere, al massimo fanatiche dello shopping e con la testa piena di pippe ridicole.

un'elegante scena tratta da happy marriage, roba che manco a dirlo non ho mai avuto il cattivo gusto sfogliare nemmeno... a proposito di maturità...

per quale diamine di motivo dovrei appassionarmi a storie simili? perché dovrei rispecchiarmi in questi personaggi sbiaditi e tristi? ho provato a leggere qualcosa, tipo quella schifezza immonda di nodame cantabile (che all'inizio mi piaceva pure un po', ma poi a conti fatti, se esistesse davvero una persona come nodame a me farebbe semplicemente pena) o quella botta di depressione di supplement (una vita finita a poco più di vent'anni sarebbe il sottotitolo perfetto), ma davvero, dove sta la maturità in una tipa che si diverte a cantare roba sui peti (oddio) o in un'altra che non sa nemmeno passare dieci minuti del suo tempo senza piangersi addosso?
o qui in italia son arrivate quasi solo schifezze (kuragehimeè uno josei, è divertente e intelligente e mi piace tanto, ottima eccezione!), o io ho avuto sfiga, oppure c'è qualcosa che non va nel concetto di maturità. in ogni caso, buona parte di questa roba mi ha solo depressa, incupita, messa davanti a squallori evitabili e fatta sentire inesorabilmente vecchia.
direi che ci pensa già la vita a fare questi scherzetti, perché dovrei pure investire soldi e tempo per star giù di morale?

che cosa ci trovo invece nelle storie in cui due ragazzini passano quindici volumi a guardarsi di sottecchi, arrossire, non parlarsi, spararsi menate assurde, non capire i più ovvi messaggi del tipo guardami, sono cotto come un pollo allo spiedo proprio per te!, per poi scambiarsi un bacetto e rischiare l'infarto per la troppa emozione?

confesso: a me loro due fanno una tenerezza indicibile!

a parte i più ovvi cliché del genere, ho trovato negli shoujo personaggi forse ingenui ma a loro modo maturi, trame ben strutturate, situazioni e momenti che mi hanno realmente emozionata e che anche a distanza di anni mi commuovono ancora solo a pensarci.
ho trovato protagonisti pieni zeppi di scrupoli morali, attenzione per i sentimenti altrui, spirito di sacrificio, determinazione, amore incondizionato, dolcezza... ho trovato personaggi che avrei voluto conoscere o a cui avrei voluto somigliare, ho letto storie che avrei voluto vivere o che mi hanno fatto rivivere momenti belli (o belli solo col senno di poi...).

una delle coppie più belle di sempre!

no, vabbè, questa è solo per fangirlare...

ho trovato nelle storie banali e quotidiane degli shoujo manga il compimento di una delle frasi che secondo me è una delle più vere del mondo, che ogni storia è una storia d'amore, la realizzazione del fatto che l'amore e l'amicizia sono davvero quanto di più importante possa capitare in una vita, o se preferite in una storia, anche se la storia racconta di mondi fantastici, e che un bacio a volte è un avvenimento più importante di un incontro con un drago.

sarà che sono un cuoricino di panna (ebbene sì), ma queste storie così, anche se non sono il massimo dell'originalità, anche se i disegni magari si poteva far di meglio, anche se anche se anche se, in fondo sono quelle che più mi rimangono impresse, mi fanno affezionare davvero ai personaggi e al loro mondo. e personalmente credo che non ci sia nulla di più riuscito di una storia che coinvolga chi la legge.

un sacco di bella gente che mi tira su di morale quando penso che non ce la posso fare...

quindi, anche se l'adolescenza è ormai anagraficamente lontana, continuerò a farmi venire i lucciconi agli occhi a ogni primo bacio.

Il Nao di Brown

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Salv...ehm ciao!
Non so da dove cominciare, e ve ne chiedo scusa. Chi sono? Sono Troy Mcclure! Forse vi ricorderete di me per film educativi come... ok, no. Non importa chi sono. Vi è dato sapere, giusto per doveri di cronaca, che la nostra cara clacca mi ha proposto di fare una piccola recensione, un piccolo intervento sulla mia ultima lettura, perché il mio entusiasmo era alle stelle quando ne ho parlato con lei. Sì, ero veramente su di giri, per cui le dico grazie per l'occasione concessami.
Ora passiamo al sodo, promesso.

Il titolo in questione è Il Nao di Brown di Glyn Dillon, edito da Bao Publishing.

Si tratta di una graphic novel interamente scritta, illustrata e colorata dall'autore succitato, in cui viene raccontata la storia di Nao, una ragazza anglo-giapponese che vive a Londra e con una particolarità: soffre di un disordine ossessivo - compulsivo insolito e pericoloso, è un ripetersi di fantasie violente, di comportamenti violenti, che abbraccia mentalmente e che la destabilizzano alquanto, in un continuo stato d'ansia.

La sua vita, fino a quel momento è, dunque, un tentativo di riuscire a controllare il suo status mentale, cercando di raggiungere un equilibrio personale, un equilibrio tra la sua mente e il corpo. Qui entra in gioco il fattore “meditazione” e, in particolare, parliamo di meditazione buddista, da lei abbracciata come mezzo mediante il quale fosse possibile riassettare i propri meccanismi e placare l'odio verso se stessa per la violenza e la malvagità dei suoi pensieri.

Detta così sembra si tratti quasi di un testo complicato, pesante, indigeribile, ma non è così. L'autore è stato molto abile, ha saputo ben usare il disegno per evitare di appesantire la narrazione, è riuscito a non incorrere nell'errore di scadere in una sorta di trattato medico (seppur a fumetti), visto e considerato la delicatezza dell'argomento.

In particolare si è avvalso di un metafumetto che inserisce inframezzando la storia, ovvero, il manga-anime Ichi, molto caro alla protagonista. Quest'ultimo, abbinato al pensiero meditativo buddista, dimostra quanto Dillon sia stato capace di rispettare l'argomento, riponendovi tutta la delicatezza del caso, e quanto anche lo avesse a cuore.

Nao, nonostante il suo disagio, riesce a trovare un lavoretto part-time presso un negozio di toys, in attesa di riuscire a sfondare come illustratrice e di trovare l'amore che lei reputi perfetto. Sarà l'incontro casuale con Gregory, un uomo ambivalente, quasi grottesco, un uomo grande e grosso dal cuore tenero che cita Hesse e filosofi antichi da ubriaco, che Nao riuscirà a concludere il cerchio del suo equilibrio comprendendo come non tutto sia bianco o nero.

Ma come..? Questo a voi scoprirlo.

Posso dirvi che ho chiuso il volume e mi sono sentito piuttosto disorientato da molte, troppe emozioni. È inevitabile non essere investiti dal continuo crescere e decrescere delle ansie di Nao; lo si è così tanto che a volte sfugge il fatto che ciò che è raccontato non è nulla di straordinario, ma storie di vita consueta, se non fosse per quel disagio. Si ha la sensazione inconsapevole che ciò che viene narrato sia più grande di quello che è, ma è solo illusione! È proprio la proiezione degli aspetti ansiogeni del personaggio a farci percepire tutto ciò.
Nao si è presentata dunque ai miei occhi come una sorta di Amélie Poulain atipica, resa particolare dal modo in cui viene raccontata, disegnata, dalle sue espressioni e, perché no, anche da alcuni suoi modi di comportarsi in vista di.

La cosa che più mi ha lasciato di sasso non è il finale in sé, che, vi assicuro, sarà proprio quello che vi aspetterete leggendolo, bensì l'esistenza una sorta di escalation, di un culmine, di un punto di rottura forte, travolgente ed inaspettato. Si vengono a creare così un pre-finale ed un finale, una conclusione dolce e amara al contempo, come uno schiaffo, uno schiocco sonoro che lascia poi un fastidioso eco. Non dico oltre.

Nao guarirà? Scopritelo.

Per me questo è un Titolo che merita, nel suo complesso: storia, personaggi, disegni, colore.

Sarei curioso di avere un riscontro anche da voi lettori!

Ringrazio clacca per avermi concesso questa opportunità e per aver dato una valvola di sfogo al mio entusiasmo.

Saluti.

R.

lumina

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circa un anno fa, a fine maggio del 2014, si terminava (con un enorme successo, vale la pena di dirlo) la campagna di crowfunding per la realizzazione del primo volume di una serie a fumetti che prometteva una vera e propria rivoluzione nel mondo della nona arte. da circa un mese luminaè arrivato tra le mani dei lettori, e anche io, che non ero riuscita ad acquistarlo su indiegogo, sono riuscita ad accaparrarmi la mia copia (grazie scuola del fumetto di palermo, siete stati tanto gentili e pazienti!).


se questa serie voleva aprire un nuovo capitolo su come fare fumetti, secondo me c'è riuscita. lumina è un tesoro (sinceramente? io ho abbracciato la mia copia per quasi mezz'ora subito dopo averla acquistata...), un vero e proprio capolavoro, anche come oggetto.

cominciamo proprio dalla confezione: luminaè una figata realizzata con una cura incredibile in ogni dettaglio. posso anche sboroneggiare un po', visto che in una delle conferenze di etna comics emanuele tenderini ha spiegato per bene come è stato stampato questo volume.
luminaè un fumetto stampato in esacromia, ovvero, invece dei canonici quattro colori sovrapposti della quadricromia (la tecnica di stampa usata per tutti i fumetti e libri a colori), in lumina ce ne sono sei, tra i quali l'argento (è stato usato un inchiostro particolare che evita di lasciare le ditate sulle tavole quando vengono toccate), che rende i colori incredibilmente brillanti. oltretutto è praticamente stampato in quello che potrebbe essere definito un high definition cartaceo (ah, tenderini, grazie per tutte queste precisazioni tecniche, altrimenti io ero qui a scrivere venti volte è una megacicciofigata! e basta), ovvero i punti di inchiostro della stampa sono più fitti e precisi rispetto alle stampe a colori tradizionali. per cui con lumina si verifica un caso eccezionale: la versione cartacea riesce a essere qualitativamente migliore di quella visualizzata a schermo da un comune pc o cellulare (se poi avete robe incredibili non lo so, ma io ho fatto il confronto e per la prima volta la carta risulta più luminosa del digitale).

skippare tutti i passaggi intermedi - editore e distribuzione principalmente - e rendendo i lettori gli unici partecipi alla realizzazione materiale del progetto, ha permesso di realizzare un volume di una qualità fuori dagli standard a un prezzo sicuramente inferiore rispetto a quello che avrebbe dovuto imporre un editore al quale toccava pagare tutte le trafile di rito per far arrivare il volume fino ai consumatori. (brutalmente: venticinque euro per una roba simile sono davvero un prezzo più che onesto. e ve lo dice una che non ci pensa due volte a cercare tra l'usato per evitarsi i costi infami di certe pubblicazioni. riferimenti a fumetti realmente esistenti - oran... coff - sono quasi del tutto casuali)
fine del pippone tecnico.



passiamo alle cose interessanti. so che state rimuginando mentalmente la domanda, quella che io odio tantissimo: ma sto lumina di che parla? potrei dirvi che essendo un agglomerato organizzato di carta stampata non può emettere alcun suono, tanto meno articolare parole e men che mai esprimere pensieri. però non sono in vena di battute di cattivo gusto (no, non è vero).

lumina si inserisce nel filone sci-fi/fantasy, portandoci fin dalla prima inquadratura dentro uno strano e misterioso universo, popolato da creature antropomorfe alle prese con qualcosa di molto molto importante. nessuno spiegone, nessuna introduzione: da un lato, in un universo altro, c'è un mondo, lumina, che sta per morire. c'è un'enorme regina, una confraternita e un neonato che cercano di salvare quel mondo. dall'altro, sulla terra, ci sono due fratelli, miriam e kite, che vivono le loro vite di adolescenti, lei troppo attenta a essere sempre impeccabile, lui più che altro impegnato a cacciarsi nei guai. però questa volta i guai di kite sono nulla in confronto a quello che li aspetta: la realtà che loro conoscono improvvisamente collassa e lascia il posto a qualcosa di terrificante e inspiegabile: fantasmi? mostri? alieni? non importa, nessuna fuga è possibile e i due vengono trascinati proprio su lumina, dove si ritrovano al centro di una battaglia tra due (o forse più?) fazioni, scoprendosi portatori di qualcosa di fondamentale.

troppe domande si aprono in questo primo volume che procede a ritmo serratissimo e travolgente. è come uno stretto scorcio di panorama tra due gallerie visto da un treno che corre troppo veloce. abbiamo visto combattenti e creature divine, poteri magici e ambientazioni fantastiche, ma siamo ancora, come kite e miriam, confusi e in balia degli eventi, troppo piccoli per poter comprendere.

manco a dirlo, vorrei avere i prossimi volumi (tutti!) qui adesso, vorrei potermeli divorare nell'arco di una notte e poi rileggerli con calma per godermi ogni particolare di ogni tavola e vignetta.
tra i disegni di linda cavallini (dettagliatissimi eppure freschi, molto in stile euromanga, che a me piace parecchio) e colorazione di emanuele tenderini (la sua hyperflat, una tecnica folle di sovrapposizione di piani di colore leggermente sfalsati per creare sfumature che danno la sensazione della differenza tra piano di messa a fuoco e fuori fuoco, una grandissima figata a dirla tutta), le tavole sono davvero ricchissime di particolari, bisogna davvero andarci con calma per riuscire a cogliere tutto...


anche i prossimi volumi - per quello che sono riuscita a carpire durante la fiera - saranno realizzati in crowfunding, e questa volta cercherò di essere in prima fila per acquistare il secondo numero.

per trovare altre informazioni su lumina, sulla storia, le tecniche di colorazione e stampa, i personaggi eccetera, andate qui.

figata ultima (se tutto questo non fosse già abbastanza): lumina ha anche una colonna sonora originale, scritta appositamente da remo baldi. la trovate su spotify! (io aspetto di riavere il mio pc funzionante visto che al momento ho solo un macinino che implode appena guardo la parola download).

Tre ombre

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A quanto pare la richiesta spassionata di una recensione, da parte mia, si è rivelata una vera e propria trappola: clacca in versione cerbera ringhia gaudente "lasciate ogni speranza o voi ch'entrate", chiudendomi dietro la porta.
Volente o nolente, mi si vedrà un po' di più rispetto all'unica apparizione preventivata! Ahimé!


Questa volta vi parlerò di Tre ombre del francese Cyril Pedrosa e distribuito da Edizioni BD.

Cosa accade quando la propria vita viene sconvolta in maniera drastica da una catastrofe? Quali sono i sentimenti, le emozioni che predominano? Rabbia e delusione o, piuttosto, sconforto e tristezza? Questo graphic novel in bianco e nero ci pone davanti a tutto ciò: Luois, Lise ed il piccolo Joachim vivono in una valle tra le colline, in una terra che, come un'isola, si mostra benevola e pacifica, così come liete e felici sono le loro vite. Il focolare domestico è il fulcro della loro serenità, offrendo sicurezza dalla tempesta, dall'esterno e dagli eventi, che sembrano lontani, tanto lontani da lì. Joachim passa le sue giornate mangiando, giocando e dando una mano al padre nei lavori quotidiani al campo, lanciando spessissimo in aria la sua risata cristallina e innocente.

Ma una sera, quando il piccolo si trova già a letto, fanno capolino in lontananza tre ombre, immobili, quasi fossero alberi. La serenità di quel loro mondo comincia a vacillare ed i due adulti si rendono conto che, di giorno in giorno, quelle figure si fanno più vicine: cominciano a nascere, nei loro cuori, timori e domande inespresse, per paura di riceverne risposte. Il clima comincia a farsi sempre più teso e Lise decide, senza il consenso del marito, di rivolgersi ad una vecchia chiromante tuttofare di loro conoscenza, la quale la mette in guardia sulle tre ombre e la avverte del fatto che loro sono lì per il piccolo Joachim. La collera di Louis sale, al ritorno della moglie e dopo aver saputo dove si fosse recata, conscio del fatto che non avrebbe voluto sapere il parere di quella vecchia pazza, forse anche solo per non dover ammettere che lei avesse ragione e che, in fondo, lui non poteva far nulla.
Esasperato dalla situazione e, non volendosi arrendere al destino che si presentava in questa strana maniera, Louis decide di prendere con sé il piccolo Joachim e di intraprendere una fuga disperata, attraversando il paese ed il fiume, sperando così di seminare questi tre cavalieri oscuri. È qui che tutto comincia a farsi sempre più concitato: l'ansia del fuggire e dell'essere inseguiti si mischiano con l'aria pressante e vicende che gettano un po' di luce attorno a queste tre figure misteriose. Il fitto degli alberi e l'ambientazione in ombra, per un attimo si dirada e questo basta a capire che, in qualche modo, l'intento sembra funzionare e degli inseguitori non c'è traccia. Giungono così sulle sponde del grande fiume, decisi oramai a gettarsi in una traversata su un battello e raggiungere così i nonni sulla sponda opposta. L'idea che lì, dai nonni, Joachim potesse essere al sicuro, dà la forza necessaria al padre a far di tutto pur di imbarcarsi e partire quanto prima, così da mettere, si spera, una parola fine alla vicenda.
Sbrigate le faccende lì, in mezzo alla calca e alla folla, riescono dunque a salire sul battello e....

...beh, a voi scoprirlo, non vorrei sciorinare altro e spoilerare troppo.

Ciò che invece mi preme aggiungere è l'impressione che la storia, i personaggi e i disegni mi hanno dato e, devo dire, che non è poco.
Intanto devo ammettere che mentre leggevo mi rendevo conto che non fossero i dialoghi a narrarmi la storia, né a darmi alcun tipo di emozione forte, stavano lì, sembravano più un riempimento, un dire e non dire, un "accennare a" e subito cambiare discorso. Si sta tutto il tempo col fiato sospeso nell'attesa di capire chi siano le tre ombre e come andrà finire quel viaggio e, quando lo si scoprirà, beh, tutto sembrerà riacquistare senso.

I disegni conferiscono il ritmo alla lettura e danno significato al mondo emotivo dei personaggi. Si noterà come nella prima vignetta in alto, le linee siano molto morbide, ampie, che lasciano respirare (sembra quasi diano spessore al luogo ameno e alla serenità idilliache dei due personaggi disegnati), con una preponderanza marcata di spazio bianco.

Bene, queste, durante la storia, subiranno un altalenante cambiamento dando più spazio a tratteggi più duri, dove il nero la fa da padrone e che incalzano il lettore a sentire l'ansia densa di chi non sa cosa aspettarsi. Ci sarà un continuo climax ascendente e discendente, quasi a simulare un respiro rumoroso ad immagini, il che conferirà al tutto un movimento piuttosto concitato.

Per quanto riguarda il resto, si avvertirà sicuramente l'impronta fatalistica del racconto, si noteranno diversi riferimenti al destino, mischiato ad una connotazione magico - rivelatoria, e citazioni a figure che sono presenti sia nei culti latini sia in quelli greci.

È senza dubbio un'opera allegorica nel vero senso della parola e, a volte, ho avuto l'impressione che lo fosse in maniera eccessiva, tanto da appesantire un po' la lettura e costringere a fare dei passi indietro per vedere se ci si è persi qualcosa o meno. Nonostante ciò, ritengo che, nella sua forma d'allegoria della perdita e del non poter cambiare il destino, sia un titolo piuttosto valido. E poi, non ci posso far nulla, a me il modo in cui disegna Pedrosa piace, tanto.

Spero di non avervi annoiato troppo, in caso ci penserà clacca stessa a bacchettarmi, mentre una delle tre teste fuma e l'altra mangia. Ah, cerbera, cerbera che non sei altro!

R.

le avventure di topalbano

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per leggere un'espressione come grandissima camurria sulle pagine di una storia di topolino bisognava aspettare un miracolo. oppure che francesco artibani creasse un alter-ego con le grecchie granni (cit.) del commissario più famoso della letteratura italiana.

le avventure di topalbano sono state raccolte in un volumone cartonato della serie limited de luxe edition e presentate in anteprima all'etna comics (quale posto migliore?). le storie sono due, entrambe scritte da francesco artibani - la prima con la supervisione diretta del maestro andrea camilleri - e disegnate rispettivamente da giorgio cavazzano e giampaolo soldati.

come vuole la tradizione delle parodie disney, anche questa volta non ci si è limitati a far recitare ai personaggi i ruoli di una precisa storia, ma ci si è lasciati ispirare dall'opera originale creando qualcosa di completamente nuovo. addirittura per queste storie, si è deciso di non far impersonare il commissario montalbano (qui trovate la lista di tutti i romanzi a lui dedicati, che sono ovviamente consigliatissimi dalla sottoscritta!) da topolino o da un altro personaggio, ma si è scelto di creare un nuovo personaggio, salvo topalbano per l'appunto, che richiama graficamente - orecchie a parte - l'attore luca zingaretti che interpreta il commissario ormai da anni nella serie di bellissimi film a lui dedicati (vedeteli se non li conoscete, tanto li replicano a tempesta, di solito il lunedì su rai 1) e caratterialmente al montalbano di film e romanzi: u tintu carattiri non gli manca di certo. stessa sorte è toccata ai personaggi più importanti della serie: così ninì cardillo è il dottor mimì augello, giuseppe strazio sarebbe l'ispettore fazio (con la sua straziante passione per i dati anagrafici!), catarella diventa quaquarella (mantenendo il bruttissimo vizio di aprire troppo violentemente le porte!) e lidia... è livia!


la prima storia è stata, come si diceva, scritta con la supervisione diretta del maestro camilleri, il quale racconta, in una postfazione presente nel volume, sia del suo amore infantile per la banda disney, sia del fatto che topalbano è il primo fumetto realizzato ispirato alla sua opera ma non il primo proposto! le storie qui pubblicate sono le prime che camilleri ha accettato dopo aver rifiutato tante trasposizioni a fumetti della sua serie, che a suo parere in qualche modo tradivano l'immagine che ogni lettore si era fatto delle vicende dei romanzi (mentre con queste si è divertito tanto! gran bel colpaccio artibani...).
il motivo penso che sia proprio nella natura delle storie: non sono rifacimenti di episodi della serie originale di montalbano ma racconti assolutamente nuovi, ambientati uno in sicilia e uno in america, che si ispirano alle atmosfere e ai personaggi del poliziesco, lasciando però intatto lo spirito delle storie più classiche di topolino.

esperimento riuscitissimo che non solo non tradisce la natura di nessuno dei due personaggi, ma crea un più che credibile what if: non c'è risposta migliore alla domanda come sarebbe se il detective topolino incontrasse il commissario montalbano?

la memoria dell'acqua

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ho comprato questo volume l'ultimo giorno all'etna comics, un po' per caso, un po' perché l'avrei preso in sconto, un po' perché ero in piena sindrome da acquisto compulsivo. in effetti è stato l'unico dei titoli acquistati del quale non sapessi nulla. insomma, l'ho preso a naso, perché la copertina mi strizzava l'occhio da un po' di tempo.
e ho fatto bene.
l'ho divorato di notte - consiglio per chi vuole leggere di più: l'insonnia aiuta - e avrei voluto che non finisse così velocemente.

la memoria dell'acquaè la memoria dei luoghi e delle persone che li hanno vissuti e continuano a farlo, è leggenda e forse superstizione.

marion si trasferisce con sua mamma in un'isoletta tranquilla, nella vecchia casa che prima apparteneva ai nonni materni. senza ancora amici, marion preferisce esplorare i dintorni e cercare di scoprire qualcosa sul passato del nonno che non ha mai conosciuto.
è una ragazzina curiosa e spericolata, che non ci pensa due volte prima di infilarsi in una grotta (bambini a casa, voi non fatelo!) o di approfittare della bassa marea per andare a esplorare il vecchio faro: proprio lì incontra virgil normann, il vecchio e scontroso guardiano del faro. molti le dicono che il vecchio è pazzo e pericoloso, ma marion non si lascia spaventare, e pian piano metterà insieme i pezzi di un mistero che le sveleranno qualcosa che non avrebbe mai immaginato (e forse neanche noi lettori... di certo non io!)

una storia semplice ma ben narrata, fatta di soleggiate giornate a mare, di cupe e violente tempeste, in cui l'amore tra mamma e figlia è indissolubile ma non è il solo legame che abbraccia marion. alla quotidianità della vita su una piccola isola di pescatori si mescola il fantastico delle vecchie leggende e di misteri tramandati di generazione in generazione.

personalmente mi è piaciuto tantissimo, ma - come per oltre il muro, del quale spero presto leggerete una recensione - lo vedo più adatto a un pubblico adolescente che infantile. mi sfugge un po' il target di tipitondi... in ogni caso dubito ci siano seienni tra i lettori di claccalegge, quindi se vi capita recuperatelo, ne vale la pena.

mille tempeste

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mi chiamo lisa e colleziono piccole ossa e sassi strani.
mi piace uscire a prendere tutta la bellezza della natura per sfuggire alla quotidianità di casa...

il nuovo libro di tony sandoval, mille tempeste, esce tra pochi giorni, sarà disponibile dal 2 luglio in libreria, ma si poteva acquistare già da giorni sul sito di tunué e quindi ne abbiamo approfittato.
ultimamente ho letto parecchio di questo autore - grazie sopratutto al signor ryv - ma non ho fatto in tempo a scrivere nulla. di sandoval avevo sempre apprezzato lo stile grafico particolarissimo, di cui però non amo i tratti eccessivamente grotteschi a volte.

mille tempeste mi è piaciuto tanto anche perché si è risparmiato scene assurdamente cruente. ma procediamo con ordine.

la protagonista della storia è lisa, una ragazzina che - con molta poca fantasia - vive con una zia che non la capisce fino in fondo e con la quale non è felice. il padre è lontano e sua mamma è sparita in circostanze poco chiare. lisa ha i capelli lunghi e bianchi e un atteggiamento strano: ama passeggiare nei boschi o sulle spiaggie, colleziona ossicina e denti di animali, sassi strani e altri piccoli oggetti.

per questi motivi tra alcuni ragazzi del paese - capeggiati dal cugino di lisa, bruno - non è vista di buon occhio. anzi, diciamo pure che molti pensano che sia una strega. ma la collezione di lisa non è la cosa più strana che la riguarda: la ragazza ha infatti scoperto uno strano passaggio tra due alberi, una sorta di porta che conduce in una dimensione popolata da strane creature e al primo ingresso in questo mondo nuovo, in un bosco, lisa trova un teschio di un animale, forse un caprone, dal quale decide di portar via almeno un dente per la sua collezione.
e quando riesce a staccarlo, qualcosa succede. qualcosa di invisibile e nascosto eppure terribile e pronto a sconvolgere l'ordine delle cose, ed ormai è indissolubilmente legato al destino di lisa, o forse lo era già da molto, molto tempo prima...

se da un lato ci sono creature oscure e infernali, misteri collegati a sigilli e patti demoniaci, dall'altro c'è la storia ordinaria di una ragazzina che cerca di inserirsi in una piccola comunità di ragazzi in un piccolo paese, che cerca di districarsi nell'immenso casino del primo amore e in quello ancora più grande della paura che nasce dall'ignoranza e della stupidità e che diventa violenza.

come in altri lavori di sandoval - mi viene da pensare a oltre il muro - lo stile grafico cambia seguendo l'andare della vicenda, i tratti leggeri e tremolanti di matita diventano linee di inchiostro, le tinte tenui ed acquerellate vengono desaturate e appesantite. questo, come dicevo, è uno degli aspetti che più amo di questo autore. sebbene a primo sguardo, magari durante una sfogliata veloce del volume, possa anche risultare fastidioso, questo cambiare di segno e stile di colorazione ha un suo significato all'interno della storia.

a fine volume sono raccolte delle illustrazioni e bozzetti dell'autore che sono, manco a dirlo, una gioia per gli occhi.

su quello che per me si potrebbe dire per spiegare la storia di lisa ci sarebbe tanto da dire, ma temo di spoilerare e quindi per il momento me ne astengo. ma sono curiosa si confrontarmi con gli altri, per cui aspetto i vostri commenti e poi scrivo tutto...

commenti randomici a letture randomiche - parte V

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eccomi finalmente di nuovo qui.
vi svelo un segreto: un sacco degli ultimi post erano stati scritti un po' prima e poi programmati nei giorni scorsi, per evitare di lasciar morire ancora una volta il blog in questi giorni incasinati e strani. ma, si direbbe, tutto sta tornando alla normalità e io finalmente riprendo possesso del mio inutilissimo e impallatissimo micropc per scrivere un po' delle ultime letture, perché se anche è vero che è stato tutto un casino, è anche vero che riesco sempre e comunque a ritrovarmi sempre qualcosa da leggere in mano.

ne ho approfittato per rileggere uno dei libri che ho più amato nella mia vita, quel capolavoro che è narciso e boccadoro di herman hesse. che è tanto ma tanto famoso che certo non si merita un'inutile recensione. ma posso dire che il libro più bello che sia mai stato scritto sull'arte tra tutti quelli che mi è capitato di leggere. e se per puro caso passasse da qui qualcuno che non ne ha mai sentito parlare o non l'ha mai letto, beh, fidatevi di clacca.
ho letto anche demian dello stesso autore, e per quanto mi sia piaciuto tantissimo, l'ho trovato un po' oscuro... plausibilmente dovrò rileggerlo e rifletterci su ancora un po'.

poi mi sono finalmente dedicata a il venditore di storie, del buon jostein gaarder, autore che amo dai lontani tempi dell'adolescenza, quando il mondo di sofia mi fece innamorare della filosofia (e non esagererei se dicessi che fu quel libro a convincermi che dovevo frequentare il liceo classico... e ancora oggi mi capita di lanciargli uno sguardo pieno d'amore quando passo davanti alla mia libreria).
tutti i libri che ho letto di gaarder mi sono piaciuti tantissimo, ma questo è forse uno di quelli che mi ha colpito di più. il protagonista, petter, è un uomo dotato di un talento incredibile: non riesce ad arginare l'infinito flusso di idee che ogni momento nascono dalla sua mente. petter, da sempre, riesce ad inventare e raccontare storie, è come una liberazione per lui scrivere due appunti veloci per quello che potrebbe essere il plot per un romanzo o una bozza di una rappresentazione teatrale. eppure lui non ha alcun desiderio di scrivere un libro, di dedicarsi per troppo tempo a una sola storia quando la sua testa è così piena di altri racconti.
eppure, cos'è che spesso manca proprio a chi i libri li scrive di professione? petter si definisce come un ragno che tesse la tela intrappolando un sacco di piccole prede, eppure persino per il più abile dei ragni è facile diventare vittima di una ragnatela...

qualche tempo fa (un mese? oddio, ho perso la cognizione del tempo) ho letto stalin + bianca. e... non lo so. nel senso, ho iniziato con una buona dose di scetticismo per rimangiarmelo subito. mi sono innamorata del libro e l'ho amato per circa tre quarti, ho provato tenerezza per quel pazzo di stalin, che deve al dittatore solo un paio di baffi troppo folti, per i suoi scoppi di rabbia e per il suo amore silenzioso per bianca, e ho provato tenerezza per bianca, che non ci vede e a volte non si vede.
ho provato tenerezza per la loro storia, per i loro errori e per la loro fuga. per la loro paura e per gli incontri, per il loro essere sperduti e senza casa, senza punti di riferimento, senza nulla. per la telecamera di stalin e per tutto quanto. ho avuto, mentre leggevo questo libro, la percezione più vivida di quanto sia facile trovare qualcosa di bello in mezzo allo squallore dilagante.
eppure, alla fine, qualcosa di questa sorta di incantesimo si è spezzato e la fine del libro mi ha quasi annoiata. perché? bella domanda. forse devo rileggere anche questo.

dulcis in fundo, ho letto un libro che mi ha fatto stare circa 10 minuti a cercare di pronunciare bene il titolo: un tebbirile intanchesimo e altri rattonchi. mica l'avevo letto subito così. è una geniale raccolta di racconti, uno più strano dell'altro, pubblicato da una casa editrice che se non fosse per la cara leggivendola (ma ve l'ho detto che ci siamo incontrate e che ella è una creatura indicibilmente tenera?) non avrei mai conosciuto (o forse prima o poi sì, ma comunque...) la gorilla sapiens edizioni (che per ora e fino a domenica 12 luglio fa sconti, andate qui per avere più informazioni, io sono già in attesa del mio ordine!).
meritevolissimi l'agghiacciante storia di un fusillo e il racconto dislessico che da il titolo al libro.


ekhö ~ mondo specchio: new york - parigi

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nel 2000 la favolosa coppia barbucci/canepa aveva iniziato sky doll, uno dei miei fumetti preferiti di sempre. e ancora oggi aspetto (aspettiamo!) la conclusione.
nel 2010 l'ormai defunta planeta pubblica il primo numero di chosp, sempre di barbucci, e qualche tempo dopo bao publishing da alla luce il secondo volume. ci sarà altro? il progetto è stato abbandonato? non si sa nulla.
sempre per bao publishing, nel 2010 è uscito il primo volume di lord of burger, tra i cui creatori c'è il nome di alessandro barbucci. di questa serie da anni si parla di una versione definitiva e completa di tutti gli episodi (chi ha comprato il primo volume se lo può anche fumare) della quale ancora però nessuno ha visto nulla.
poi, nel 2012, usciva il primo volume di end, di barbara canepa e anna merli. ovviamente stanno lavorando al secondo volume, e per chi se lo fosse perso, la canepa è anche al lavoro, insieme isabella mazzanti, a un nuovo progetto dal titolo mina diaries. ho chiesto informazioni sulla sua pagina e sì, sarà pubblicato in italia, non si sa quando né da chi (anche se manco a dirlo, io penso proprio che si tratterà di bao).


sentite puzza di polemica? vi state chiedendo che fine abbiamo fatto in tutto questo tempo? vi siete già rotti le scatole e volete sapere quando comincio a parlare di ekhö?
bene: sì, sto per fare polemica. nell'ultimo mese circa siamo spariti tra casini vari, caldo spossante e almeno per quanto riguarda la sottoscritta una sana botta di depressione del tipo non sono in grado di fare nulla voglio morire. che sta vagamente passando, altrimenti mica stavo qui a scrivere. e di ekhö comincio a parlarne adesso.

ekhöè, per l'appunto, l'ultimo lavoro di alessandro barbucci, uscito in italia in due versioni: la prima, il cui titolo completo è ekhö - mondo specchio - new york, completamente in bianco e nero, e la seconda, ekhö - mondo specchio - new york - parigi, a colori. sinceramente non mi è piaciuta questa scelta di bao di far uscire il primo capitolo solo in bianco e nero e poi il secondo capitolo insieme al primo e a colori. senza contare il fatto che manca anche la numerazione. sì, perché ovviamente la serie continua: in francia è uscito anche un terzo capitolo, ambientato a hollywood e a quanto si scopre stalkerando barbucci sulla sua pagina fb, il quarto capitolo - al quale sta lavorando - sarà ambientato a barcellona. si spera che bao aspetterà l'uscita del quarto volume e proporrà una confezione simile a quella già edita (onde evitare vaccate tipo l'incredibile differenza tra i due volumi di chosp - trovate la foto cliccando al link di cui sopra).
intanto qui ci sono le cover dell'edizione francese (per l'edizione italiana si è scelta la seconda)


certo, pubblicando due volumi insieme si risparmia sulle spese e di conseguenza il volume costa meno (lo dico io prima che qualcuno lo scriva nei commenti) però sarebbe taaanto carino che fosse così anche per gli episodi successivi. e ora tutti a pregare che la serie non si concluda con un numero complessivo di episodi dispari.

per ritornare al punto iniziale della questione: con un capolavoro tra le mani come sky doll e con una simpaticissima e originalissima serie come chosp in corso... era necessario lanciarsi così su un nuovo lavoro? non me ne voglia barbucci, per carità, non sarà un caso che ho comprato qualsiasi cosa che abbia mai disegnato, ma personalmente ritengo ekhö un gradino sotto chosp e svariati piani di scale sotto sky doll. e avrei preferito di gran lunga la continuazione, e ancor di più il finale, degli altri due titoli.
ma siccome nonostante mi faccia dannare da quindici anni, io adoro i suoi disegni, mi sono consolata con questo (ovviamente ho preso il volume con i due capitoli insieme).

*attenzione! possibili (no, ci sono proprio) spoiler!*
cosa succede se prima di un incidente aereo una strana creatura simile a uno scoiattolo troppo grosso si mette a parlare con uno dei passeggeri?
che, anziché cominciare a dibattere sull'abitudine di servire drink alcolici, ci si trova in un mondo parallelo - il mondo specchio, appunto - in cui le cose non sono esattamente come le conosciamo: ci sono draghi, i telefonini sono inutili, l'elettricità non esiste, i vagoni della metropolitana hanno le zampe e saper cacciare è una grande risorsa.
e qui che vengono catapultati formicola grattuglia e yuri podrov, grazie all'intervento di un preshaun, l'animaletto simpatico (mica tanto poi...) e carino che era apparso sull'aereo.
qui formicola (gran bel nome!) eredita l'attività di una zia morta da poco, una compagnia di artisti, tra cui spicca una coppia di ballerine/spogliarelliste gemelle (ma non sul serio) che da l'ennesima possibilità alla matita di barbucci di disegnare quelle donnine prosperose e sensuali che fanno sospirare di nostalgia (chi ha letto sky doll capirà).
se tutte le stranezze di questo mondo non dovessero bastare, formicola scopre di avere lo strano potere di ospitare l'anima di gente morta da poco e di riuscire a chiarire i misteri legati alla loro scomparsa, cosa che le permetterà addirittura di salvare l'intera francia (nel secondo episodio).
*fine spoiler*

oltre all'aspetto un po' da giallo e alle signorine conturbanti che costellano praticamente tutte le tavole, ekhöè un fantasy divertente, leggero, a volte comico, con personaggi e situazioni lontani anni luce da quelli di sky doll. anche se i prossimi episodi dovessero uscire tra dieci anni, non credo che staremo a soffrire più di tanto per la smania di leggerli. certo, è pieno di domande senza risposta, e il futuro di formicola e yuri è abbastanza incerto, ma sono personaggi troppo poco psicologicamente affascinanti per poter mettere il lettore nella situazione in cui scatta l'innamoramento per loro e per la storia.

in buona sostanza, è consigliato esclusivamente a chi è un fan dell'autore (visto il prezzo non proprio da niente, anche se cercate solo una letturina leggera, credo sia il caso di buttarsi su altro).

bellezza

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non vi ho raccontato dell'esperienza al salone del libro di torino, e sinceramente non penso che lo farò, per il semplice fatto che ho veramente poco da dire sul salone - esperienza che non rifarei oltretutto - perché ci sono stata pochissimo ed ero praticamente senza soldi, per cui ho solo comprato il porto proibito (recensione a breve!) e il mio amore mi ha regalato questo bellezza, di hubert e kerascoët, che - scusate il gioco di parole - è davvero un libro di una bellezza incredibile. (per il resto il soggiorno a torino è stato meraviglioso! ma davvero non ve l'avevo detto?)


l'edizione bao è come al solito una roba che fa il botto. la costina è illustrata e la copertina è opaca con dettagli lucidi in vernice, il volume raccoglie tutti e tre i capitoli usciti in francia, quindi è bello corposo, e il prezzo è praticamente ridicolo.

già dall'immagine di copertina - una donna bellissima e seminuda osservata da un gruppo di uomini dallo sguardo che oscilla tra incredulità e desiderio - possiamo farci un'idea di quella che sarà la tematica del libro, ma procediamo con ordine.


la protagonista è la giovane baccalà, una ragazza brutta e povera che lavora come sguattera con la madre alle dipendenze di una signora che la odia e la maltratta, anche se a dire il vero, tutti nel paese la soverchiano di angherie e cattiverie per il suo aspetto e per l'odore che ha addosso, che appunto la fa puzzare come un baccalà.
disperata per le vessazioni che è costretta a subire, baccalà, mandata nel bosco a raccogliere la legna, per caso libera una fata, mab, che in cambio del suo gesto le promette di realizzare un suo desiderio. ovviamente, baccalà chiede di diventare bella, sperando che così qualcuno potrà finalmente volerle un po' di bene, o almeno non torturarla più.
ma - e qui comincia fin da subito tutt'una serie di eventi che discostano bellezza dalle fiabe classiche a cui siamo abituati per un verso, e che lo avvicinano a quelle più antiche per un altro, e di cui vorrei parlare meglio poi - neppure una fata può cambiare l'aspetto di una persona, sopratutto se questa è una serva che non merita un dono dovuto solo alle principesse e alle donne nobili per nascita, ma può cambiare la percezione che la gente ha di lei, così da questo momento baccalà verrà vista da chiunque come la donna più bella e affascinante del mondo, ma davanti allo specchio, lei si vedrà brutta come sempre.
ora, se il suo vecchio aspetto di racchia era la causa dei maltrattamenti che subiva ogni momento, adesso, quello che sperava potesse portarla ad essere benvoluta da tutti, è diventato il suo nuovo problema: baccalà è troppo bella, così tanto bella che nessun uomo vedendola non la desideri follemente e che ogni donna sia incredibilmente gelosa davanti a lei. se adesso nessuno la prende più in giro per il suo aspetto, molti non riescono neanche a cercare di non saltarle addosso.
baccalà, che adesso si chiama bellezza, grazie all'aspetto che ha agli occhi degli altri, ci mette poco a passare dal ruolo di serva a quello di regina, sfruttando l'amore degli uomini che incontra, salendo pian piano una vera e propria scala sociale.
gli uomini ai quali si legherà commetteranno ogni genere di follia per lei: dalle più banali guerre per conquistarla, alle vessazioni imposte al popolo per soddisfare i suoi capricci, fino al trasformarsi definitivamente in esseri incapaci di tener freno alle loro pulsioni più istintive.

accennavo prima alla differenza tra bellezza e le favole classiche. nonostante l'ambientazione tipica da favola, con principi e principessa, fate, castelli e tutto il resto, qui fin da subito si respira un'atmosfera che non esiterei a definire crudele (e che un po' riporta alle favole dei fratelli grimm per dirne una): dalle parole della fata mab, che spiega a baccalà che certi doni non sono per tutti ma che vengono elargiti solo a poche e selezionate persone, fino allo stravolgimento di quei personaggi-topici che di storia in storia avevano fino ad ora mantenute intatte le loro caratteristiche: il principe cavalleresco senza macchia e senza paura, devoto servitore della sua bella, qui arriva a trasformarsi in un essere violento, barbaro, indegno del ruolo di guida del popolo, incapace di tenere a freno i suoi impulsi fino a diventare uno stupratore e un assassino.
e anche baccalà/bellezza non è certo una principessa aurora che canta con gli uccellini nel bosco. incapace di godere del suo nuovo aspetto, approfitta del suo nuovo status per sedurre e far soffrire, per ottenere grazie al suo aspetto non solo la vendetta verso chi la maltrattava, ma ogni possibile beneficio come la più crudele delle regine cattive, cieca davanti alle sofferenze del suo popolo e insensibile nei confronti di chi viene affascinato dalla sua immagine, soddisfatta del sapersi capace di conquistare con uno sguardo chi prima non avrebbe esitato un attimo a schiacciarla come un insetto.
eppure, in un susseguirsi di eventi tragici e violenti, anche per bellezza stessa, pian piano la nostra protagonista riesce ad acquisire un minimo di consapevolezza e di capacità di gestire il suo potere.


nonostante le numerose scene di guerre, uccisioni, morte, violenza, stupro eccetera, bellezza risulta visivamente leggero e leggibile anche da un pubblico abbastanza giovane. plausibilmente perché, vista la sua prima pubblicazione su spirou (una rivista di fumetti francese dedicata a un pubblico molto giovane) gli autori hanno preferito lasciar intendere ai lettori più adulti cosa stava succedendo, senza rendere certe scene troppo crude per i lettori più piccoli (o a quelli più ingenui).


il tema principale della storia, poi, da un lato è quello della crescita interiore di baccalà/bellezza, dall'altro quello della miseria umana: davanti a una creatura bellissima, gli uomini non rimangono incantati e/o in riverente adorazione, ma si trasformano in forsennati spinti solo dalla lussuria e dalla brama di possesso. la fata mab non ha reso baccalà un angelo che ispira protezione e ammirazione, ma qualcosa di più simile a una tentatrice quasi diabolica a cui non si può resistere: il corpo della donna è visto come cosa a parte da lei, come oggetto erotizzante, come cosa da usare, da possedere, da nascondere alla vista dei rivali, sul quale accampare diritti.
la donna è cosa su cui gli altri decidono.
forse non è il luogo adatto per queste discussioni, ma dietro le esasperazioni della vicenda di baccalà - le guerre, gli stupri, la follia, le uccisioni - c'è molto di quello che è la nostra quotidianità, la nostra realtà non cambia poi così tanto.
ad esempio le altre donne invece di punire i mariti e compagni per il loro comportamento indecente e animalesco, si buttano con ottusa gelosia su di lei, colpevole di essere troppo bella, un'esatta metafora della frustrante, maschilista, insensata mancanza di un sentimento aggregativo tra le donne, che si va perdendo sempre di più, nella corsa verso l'essere esteriormente migliore piuttosto che interiormente ricca e comprensiva.
necessaria come mai prima d'adesso, sopratutto alla luce degli avvenimenti di firenze di qualche tempo fa a proposito di una sentenza che accusava la vittima di uno stupro e non gli stupratori (tutti bravi ragazzi, d'altro canto chi è che non decide, il sabato sera quando c'è poco di interessante al cinema, insieme ad altri amici, di accoppiarsi tutti insieme con una sola ragazza per giunta ubriaca? tanto a lei piace, tanto lei provoca, tanto lei ha la gonna corta, tanto lei ha una vita sessuale - non specifichiamo oltre, avere una vita sessuale non da fidanzata/moglie in questo paese vuol dire necessariamente essere disponibile per chiunque - per cui le va bene. perdonate lo sfogo, ma questa storia mi ha messo una rabbia incredibile dentro), una riflessione sulla questione della bellezza femminile e di quanto facilmente si sia portati a giustificare i comportamenti brutali, criminali e violenti e a colpevolizzare le vittime, e quanto questi giudizi vergognosi vengano - paradossalmente, ma è quello di cui parlavo poche righe sopra - anche da altre donne, dalle quali invece ci si aspetterebbe comprensione e capacità di immedesimazione.
e un'altra, profonda e difficilissima riflessione, dovrebbe essere fatta sul percorso psicologico/spirituale di bellezza alla fine della storia (ci arriviamo tra poco), che dovrebbe essere il percorso di ogni donna (e più in generale di ogni persona) necessario a prendere coscienza di sé stessa.


bellezza, da questo punto di vista, è una storia che un po' fa male, e che al contempo ha, per chi sa leggere oltre, un messaggio profondo, un insegnamento che è il vero collegamento con le favole antiche.
tutte le sofferenze di una ragazza derivano dal suo aspetto esteriore: prima troppo brutta, poi troppo bella, in ogni caso oggetto di tutta la meschinità e la cattiveria degli altri, di chi non ha neanche voglia di provare a guardare oltre la fisicità di una persona. questa ragazza non ha neppure un briciolo d'amor proprio, passa il tempo a compiangersi e desidera essere diversa, senza far nulla per diventarlo. il suo atteggiamento la rende ancora più misera di quanto non faccia il suo aspetto.
vittima del suo destino, senza nessuno che la guidi o la consigli, per poter stravolgere la sua situazione bellezza dovrà finalmente prendere coscienza di sé stessa, delle sue capacità, di tutta la crudeltà che ha dovuto subire. e dovrà anche capire cosa effettivamente vuole ottenere, quale è la strada giusta da percorrere per diventare la donna che sogna di essere.
è solo alla fine, dopo una lunghissima strada fatta di dolore e sangue e umiliazioni, però che arriva la catarsi: dopo averla vista terrorizzata e passiva davanti all'ultimo della lista dei suoi amanti, il più violento e animalesco, dopo averla vista come una ragazzetta sciocca, capricciosa e irresponsabile, bellezza - adesso madre e quindi responsabile anche di sua figlia oltre che di sé stessa - cambia espressione, diventa forte e intoccabile, quasi sacra, forse perché per la prima volta riesce a sentirsi potente e pretende rispetto non per via del suo stato sociale, della sua ricchezza o del suo aspetto stesso - che dichiara adesso di usare come arma, che è diventato un mezzo e non più il fine - ma per il suo essere una persona e non più un oggetto da possedere.
diventa pian piano una donna saggia, aiutata e consigliata dalla figlia, cosciente di sé stessa e potente, e solo alla fine, può davvero essere una regina, amata e rispettata, come desiderava da principio.


in conclusione? un capolavoro, sia a livello visivo (i disegni sono bellissimi e la scelta di pubblicare la versione in bicromia - oro e nero - su carta avoriata fa il resto), sia come storia in sé, e come messaggio oltre la narrazione.

pkne - potere e potenza

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8 luglio 2014.
in moltissimi hanno celebrato il ritorno di una delle migliori serie a fumetti italiane di sempre. quel mercoledì infatti, usciva su topolino la prima parte di un nuovo episodio di pk. non paperinik, ma proprio il vecchio caro pikappa, quello della ducklair tower, dell'extransformer, dei droni, dei viaggi del tempo e tutto il resto.


a maggio di quest'anno la serie è stata ristampata all'interno della collana limited de luxe edition (a proposito, ho già scritto una recensione sul terzo volume della collana, dedicato a topalbano, che è bellissimo. la recensione sta qui), che io ho recuperato ad etna comics. e che finalmente ho riletto (perché ovviamente prima l'ho letta su topolino) proprio qualche giorno fa. e mi sembrava il caso di approfittarne per spiegare un po' la situazione di pk da potere e potenza in poi.

dal 6 al 27 maggio, sempre su topolino, è uscito un secondo episodio di pkne*, gli argini del tempo, che dovrebbe uscire in monografico a lucca c&g 2015, insieme a un'altra nuova storia che andrà di nuovo su topolino dal titolo il raggio nero.

non si sa ancora se questi nuovi episodi, che si collocano cronologicamente dopo pk², diventeranno prima o poi un mensile simile a quello dei bei tempi. certo è che il successo c'è stato eccome, sopratutto tra i vecchi fan della serie, e proprio grazie a questa accoglienza siamo già, a poco più di un anno di distanza dal primo episodio, qui a parlare dell'imminente uscita del terzo.

*fin da subito, i fan hanno ribattezzato questa nuova serie paperinik new era (pkne), in onore a paperinik news adventures (pkna).


questo primo episodio che segna il ritorno del vecchio mantello è niente meno che un gioiellino, nonostante soffra un pochino dell'essere stato spezzato in quattro episodi e dell'essersi dovuto adattare alla tavola tipica di topolino (anche se più che un adattamento totale si è cercato più un compromesso tra la soluzione grafica delle tavole di pkna e quelle del settimanale). già dal trio degli autori - artibani/pastrovicchio/monteduro - per i vecchi fan della serie è gioia pura.

(ah per dire. qualche mese prima, a partire dall'inizio del 2014, su paperinik appgrade, erano uscite due storie facenti parti di universo pk. un mix tra i paperinik con gli stivaletti a molla e pk. la storia non segue la continuity di pkna/pk², anche se ritroviamo personaggi come il razziatore, gli evroniani, xadhoom eccetera. è considerabile come un universo alternativo senza ducklair tower né uno, dove è archimede il cervellone dietro l'eroe. grazioso tentativo che se potete continuare a ignorare)

*attenzione! possibili spoiler!* (per chi sta leggendo pkna per la prima volta grazie alla ristampa gli spoiler sono megaspoileroni! tornate a leggere quando finite la serie! davvero! avvertiti, eh...)

chi si rivede!
è passato tanto tempo da quando pk ha smesso di essere pk. uno è stato disattivato già da tempo, la minaccia evroniana è stata sconfitta, xadhoom è scomparsa per sempre, l'intricata situazione di everett in qualche modo è stata sbrogliata e i viaggi temporali sono resi impossibili da un fenomeno misterioso a cui è stato dato il nome di microcontrazione. (e fin qui niente spoiler, è successo tutto a cavallo tra la fine di pknapk²).
tutto insomma è finito e paperino dovrebbe poter dormire sonni tranquilli...
e invece pare proprio di no.
risvegliatosi in una nave evroniana (ma non erano sconfitti) in compagnia del razziatore (ma blabla la microcontrazione?), paperino scopre di essere nel futuro, e di dover affrontare ancora una volta la minaccia evroniana.
un incontro ravvicinato con odin eidolon (*urletti isterici*) spiegherà meglio la situazione: nel passato, il generale evroniano grrodon era sopravvissuto alle battaglie con xadhoom e pk. riacquistate le forze, ha scoperto che sulla terra si trovavano ancora spore evroniane. con l'aiuto di fairfax, scienziato che incontra in carcere, e di nebula faraday (due belle personcine), ci vuole poco a ricostituire un esercito di vampiri spaziali.
grazie a una sorta di radar genetico, paperino/pk viene scovato facilmente ed eliminato (su questa scena ci sarebbe molto da dire. una vignetta così drammatica in topolino ce la potevamo scordare fino a pochi anni fa). la terra cade sotto il dominio evroniano in circa un mese.

odin adesso non è più il raffinato industriale di ritratto dell'eroe da giovane, ma il capo della resistenza terrestre: vista l'anomalia cronotemporale, odin si è avvalso dell'aiuto del razziatore per trasportare pk in questo apocalittico futuro, consegnargli la chiave della camera omega, un piano della ducklair tower ancora più segreto del famoso centocinquantunesimo piano, che contiene armi adatte alla nuova missione: sconfiggere l'impero evroniano ancora una volta e cambiare il corso della storia (ciaone tempolizia!)

il ritorno di uno?
nella camera omega, tra le tante sorprese, pk troverà uno... o quasi.
ricordiamoci che uno era stato disattivato quasi alla fine della prima serie di pk (ricordate? assorbe una parte di due e si trasferisce nel nuovo corpo da lui stesso progettato, il droide che risponde al nome di odin eidolon), eppure questa nuova interfaccia somiglia enormemente a uno... ok, è azzurro e non è chiuso dentro una sfera ma galleggia in un ottaedro (lo ammetto, questa me la sono cercata su wiki, col cavolo che mi ricordavo che quella roba si chiama ottaedro), ma il volto, anche se meno morbido, è sicuramente molto simile.
eppure non è lui.
certo, le capacità sono le stesse (sarcasmo incluso), ma di certo questo quasi-uno difetta in simpatia. eppure... andiamo un attimo a pagina 56 (edizione in monografico), ultima vignetta in basso a sinistra.
"questa è una guerra pikappa". se non è uno, come fa a conoscere il nome pikappa, il nome diciamo... non ufficiale di paperinik? e sempre nella limited edition, in una delle pagine vuote tra un episodio e l'altro, una frase pronunciata da quasi-uno viene citata come se fosse proprio della nostra intelligenza artificiale preferita...

magari artibani l'ha spiegata questa cosa (insomma, uno sceneggiatore come lui è troppo fiQo per lasciarsi sfuggire un errore del genere. quindi errore non deve essere) e io me la sono persa. non è che sono più tipo da forum (oddio, dovrei tornare, davvero, dovrei. ma ormai c'ho paura dei forum!) in ogni caso, giusto per incasinare un po' più le cose, sappiate che il vero uno, quello verde e sferico insomma, si vedrà. e in ottima compagnia.

nuova i.a., nuovo look, vecchio pikappa.

la differenza principale tra il nuovo e il vecchio uno sta in quella che potremmo definire la totale mancanza di umanità della
nuova intelligenza artificiale. questo uno spigoloso passerà tutto il tempo a spronare pikappa a compiere le azioni più estreme: uccidere gli evroniani, mettere la propria missione davanti a qualsiasi altra cosa, dovessero anche andarci di mezzo degli innocenti.
quasi-uno (ormai lo chiamo così, è deciso) ha dotato pikappa di una nuova tuta schermata ai radar evroniani, con tanto di extransformer integrato e la possibilità di riconfigurarsi dando modo a chi la indossa di mutare il proprio aspetto: questa è in assoluto la trasformazione più drammatica della figura di pikappa. e pensare che fino a pochi anni fa andava in giro con gli stivaletti a molla e le maschere di gomma...

ma nonostante tutti i cambiamenti, nonostante la consapevolezza che un errore lo porterà a un futuro tragico (in compagnia del resto degli esseri viventi del pianeta, ovvio), pikappa rimane pikappa: anche nelle situazioni più difficili, un vero eroe sa che c'è sempre una terza possibilità, un modo migliore per risolvere i problemi. è l'umanità, la pietà verso il nemico, il suo impeccabile codice morale (e un meraviglioso senso dell'umorismo) a rendere pikappa uno dei migliori supereroi del mondo, nonostante sia solo un piccolo papero con una mascherina. nonostante agli occhi di quasi-uno tutto questo possa sembrare una debolezza, è proprio il punto forte di pikappa: facendo quello che è giusto, anche se la strada diventa più difficile e tortuosa, si arriva al proprio obiettivo. o almeno a uno degli obiettivi.

ciao ciao ducklair tower!
ebbene sì. pikappa, intrappolato nella camera omega da un gruppo di evroniani brutti grossi e cattivi, si vede costretto a distruggere la torre. al tempo, su topolino, si poteva votare per la distruzione o per la salvezza della ducklair tower, quindi, necessariamente, esistono due sviluppi paralleli della storia. manco a dirlo io vorrei taaanto leggere la versione scartata.
le rovine della ducklair tower appariranno poi nel secondo episodio, gli argini del tempo.

è uno dei momenti cruciali della nuova era pikappica, il taglio netto rispetto alle serie di quasi vent'anni fa. e forse è proprio il motivo per cui a fine volume rivediamo qualcuno...

conclusioni
pk è stato pubblicato in italia, contando tutte e tre le serie, dal 1996 al 2005. ha praticamente segnato l'adolescenza di molti della mia generazione, è diventato una serie culto, ha completamente rivoluzionato il concetto di fumetto disney con uno stile e delle tematiche molto più adulte di quelle a cui eravamo abituati da generazioni.

un suo ritorno, dopo circa diciotto anni dalla prima apparizione in edicola, è stato forse uno degli eventi più importanti per i lettori di fumetti italiani. e gli autori di questa storia hanno saputo creare un episodio che è all'altezza del glorioso pkna, il che è quanto di meglio ci si potesse aspettare. panini ha poi puntato su un'ottima pubblicità e ha completato il lavoro con una bellissima edizione monografica, senza contare la presenza in edicola della ristampa (l'ennesima!) delle vecchie storie. i social, ovviamente, hanno fatto il resto.
per me, potere e potenza rimane nel complesso un vero e proprio capolavoro, purtroppo, sempre secondo la mia modesta (si fa per dire...) opinione, seguita da un secondo episodio non all'altezza.
tutte le speranze adesso sono riposte nel terzo episodio, sperando che questa triade (non trilogia) di storie possa portare al ritorno in grande stile di un periodico regolare che non debba necessariamente conformarsi a topolino (che da quando è sotto l'egida panini è tornato davvero agli antichi splendori dopo anni in cui è stato davvero illeggibile).
incrociamo le dita!

monster allergy deluxe - informazioni sulla nuova edizione tunué

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chi leggeva monster allergy alzi la mano!

io personalmente adoravo questo fumetto... era una serie pubblicata da disney sotto l'etichetta buena vista che uscì per quasi tre anni (dal 2003 al 2006) e che venne interrotta... al penultimo volume! la rabbia dovuta a questa assurda interruzione fu incredibile. ma ovviamente dopo un po' ci si rassegna e in quasi dieci anni ormai ci pensavo senza diventare verde.

e poi, a maggio di questo anno, la tunué fa il mega annuncio: ristamperanno monster allergy e pubblicheranno anche il famoso trentesimo episodio inedito!

gioia gaudio e tripudio fino a quando non hanno iniziato a parlare di edizione in due volumi. certo, davvero bellissima, un oggetto di lusso, blabla... ma chi come me ha già tutti e ventinove volumetti? deve ricomprare tutto (o almeno metà di tutto) solo per l'ultimo episodio (sì e no trenta pagine?) spendendo una cifra davvero considerevole?

insomma, negli ultimi mesi mi ero convinta di sì.
e dopo quasi dieci anni di attesa per leggere un finale, a un certo punto uno si fa una ragione del costo spropositato e dello spreco incredibile.
amen.
e invece, grazie alla carissima aeris (qui il link al suo canale youtube) ho scoperto che oltre alla versione in due volumi, tunué pubblicherà anche il trentesimo episodio singolarmente (al modico prezzo di 5,00€)


idea veramente ottima quella di pubblicare il trentesimo episodio singolarmente! penso che un sacco di gente, oltre me, ne sarà ultrafelice!
complimenti alla tunué che non ha giocato sul se vuoi leggere il finale devi comprarti tutto il malloppone!

dunque, da quello che viene presentato nel catalogo di messaggerie, il distributore di tunué, oltre ai due mega volumi con i trenta episodi (vol. I ep. 1-15, vol. II ep. 16-30), ci sarà anche il già citato episodio 30 singolo, un volume contenente gli extra, uno spillatino di cui non si sa altro che il prezzo (1,00€), ma che dal titolo aspettando monster allergy presumibilmente raccoglierà il materiale pubblicato sul sito di tunué su m.a., tipo le interviste agli autori e simili, e poi l'edizione limitata in cofanetto contenente tutto quello di cui sopra più una cartolina esclusiva.

gioia, gaudio e tripudio più che massimo! adesso aspetto solo che si sappia la data di uscita!

nuovi non-annunci shoujo da planet manga

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beh sì.
sono cicciati fuori dal nulla un po' di nuovi titoli shoujo su anteprima, in uscita per planet manga.

in primis marmalade boy little, che però sapevamo già da tempo, e che personalmente non mi lascio scappare per nulla al mondo, anche se di tutta la roba della yoshizumi ho salvato solo due titoli - cuore di menta e marmalade boy - e a dire il vero temo parecchio per il danno che possa fare con questo titolo. ma fangirleggio troppo per questa roba.
per chi se lo fosse perso, questo sequel è ambientato parecchi anni dopo la conclusione delle vicende di marmalade boy, e i protagonisti non sono yuu e miki ma i loro fratellini nati dal nuovo rimescolamento di coppie dei genitori.
si prevedono i soliti casini sentimentali che solo la yoshizumi sa regalarci.
staremo a vedere...

poi torna ai minase, con un titolo alquanto imbarazzante, dolce primo amore, che un po', sono sincera, mi tenta. in fondo namida usagi mi era piaciuto per quanto fosse patetico in certi - troppi - momenti... vedrò secondo la disponibilità economica del momento.
di positivo c'è che la serie è già conclusa con il decimo volumetto.


infine la tripletta di yoko maki, con romantica clock, 8 volumi in corso, una storia incentrata su una coppia fratello/sorella in competizione tra loro. non ho trovato altro, ma i disegni (e le copertine!) sono così carine che non posso non prendere almeno il primo volume!
io ti salverò, volume unico anche questo con una copertina carina carina che è finito dritto dritto nella lista delle cose da recuperare, anche perché ho notoriamente un debole per le storie brevi.
il terzo titolo, zen zen, lo segnalo solo per dovere di cronaca. è il primo numero di una serie ancora in corso, plausibilmente comprato in pack insieme a romantica clock, ma ha una cover così brutta che per me è no no no no. poi magari si scopre essere lo shoujo del secolo...
in tal caso lo recupererò.
ma ne dubito.
tutti e tre i titoli usciranno in un pack al prezzo speciale di 11,00€. in realtà non ci si risparmia poi granché, ma se avete intenzione di provarli tutti... 


sempre per dovere di cronaca, è prevista anche una nuova serie di arina tanemura (della quale vorrei tanto recuperare full moon... sigh!), dal titolo - anche questo parecchio imbarazzante - ogni nostro venerdì, ma anche questa pare una ca*ata tremenda, per cui vi rimando ad altri siti per tutte le altre informazioni (sono una pessima blogger lo so...)

sconti bao in arrivo! ovvero: lista della spesa

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l'avevo già spammato sulla pagina facebook del blog (che, così per dire, trovate qui), in ogni caso, tra pochi giorni inizia un mese di megasconti per i titoli bao publishing! e ovviamente qui siamo pronti a rompere i salvadanai e ordinare l'ordinabile.

innanzitutto io ne approfitterò per terminare strangers in paradise, del quale mi mancano gli ultimi tre volumi (che suona meglio di metà della serie). avevo rosicato per anni per poter avere questo titolo in libreria, poi è arrivata la ristampa di bao e non ho perso tempo. almeno per metà.
poi spero di poter acquistare (dannati budget limitatissimi!) dolci tenebre, che desidero da anni e anni e anni e anni e, oppure golem, del quale ho letto recensioni positivissime. anche se il caro giulio macaione (e ne approfitto per dirvi di segnarvi in agenda che la prossima primavera esce il suo basilicò per bao e io non vedo l'ora!) mi ha messo la pulce nell'orecchio parlandomi di saga... e credo che rapinerò una banca (idea sempre rimandata per i legittimi dubbi circa l'uso di tutine nere attillate) (stavo scherzando.) (non rapinerò nessuna banca) (o altro).
ipotesi che potrebbero tutte crollare se mai sullo shop di bao spuntasse miracolosamente in prevendita il nuovo libro di flavia biondi, che dovrebbe per l'appunto uscire a inizio autunno.

per quello che riguarda il misterioso recensore, ha dichiarato di voler recuperare portugal e gli equinozi, ma sempre per colpa di giulio parrebbe interessato anche a pillole blu... ovviamente, visto che per me significherebbe lettura a scrocco di tutto quanto, spero che riesca ad accumulare un bel bottino... (sì, sono una brutta persona e scrocco i fumetti!)

e voi? avete intenzione di approfittare degli sconti?

se siete in cerca di consigli vi lascio qui sotto l'elenco delle recensioni dei fumetti bao publishing che trovate su claccalegge (sì, sono molto autocelebrativa):

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