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basilicò

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e finalmente ci siamo! ho letto basilicò, uno dei fumetti più attesi dell'anno e... posso dire minchia!? senza girarci troppo attorno, giulio macaione ha tirato fuori un capolavoro!


l'unico momento in cui si può fare un resoconto veritiero della propria esistenza è quando questa finisce.
lo sa bene maria morreale, la protagonista del romanzo, lo sa così bene che aspetta la sua veglia funebre per raccontarci la sua storia, in un susseguirsi di flashback che si intrecciano alle voci dei suoi cinque figli: giovanni, il maggiore, uno stimato professore di liceo, un uomo calmo, pacato che soffre di non sentirsi mai abbastanza importante per chi gli sta attorno, agata, artista fallita, che si arrangia con un lavoro che non le piace e con degli amori consumati in poche ore, tra un'ubriacatura e l'altra, diego maria, gay, innamorato dell'amore e del conto in banca dei suoi numerosi fidanzati, rosalia, la più bella, la più realizzata, con un buon lavoro e un marito chirurgo e infine santo, il più piccolo, aspirante giornalista e giramondo.
e poi, ovviamente lei, maria, la signora matura di oggi e la donna giovane e passionale di vent'anni prima, l'amore per suo marito, il desiderio, poi appagato, di diventare madre e sopratutto la sua cucina, i suoi piatti irresistibili (giulio ci fornisce anche le ricette!), insaporiti e resi unici dal suo ingrediente segreto: il suo basilico,'u basilicò in palermitano.
tutti, ognuno a suo modo, con un difficile rapporto con la madre, la tipica brava donna timorata di dio e di quello che dirà la gente, severa e mai troppo amichevole con ciascuno di loro, tutti a soffrire per la mancanza di un padre scappato via con la domestica quando erano solo dei bambini.
nelle ore precedenti alla morte di maria, ognuno di loro racconta la propria storia, le proprie frustrazioni, i fallimenti, i rimpianti, gli screzi con la madre. tutti divisi fino al momento in cui il dolore non li unisce.


quello che inizia come un affresco familiare prende alla fine, con un ritmo perfetto, mai forzato, delle tinte più cupe, lascia pian piano affiorare i segreti nascosti per tutta una vita, fino al momento in cui sarà quasi impossibile credere a quello che viene svelato, nello sfondo di una palermo che svela le sue contraddizioni, la bellezza dei suoi scorci e la miseria e il bigottismo dei suoi abitanti, una città che, come i protagonisti del libro, mostra il suo volto migliore nella maestosità degli edifici e dei monumenti e nasconde nei bisbigli quello che non si può confessare: la regola, così radicata in noi palermitani, che non bisogna dare agli altri modo di parlare male.
giulio macaione dedica questo libro alla sua città, la palermo odiata e amata, e ne offre, attraverso i suoi personaggi, uno dei migliori ritratti che mi sia capitato di trovare tra le pagine di un libro, forse più chiaro e comprensibile per chi ne conosce l'essenza vera, quella che la rende così simile a una madre per nulla dolce, ingiusta a volte, dalla quale però non ci si riesce mai del tutto ad allontanare.

commenti randomici a letture randomiche - parte XVII

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fa così caldo che il post randomico questa volta si limita a due soli libri, i fumetti rimarranno a decantare sulla scrivania ancora un pochino.

uno dei libri che più ero impaziente di leggere mi ha lasciato dentro come un macigno.
è ruggine, racconta la storia di una vecchietta e del suo gatto ferro. ruggineè il soprannome della vecchia signora, gina, così attaccata alla sua bestiola come la ruggine al ferro.
le premesse erano buone, e di certo non posso dire che sia un brutto libro, o che sia scritto male, anzi.
ma la storia è così triste, così penosa da farti stare male.
non serve molto per rendersi conto di cosa siamo diventati, basta guardare le notizie: mariti, fidanzati, ex fidanzati uccidono le mogli, fidanzate, ex fidanzate, o le costringono a vivere vite orribili, ragazzine stuprate e poi accusate di essersela cercata (questa cosa mi fa così incazzare che aprirei volentieri un ombrello nel culo di chiunque lo dice, giusto per fargli capire cosa vuol dire, per poi dirgli eh, ma te la sei cercata), ragazzini che per passare il tempo uccidono povere bestie e mettono i video su internet, razzismo in ogni dove, l'odio per chiunque sia diverso, i pregiudizi verso i gay, la glorificazione dei propri reati e l'esaltazione della meschinità.
ora, non so voi, ma quando leggo un libro cerco di scappare a tutto questo. voglio, anche solo per poche ore, anche solo tra le pagine, un mondo diverso. un posto in cui la gentilezza, l'onestà, il rispetto, la giustizia, il riscatto esistono. ruggine non è uno di questi libri. è reale, crudo, vero, eppure fin troppo pessimista, fin troppo disperato. è tremendo.
gina è una vittima, ha sofferto dolori così atroci da non poterli neppure nominare, è sola, e odiata in quanto vittima, in quanto anziana, in quando diversa, in quanto donna. è considerata una vecchia strega.
mi ha fatto male leggere questo libro, assistere impotente alla sua storia.
non è brutto questo libro, no, ma decisamente non fa per me. mi metterà tristezza anche solo vederne la copertina da adesso in poi, mi aspettavo qualcosa di meno pesante, forse a tratti un po' comico, un po' sulla scia de la fantastica storia dell'ottantunenne investito dal camioncino del latte. e invece niente, il mio intuito ha toppato alla stragrande.

un libro che invece mi è piaciuto parecchio, e che ho preso a scatola chiusa, è purgatorio di tomás eloy martínez, che ho letto un sacco di tempo fa, e del quale, per un motivo o per un altro, non ero ancora riuscita a scrivere nulla qui.
simón cardoso era morto da trent'anni quando emilia dupuy, sua moglie, lo incontrò all'ora di pranzo nella saletta di trudy tuesday.
quando un libro comincia così, tu cosa puoi fare? niente, devi continuare a leggerlo, fino alla fine.
e così si comincia a scoprire la storia di emilia e della sua famiglia: lei così pura, ingenua, innamorata di simón, protetta - suo malgrado - dal suo nome, lei piena di speranza per il futuro, lei così fuori dai luoghi comuni che la vogliono casalinga, moglie e madre, lei con il suo lavoro, lo stesso di simón. e dietro di lei il padre, il signor dupuy, alleato di un regime oppressivo, padre freddo e lontano che guarda la figlia dall'alto, giudicandola senza mai provare a capirla, senza mai mettersi nei suoi panni, lui che gli unici panni che sa indossare sono quelli dei vincitori, dei prepotenti.
la storia di emilia, dalla breve felicità del matrimonio alla lunga sofferenza per quel marito sparito, desaparecido, dopo un interrogatorio e mai più tornato, quel marito che tanti hanno visto morto e che però lei sa essere vivo, quel marito per cui, per trent'anni, ha mantenuto la speranza, la certezza, di ritrovare. e che infatti ritrova, per caso, in un ristorante.
da quel momento, avanti e indietro tra i ricordi del passato, tra i momenti felici con il marito e quelli amari trascorsi in seno alla famiglia, con un padre violento e opportunista, una madre infelice e malata e una sorella incapace di guardare oltre la punta del proprio naso, la storia di emilia prende pian piano forma. martínez non ci restituisce solo il ritratto di una donna, ma, attraverso di lei, quello di un'argentina piagata e distrutta da una dittatura feroce, dal tremendo fenomeno dei desaparecidos.
un romanzo potente, forte, lirico e bellissimo.

avevamo ragione noi

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*attenzione. questo post riflette una chiara ed esplicita visione politica e sociale circa i fatti di genova di quindici anni fa, durante il purtroppo noto g8. chiedo fin da adesso che chiunque voglia commentare questo articolo, se non vuole limitarsi al libro avevamo ragione noi di domenico mungo, lo faccia, anche se magari la pensa in modo diverso dal mio, rispettando le vittime di quei giorni, e in ogni caso, le regole che trovate nel disclaimer del blog.*

20 luglio 2001 ~ 20 luglio 2016. sono passati quindici anni dalla morte di carlo giuliani, uno di quei tanti, tantissimi ragazzi che erano andati a manifestare i loro ideali contro i prepotenti del mondo nella genova in assetto di guerra del g8. quindici anni da quando di quei tanti ragazzi, uno non è più tornato, quindici anni da quando, nella civilissima italia, ragazzini, giornalisti, manifestanti sono diventati carne da macello.

tocca una premessa a questo libro, se vi scoccia potete saltarla tranquillamente, mi rendo conto che è un papirone, però sono cose che tengo a scrivere, anche perché è la prima volta che lo faccio.
nel luglio del 2001 avevo quattordici anni, era l'estate tra il quarto e il quinto ginnasio, di g8 a scuola se ne parlava parecchio, ne parlavano sopratutto i ragazzi più grandi, quelli del triennio, quelli dei collettivi, quelli che qualcosa in più di noi, che eravamo ancora un po' troppo bambini per capire per bene cosa voleva dire gi-otto. andare a genova a manifestare era fuor di discussione, non provai nemmeno a chiedere il permesso, mi metteva a disagio la sola idea di stare così lontana da casa insieme a gente che non conoscevo e che - bisogna ammetterlo - mi faceva sentire fuori luogo, troppopiccola per queste cose.
passai i giorni incollata alla tv, sbirciando i giornali che comprava mia madre e qualche altra rivista di informazione che acquistai in edicola, ai tempi in cui internet non avevo ancora idea di cosa diamine fosse. mi piacevano quei cortei di gente colorata, divertita, che camminava, cantava, urlava slogan, tutti insieme, tutti diversi, tutti uniti contro l'idea che otto persone, chiuse in un palazzo, potessero decidere le sorti del mondo, senza chiedere niente. mi faceva rabbia che si dovesse cancellare l'aspetto umano di una città (ve la ricordate la questione delle mutande appese?) per trasformarla in uno scenario di guerra.
era per me il periodo delle prime manifestazioni, pensavo che, anche se cambiava il numero dei partecipanti al corteo, non potevano cambiare le regole, che per me erano semplici e immutabili: partecipo perché voglio dire che la tal cosa non mi sta bene, dico che la tal cosa non mi sta bene partecipando a un corteo che canta slogan perché è un modo onesto e pacifico di esprimere la mia idea. la polizia ci assicura che nessun idiota possa infilarsi nel corteo a fare qualcosa di pericoloso. le cariche le facciamo perché sono divertenti, un po' pericolose, ok, puoi cadere, ma ci si tiene per mano mentre si corre, le facciamo contro la strada vuota e sotto gli occhi di chi guarda perché, a dirla tutta, è divertente anche da vedere.
questo era quello che conoscevo e non potevo credere che a genova sarebbe stato tanto diverso.
ai primi pestaggi, ai primi ragazzi con le facce spaccate, con gli occhi gonfi, le bocche piene di sangue, alle prime scene in cui gente in divisa, con i volti coperti e irriconoscibili, con gli anfibi rinforzati, massacrava di calci e manganellate ragazzini a terra che si facevano scudo con le braccia, arrivò il primo shock.cosa diamine stava succedendo lì? ero sconvolta ma sopratutto arrabbiata: non sono quelle le regole.se io cammino, canto e grido slogan, tu non puoi farmi del male. se io ho le mani alzate, tu non puoi picchiarmi. se io tiro un sasso, tu non puoi spararmi.
ma quella gente in divisa, quei tizi che massacravano i ragazzini, non erano quelli che ci dovevano difendere? proteggere? non erano quelli che dovevano assicurare che i manifestanti non venissero attaccati da quelli che volevano rovinare tutto? e perché quelli che invece sfasciavano, distruggevano, incendiavano, quelli non venivano nemmeno fermati? perché li stavano a guardare?
se c'è un momento in cui perdi l'innocenza dell'infanzia, la fiducia in quello che ti dicono sia il modo in cui le cose funzionano, per me sono stati i giorni di genova, mentre seguivo dalla tv quello che succedeva dall'altra parte del paese. fu quando un ragazzo mingherlino in canottiera alzò sulla testa un estintore vuoto e un carabiniere gli sparò in faccia, e poi un altro gli passò sopra con una camionetta che, miracolosamente, ora, dopo parecchio minuti, sembrava di nuovo riuscire a guidare. fu sopratutto quando, i primi minuti dopo l'assassinio di carlo, giornalisti e forze dell'ordine cominciarono a cercare di spalare merda: prima cercando di convincere che carlo era stato ucciso da un sasso (tirato evidentemente fa superman, visto che ha impattato sulla faccia di carlo come farebbe un proiettile), poi che carlo stava minacciando la vita di un carabiniere (con un estintore vuoto. e il carabiniere era dentro una camionetta. e il lunotto, per quanto il vetro fosse sfondato, era troppo piccolo per far passare l'estintore, anche se fosse stato tirato con la massima precisione. e la camionetta non era davvero bloccata, visto che dopo pochi minuti è riuscita a spostarsi. e non era nemmeno isolata, visto che a pochi metri era pieno di poliziotti che guardavano senza fare nulla. tutti i dettagli su quanto successo, e la ricostruzione fotografica di quello che è stato, li trovate qui ed è inutile ricordarvi che sono immagini forti, perché credo che sono ancora impresse nelle menti di tutti), e subito dopo che fosse un tossico, che fosse un delinquente, che venisse da chissà quale famiglia (tutte falsità, ovviamente, ma lo ripetiamo perché non fa mai male). fango e merda su un ragazzo assassinato e sfregiato da esseri che ancora, a distanza di quindici anni, non sono riuscita a definire, perché per quanti siano i modi abbia imparato per offendere qualcuno, ancora non basta.
l'orrore di quel venerdì pomeriggio non fu abbastanza per gli assassini di questo paese, i pestaggi iniziati i giorni prima continuano e con maggiore violenza, ormai non si contavano più le foto e le riprese di ragazzi e ragazze sanguinanti in mezzo alle strade. durante la notte, con la più assoluta e totale mancanza di dignità, di onore, di decenza, di rispetto, di umanità, le forze dell'ordine compirono la mattanza all'interno della scuola diaz. non ci sono documentazioni di quanto avvenuto ma le foto del dopo e le testimonianze bastano a immaginare l'orrore irragionevole avvenuto tra quelle mura.
in quel momento, tutto quello che hai imparato a scuola su questo paese, lo accartocci e lo butti nel cesso. i diritti, la costituzione, la democrazia, la repubblica... non esisteva più niente in quei giorni, e non è esistita più per tante, troppe volte. c'erano dei pazzi assassini violenti e furiosi, c'erano quelli che, impunemente, cantavano motivetti fascisti e pestano ragazzini con le magliette colorate e il sogno di un mondo più giusto per tutti.
il ricordo di quei giorni a genova mi ha ossessionata per anni, continua a farlo. rimangono la rabbia e la voglia di giustizia che non c'è mai pienamente stata.carlo e gli altri ragazzi sono stati troppo spesso dimenticati, la loro storia pian piano è stata seppellita sotto altri fatti di ingiustizia e violenza, eppure quei giorni non possono essere cancellati dalla nostra storia.

tutto questo per arrivare a parlare del romanzo di domenico mungo, uscito da pochissimo per eris edizioni, avevamo ragione noi, che è esattamente quello che ci voleva per ricordare e per chiedere giustizia, ancora una volta, ancora dopo quindici anni, i fatti di quei giorni.


andando a ritroso, dalla premiata macelleria diaz all'inizio festoso e colorato del primo corteo, quando nulla di quello che poi accadde poteva anche solo essere immaginato, domenico mungo da voce ai ragazzi che erano presenti nelle strade di genova, fa raccontare a loro stessi i fatti di quei giorni: un ragazzo che riprende con la telecamera le aggressioni fino a quando non riceve le prime manganellate anche lui, un'infermiera ancora sconvolta dopo anni per le ferite orribili che ha dovuto risanare, un poliziotto ultrà, il ragazzo con il casco color granata vicino a carlo in piazza alimonda.
ognuno ha la sua voce, il suo modo di esprimersi, i suoi ricordi, ma l'orrore e lo sgomento sono gli stessi per tutti. ogni capitolo è il frammento di un puzzle che ricomposto ci riporta a quindici anni fa.
un romanzo corale, crudo, sincero, spietato, veloce: non c'è spazio per le cronache, che conosciamo fin troppo bene ormai, il tempo è quello frenetico della fuga tra i lacrimogeni, quello confuso dei ricordi, quello spezzato dalle botte in testa.
dopo quei giorni nulla, per nessuno, sarebbe più stato lo stesso. sopratutto per chi genova l'ha vissuta: è una generazione che raccoglie i cocci dei propri sogni e cerca di ripulirli dal suo stesso sangue.
fatti a pezzi, picchiati, insultati, abusati, distrutti ma non vinti. gli sconfitti rimarranno sempre quelli nascosti dietro i caschi, e ancor di più, quelli nascosti dietro una scrivania, a urlare ordini via radio.

ad accompagnare i testi, le illustrazioni di paolo castaldi, dalla già evocativa copertina, dove le mani dipinte di bianco dei manifestanti pacifisti si stagliano su un cielo fumoso e rosso sangue, alle immagini all'interno, più fredde, in un bianco e nero pulito e a tratti angosciante: dalla schiera di poliziotti tutti uguali, con il volto distorto da ghigni grotteschi, al giovane costretto al muro della caserma di bolzaneto, con la schiena piagata pronta al prossimo colpo, fino alla scena - forse più rappresentativa dell'atmosfera delle strade intorno alla zona rossa - nella quale minuscoli manifestanti cercando di parare i colpi di giganteschi uomini in divisa.

un libro importantissimo, oggi e in qualsiasi altro giorno, da leggere per ricordare, per dar voce a chi in questi quindici anni non è ancora riuscito a ottenere giustizia.
e per ribadire, ancora una volta, che nessuna manganellata può fermare la speranza di un mondo migliore.

commenti randomici a letture randomiche - parte XVIII

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e questa volta tocca ai fumetti! pochi e usciti già da un pezzo. ormai in fumetteria ci vado veramente di rado e prendo poca roba, e la cosa mi deprime da morire! però adoro tutte e quattro le serie di cui vi parlo oggi, quindi, tutto sommato, posso dire di essere contenta... vorrei solo riuscire a mettermi in pari con un po' di altra roba (sopratutto star comics... non lo faccio apposta, ma quei manga non li trovo quasi mai e sto indietro con un sacco di titoli!)
vi avviso che ci sono spoiler, ma ormai credo proprio che questi numeri li avete letti tutti...

nel quarto volume di romantica clock sembra si stia rallentando un po' il ritmo: l'attenzione è tutta focalizzata sui gemelli e sull'assurdo desiderio di akane di dimostrarsi per una volta superiore ad aoi ma in modo onesto, senza sotterfugi di sorta. così ha deciso di entrare alla stessa scuola che ha scelto suo fratello...
volumino carino ma senza grandi rivelazioni, quello che sembrava il nemico giurato di aoi si smoscia subito, per rivelarsi il tipico arrogantello buono dentro.
tanta gioia per l'episodio dedicato a milky ♥

densissimo di eventi invece l'undicesimo volumetto de il fiore millenario, che si avvicina alla conclusione (l'ultimo volume sarà il 14 o il 15, quindi se ancora non avete recuperato questa serie b e l l i s s i m a datevi da fare che non avete più scuse).
tan riesce nella sua rivolta contro il re e si rivela essere, in fin dei conti, qualcosa di meglio dello stupido superbo che aveva cercato di far credere. come ogni rivolta (tranne quelle organizzate ad hoc per rafforzare un potere in modo incostituzionale, ma queste cose succedono nel mondo reale, non nei fumetti), c'è un prezzo da pagare, e questa volta toccherà a ko, fratello maggiore di tan creduto morto e tornato per combattere contro il re, perdere la cosa più preziosa. lacrime e tristezza senza decenza.
a-ki e hakusei finalmente si ritrovano, gioia per chi li shippa tanto quanto me (sono una delle mie coppie preferite, spero che la cosa finisca bene e alla fine possano stare insieme) ma nessuna scena memorabile per il cuore delle fangirl. ma a quanto pare non c'è tempo per le melensaggini, ormai lo scontro con do-hi è imminente e a-ki è più determinata che mai. e io soffro tantissimo ad aspettare e aspettare e aspettare tra un volume e l'altro...

quarto volume anche per marmalade boy little, nel quale la storia di rikka e aoi, dopo un'impennata
fatta di tentativi di baci, dolci fatti a mano e l'immancabile appuntamento di natale, finisce, con lui che la pianta, sicuro che il loro amore non sia vero.
inutile che io esprima pareri su questa cosa, mi sembra così stupida che non ce la faccio neanche a pensarci. saku adesso non ha rivali, il suo amore per rikka è puro e indistruttibile. la poverina è parecchio confusa a proposito dei sentimenti che prova per saku - un amore esclusivamente fraterno, almeno fino a ora - e la consapevolezza dell'amore di lui... alla yoshizumi piacciono le adolescenze travagliate! uh, miki e yuu si sono finalmente sposati! evviva evviva!!! e a fine volumetto c'è anche uno speciale ambientato quando rikka e saku erano piccini e la storia di yuu e miki era cominciata da poco: un extra simpatico e piacevole.
dal prossimo numero mi auguro che tra i due fratelli si chiarisca un po' la situazione perché tutto questo sta mettendo più ansia a me che a rikka!

e l'ultima lettura in ambito manga è stata il quindicesimo volume di natsume degli spiriti, fumetto che continuo ad adorare episodio dopo episodio. è raro trovare qualcosa di tanto poetico, di così capace di portarti in un altro mondo, fatto di boschi e di campagna, una storia che ti immalinconisce e ti fa sperare che la gentilezza, l'amicizia, la lealtà possano esistere ancora.
natsume degli spiritiè il mio attimo di pace, mi rinfranca leggerlo, mi fa stare veramente bene. è uno dei migliori antistress di sempre, dovreste provare!
nella prima storia torna natori, che pare cominci a sospettare che natsume nasconda un segreto, e che si tratti anche di qualcosa di importante.
nella seconda storia un piccolissimo e tenerissimo yokai dall'aspetto simile a un fungo in kimono, cercherà di ottenere a tutti i costi un posto nel corteo di uno spirito di molto superiore a lui, che aveva conosciuto tempo addietro e che, nonostante le palesi differenze, aveva stretto amicizia con lui.
è incredibile come si possa raccontare di impegno, determinazione, lealtà e amicizia senza mai scadere nel banale. yuki midorikawa è davvero una poetessa.
l'ultima storia mi è piaciuta da morire, è concentrata tutta sulla figura della signora toko prima dell'arrivo di natsume e nei primi periodi di convivenza con il ragazzo. la signora toko ha un animo gentile, generoso e discreto, accoglie con gioia quel ragazzino strano, con un passato tanto sfortunato, e accetta le sue stranezze come qualcosa di speciale, senza averne timore.
è la persona perfetta, premurosa e mai impicciona, per natsume. è una figura che mi piace moltissimo e sono stata felice di leggere una storia così bella dedicata a lei.
apprendo con gioia che in patria la serie è arrivata al ventesimo volumetto ed è in corso: per quello che mi riguarda, posso continuare a leggere le avventure di natsume per sempre, non riuscirei a stancarmene mai!

cosa c'è nella mia wishlist - parte III

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fa un caldo tale che stare davanti al pc è impossibile.
camera mia, dove si trova il computer, dalle 14 alle 21 è un vero e proprio forno, c'è un caldo che fiacca, fa chiudere gli occhi e ammosciare le ginocchia, passo il tempo a mandare giù zucchero e acqua e ho la mente costantemente annebbiata. scrivere post sensati qui è sempre più difficile in questa situazione, senza contare che nel frattempo
a) dovrei passare la cristallina - che ancora non so neanche come si diluisce - sulla roba che ho fatto negli ultimi mesi, fare l'ultima infornata e finire tutto (per chi non lo sapesse, sì, ho iniziato a lavorare l'argilla),
b) fare le foto a tutti questi oggetti, che non sono pochi,
c) riprendere il negozio, sistemare tutti gli oggetti in vendita e cercare di pubblicizzarli, nel frattempo
d) devo finire editing e impaginazione di un testo di circa 140 pagine e solo all'idea mi sento male, e come se non bastasse
e) mi sono imbarcata in un progetto con mia cugina per realizzare dei quadretti con frasi tratte dalla bibbia (ebbene sì) che dovremmo vendere in una chiesa che frequenta lei. se tutto questo non fosse ancora abbastanza
f) sto aspettando anche che, dopo un lungo carteggio elettronico (si può chiamare così?), mi arrivi una risposta per un lavoro part time e, in tal caso, si aggiungerebbe anche questo a tutta la roba di cui sopra, e io sto cercando di capire come resistere a tutto.
per quanto ci sia un po' roba che ho letto in questi giorni (come trovo il tempo per leggere? fa troppo caldo per prendere sonno la notte e sto un sacco di tempo in bagno, per quanto poco romantico possa essere) e che aspetta una recensione, ma niente, non ce la faccio. scriverei solo idiozie su molte cose che invece meritano qualcosa di più.
quindi ho pensato di tornare a fare una lista dei miei motivi di rosicamento (per quello che riguarda libri e fumetti, in realtà c'è ne sono molti altri, primo fra tutti voglio un dannato telefono nuovo per poter giocare a pokemon-go senza dover aspettare che mi prestino un cellulare per giocare - cosa realmente accaduta) per prendere tempo e non lasciare morire il blog insieme a me. 
di buono c'è che sono riuscita a fare qualcosa di decente in questi giorni nonostante tutto, quindi dopodomani c'è il post su freezer del book blog tour di bao, non ve lo perdete eh!


dopo avevamo ragione noi sono entrata ancora più in fissa con i romanzi editi da eris, i miei oggetti del desiderio sono attualmente questi due, io non sono come voi e fate fuori il vostro capo: licenziatevi!, di cui vi consiglio questo estratto.


e sempre di eris c'è il celestiale bibendum. giusto per farvi venire voglia, fino all'undici agosto sul sito dell'editore tutto il catalogo sta in promozione al 25% di sconto.
e, se ve lo eravate persi, qualche tempo fa ho parlato anche de la repubblica del catch, sempre di de crécy.
io spero di riuscire a prendere almeno uno di questi tre titoli (così capite anche perché sto facendo tutti questi lavori in contemporanea)


ci sono poi questi due romanzi che ho beccato per caso in un giro in libreria, non ne so moltissimo, ma da quel poco che ho leggiucchiato mi ispirano da morire: l'incredibile viaggio di albert - l'ornitorinco che voleva conoscere il mondo ha un titolo che parla da sé, mentre la misteriosa scomparsa del piccione migratore ha un vecchietto asociale per protagonista e, ormai lo sapete, adoro i vecchietti asociali.


tutti i miei futuri sono con teè un libro di poesie avvistato in uno dei tanti giri alla feltrinelli, non conosco l'autore, non ho idea di come sia ma mi ispira veramente tanto. e poi ha una copertina davvero carina e la cosa non fa che accrescere la voglia di leggerlo.


ali di farfalla l'ho prenotato da una ragazza a inizio anno, adesso che è finalmente finito (o comunque manca poco all'uscita dell'ultimo volume, non so perché è da tanto che non passo in fumetteria) mi tocca aspettare veramente poco per potermelo finalmente sciroppare. e meno male, perché sono in astinenza da lettura compulsiva di serie shoujo puccio-adolescenziale.


in ultimo due titoli di prossima uscita, che inserisco qui perché non mi piace troppo fare post sul blog solo per comunicare annunci che trovate sparsi per tutta la rete.
però li voglio tantissimo e quindi: lovely complex two, volumino autoconclusivo che la planet pubblicherà a settembre, una raccolta di storie sui personaggi secondari della serie principale e su personaggi nuovi (no, non l'ho letto, ho preso le informazioni da bakaupdates) e poi shirley di kaoru mori (devo ancora recuperare emma, uffa!), annunciato, come era prevedibile, da j-pop in questi giorni e che - se ho capito bene - verrà pubblicato in un unico volume.

avete letto qualcuno di questi titoli? li avete in wishlist? me li consigliate? no? blablabla.

book blog tour "freezer" V tappa ~ la playlist musicale di freezer!

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e ci siamo! secondo book blog tour organizzato da bao publishing, dedicato al cicciomegafichissimo freezer di veronica cattatello, quinta tappa: accendete le casse e alzate il volume! eccovi la playlist veci approved di freezer! ♪ ♫ ♪


prima di cominciare, due paroline su freezer, che mi è piaciuto da matti, vorrei spenderle anche io. protagonisti della vicenda, alquanto imbarazzante, sono i robinson, la famiglia perfetta per una sit-com, tanto comuni e banali quanto fuori dagli schemi: mamma casalinga fissata - a modo suo - con la pulizia e con un'acconciatura alla marge simpson che richiede svariate tonnellate di lacca, papà attore di pubblicità (della carta igienica) frustrato dal non aver ancora raggiunto il successo che merita, zio affetto da catisofobia (io non sapevo neanche potesse esistere, comunque a quanto pare la fobia di sedersi esiste ed è riconosciuta come tale) che non è troppo bravo nel relazionarsi con la gente, ma pare abbia conosciuto su internet l'anima gemella, mina, la vera protagonista della storia, un'adolescente che non ha nessuna voglia di crescere, presa in giro per il suo atteggiamento infantile e i suoi capelli stile lorenzo il magnifico, quella diversa in una scuola di adolescenti cool, e poi elvis, il pestifero fratellino minore (che odia il suo più famoso omonimo proprio per via del nome che quei fanboy dei genitori gli hanno appioppato), la nonna, piccola, dolce e sempre silenziosa, e infine kafka, un gatto che cerca di fare concorrenza ai coniglietti suicidi senza - per fortuna! - riuscire a compiere i suoi piani autolesionisti. c'è anche un vicino odioso e impiccione con un cagnolino adorabile (solo il cagnolino è adorabile, eh).
in un momento di ristrettezze economiche, quando a diego, il papà di mina, viene proposto un provino, tutta la famiglia decide di intraprendere il viaggio in camper. ed è proprio durante il viaggio che... no, niente spoiler!
adesso mina, oltre ai difficili rapporti con i suoi compagni di scuola, oltre alla paura di crescere deve misurarsi con qualcosa di veramente troppo grande per lei.
nonostante il momento thriller, veci riesce a mantenere il tono allegro e scanzonato fino alla fine, regalandoci persino una scena extra per la gioia dei fan di kafka (è meraviglioso quel gattino! io lo amo follemente!)
una nota la devo anche ai disegni, che mi piacciono da impazzire: sono cartooneschi e forse un po' naïf (nell'accezione migliore del termine), i personaggi sono caratterizzati in modo perfetto a livello grafico, lo stile di colorazione è perfetto e nonostante la forte stilizzazione le espressioni sono vive e realistiche. quelli che mi piacciono di più, dal punto visivo e no, sono la nonna e kafka. prima o poi voglio incontrare veci e chiederle di disegnarmeli insieme!
senza divagare oltre, freezer è un romanzo che consiglio caldamente a tutti perché a) è divertente e a tratti un po' grottesco, b) ti catapulta indietro all'adolescenza e - ammettetelo! - abbiamo bisogno tutti di tornare con i ricordi a quell'età per poterci finalmente pensare con un sorriso, c) l'avventura!, d) c'è un gattone nero e buffo con inclinazioni da aspirante suicida e una vecchietta adorabile con le guanciotte. e sopratutto perché veci è bravissima a tessere la trama di un racconto che stupisce a ogni pagina e che riesce a far ridere e commuovere insieme.
leggetelo assolutamente! e non scordatevi di ascoltare le canzoni che veronica ha scelto per il suo romanzo! qui sotto il giochillino che abbiamo inventato per dare a freezer una colonna sonora. buona lettura!

ciao veronica, benvenuta su claccalegge e grazie per aver accettato di partecipare a questo giochino!
freezer, come dicevo, ha l'atmosfera di quelle sit-com in cui si raccontano, con intelligenza e ironia, le avventure di una famiglia un po' strampalata eppure così comune e plausibile, da farci immediatamente identificare con il protagonista, l'altrettanto plausibile e comune adolescente in pieno odi et amo con tutto il resto del parentame e, beh, del mondo.
ora, che sit-com sarebbe senza una colonna sonora? bao mi ha proposto di creare una playlist per freezer, ho pensato però che fosse più sensato individuare dei punti "chiave" del tuo romanzo (alcuni sembrano un po' oscuri così, ma non voglio fare spoiler!) e scegliere per ognuno una canzone, non importa quale sia il criterio di associazione!
Mi piace molto questo compitino! Aggiungendo la colonna sonora a Freezer, è come se trasformassi il mio fumetto in un film, e la musica è una delle mie più grandi passioni, oltre al fumetto.
mina, la protagonista della storia:
Per descrivere Mina, la protagonista della storia, ho scelto una canzone di Lucio Battisti, "Emozioni", da un lato perché richiama il carattere emotivo e malinconico di Mina, il verso in cui il cantante canta: "...e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare, un sottile dispiacere" sembra scritto per lei, dall'altro lato, Battisti richiama subito alla mente Mina, la cantante da cui la protagonista ha preso il nome.

i genitori di mina e elvis, il fratellino pestifero:
Per i genitori di Mina, visto che li ho chiamati Robinson proprio in onore della canzone di Simon & Garfunkel, non posso che scegliere "Mrs Robinson"! Per quanto riguarda il fratellino, gli affido una canzone del suo odiato omonimo, "Hound dog" di Elvis Presley.

la nonna (oh, la nonna!):
Per la nonna ho scelto un gruppo musicale che mi ricorda i tempi in cui ero giovanissima e rock'n roll, e ancora non svenivo ai concerti, "Juicebox" cantata dai The Strokes. Ho scelto questa canzone per il verso: "Oh you’re cold. You're so cold." (Sei così fredda), capirete il motivo leggendo il libro.


il viaggio in camper:
Per il viaggio in camper quale canzone più azzeccata di "The passenger" di Iggy Pop? Ma per il momento della spinta al pulmino, mi sono immaginata come colonna sonora, una canzone apparentemente senza senso, il che la rende ancora più azzeccata, ovvero "Ça plane por moi" di Plastic Bertrand.


gli amori a distanza:
Per gli amori a distanza, la prima canzone che viene in mente è di Laura Pausini, ma devo rimanere fedele ai miei gusti musicali e quindi propongo "louie louie" nella versione dei The Kingsman, perché racconta la storia di un marinaio giamaicano che ritorna dalla sua amata.
il momento "thriller":
Ovviamente per il momento thriller ho scelto "Psycho killer" dei Talking heads, si commenta da sola.
bubu e la crescita di mina:
Per la transizione di Mina da bambina ad adolescente, ho scelto una canzone degli Urge Overkill, "Girl you'll be a woman soon" (Ragazza, Tu Diverrai Presto Una Donna).
kafka, il gatto suicida:
mi sono detta, quale band può rappresentare al meglio il male di vivere del gatto, Kafka? la risposta è stata, sicuramente i Joy Division, ho scelto come brano musicale, "Disorder".


grazie mille a veci! e per finire, ecco il riassuntone con tutti i post book blog tour di freezer:
I tappa ~ oh ma che ansia: introduzione al libro e ai personaggi e annuncio givaway
II tappa ~ il giro del mondo attraverso i libri: in viaggio on the road con freezer
III tappa ~ chibiistheway: videorecensione
IV tappa ~ she was in wonderland: intervista a veronica "veci" carratello
V tappa ~ a clacca piace leggere: la playlist musicale di freezer
VI tappa ~ la fenice book: l'artista all'opera - making of (lo trovate online tra un paio di giorni!)

regolamento per partecipare al giveaway:
- mettere mi piace alla pagina facebook di bao publishing;
- diventare lettori fissi/seguire i blog/vlog partecipanti;
- commentare tutte le tappe del book blog tour;
- compilare il form con i dati (per il giveaway);
- condividere il book blog tour sui social;
- tenere le dita incrociate!

sembrava una felicità

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a meno che non siate nati negli anni duemila, credo che vi ricordiate bene com'era guardare le diapositive da piccoli, l'attesa tra una foto e l'altra, il ronzio del proiettore di sottofondo, il pulviscolo illuminato sospeso a mezz'aria.


sembrava una felicità mi ha catapultato in una sorta di stanza mentale, buia, riscaldata dal motorino del proiettore e riempita da quel ronzio ansiogeno: click - immagine - buio - click - immagine - buio.
mentre leggevo cercavo di dare un nome, di definire in qualche modo quella sensazione che mi metteva addosso il racconto. non era esattamente ansia, era qualcosa di diverso, una sorta di aspettativa puntualmente spiazzata. cosa sta provando questa donna che mi racconta a spezzoni la sua vita? cosa la scuote così forte nonostante provi a ogni costo di rimanere ferma?
me lo spiega direttamente lei con queste frasi: stato di perplessità che precede il crollo schizofrenico. è accompagnato dal cosiddetto "sguardo della verità".
ecco cosa c'è.
la prima parte del racconto sembra un enorme climax verso il crollo, un crescere di ansia mai veramente riconosciuta.
una donna vuole diventare una scrittrice, un mostro d'arte.
si innamora. si sposa. ha una figlia che ama follemente e dalla quale, in qualche misura, sembra soggiogata e spaventata. perde la sua ambizione senza rassegnarsi a farlo. la sua vita è come una collana in cui i piccoli, innocui disastri si susseguono come perle. l'amore è il filo che tiene tutto insieme, che da all'esistenza un equilibrio, se pur fragile.
è nel momento in cui questo filo si spezza che si spezza qualcosa pure nella voce che racconta la sua storia, al punto che smette di parlare di sé e inizia a raccontarsi in terza persona, ormai svuotata di desideri e significati: non è più io, è la moglie, una creatura che, come la parola che usa per definirsi, ha senso solo in relazione a un'altra. è un'altra, si è tirata letteralmente fuori dalla sua vita, sta come davanti a uno schermo a guardarsi. una lunga serie di diapositive in cui non vuole più riconoscersi.

quando ho preso questo libro, a una marina di libri, mi hanno detto è bellissimo, molto sperimentale, merita moltissimo. e quindi mi aspettavo parecchio, per questo l'ho lasciato un po' da parte, con il timore che potesse deludermi.
invece, nonostante le premesse fossero già ottime, mi ha sorpresa parecchio - ovviamente - in positivo. jenny offill è entrata a pieni voti nella categoria autori di cui voglio leggere tutto il leggibile.

akagami no shirayuki hime ~ season 2

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ho fatto la solita overdose di anime, un po' per colpa del fa troppo caldo per vivere, un po' perché sono in astinenza di manga e mi ci vorrà ancora un po' prima di riuscire ad andare in fumetteria, ma sopratutto perché mi sta veramente logorando i nervi questa storia dei diritti del manga da cui è tratta la serie, che si sa da quasi un anno che non sono più di j-pop ma non si ha idea di chi li abbia comprati. dobbiamo davvero aspettare fino al prossimo lucca comics per scoprirlo? sigh...
comunque sia, in un giorno e mezzo (più che altro in una notte e mezza giornata...) mi sono scodellata la seconda stagione di akagami no shirayukihime (della prima stagione ne ho parlato qui).

seconda stagione che mi è piaciuta moltissimo, non fosse stato per il finale che... non finisce un bel niente! i presupposti per una terza serie ci sono tutti, il materiale credo pure - il manga è arrivato al sedicesimo volume ed è in corso - ma ancora non c'è nessun annuncio.
praticamente questa è la serie dei rosicamenti. da anni.

parlando dell'anime: la storia continua da dove si era interrotta la prima stagione e aggiunge un sacco di nuovi elementi, nuovi personaggi e nuovi sviluppi che non ero neanche riuscita a immaginare.
dai pirati (!) alla scoperta delle origini di shirayuki, passando per lo stravolgimento totale della figura di raji di tanbarun (ve lo ricordate il cattivone per colpa del quale ha inizio l'avventura di shirayuki?). shirayuki e zen continuano a crescere, sempre insieme ma sempre senza dimenticare ciascuno il proprio obiettivo. da questo punto di vista sono una coppia davvero bellissima, forse una delle meglio riuscite delle serie shoujo che ho letto/visto ultimamente: si amano ma non sono morbosamente dipendenti uno dall'altra (e sopratutto una dall'altro). quello che però mi fa impazzire di questi due è la sindrome da kimi ni todoke (chi legge il manga sa di che parlo, per gli altri intendo dire che sono imbranati come due spugne marine, per un bacino dobbiamo sorbirci ore di sviolinamenti, facce arrossate, occhi imbarazzati e vocine tremolanti... e basta adesso, dai!), però continuano a piacermi nonostante tutto.
anche se ammetto di aver fatto il tifo per obi per buona parte della serie. mi spiace per zen, ma personalmente obi mi piace molto di più. quello che ho ammirato in lui, in questa serie ancora più che nella prima, è la sua devozione fedele e la sua amicizia sincera nei confronti di zen e di shirayuki: è cotto di lei, e questo è chiaro, ma non da spazio a questo sentimento non tanto per la squallida idea che la donna è di proprietà del capo e su questo non si discute, ma perché per lui è veramente importante l'equilibrio del gruppo e il rispetto dei sentimenti di shirayuki. dopo questi dodici episodi , in cui si vede anche un piccolo flashback che riguarda il suo passato, si è guadagnato il titolo di mio personaggio preferito della serie

il livello qualitativo dell'animazione è medio-alto, esattamente come nella prima serie, non ci sono tempi morti, non ci sono filler inutili, non ci sono personaggi-macchietta.
c'è solo una miniclacca dentro di me che piange e batte i pugni per avere subito la terza serie!

la città dei libri sognanti

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sono più o meno miracolosamente riuscita a non sciogliermi.
questi giorni sono insopportabili e non solo per il caldo, sembra che l'universo cospiri contro di me per non farmi riuscire a fare nulla di costruttivo: non riesco a portare a termine nessun progetto, non riesco neanche a mettermi davanti al pc senza ridurmi a saltellare da una pagina all'altra senza un vero obiettivo e senza concludere nulla, ritrovandomi alle quattro del mattino a leggere trame di film o descrizioni di malattie su wikipedia. senza ovviamente ricordare come sia riuscita ad arrivarci.
l'unica cosa che mi riesce di fare è leggere. sto leggendo un sacco di libri in questi mesi, cosa che non facevo più da parecchio tempo. un mese fa - circa, ma non fidatevi, io non ho assolutamente il senso del tempo, non capisco quando passano dieci minuti o una settimana - ho comprato, tra gli altri, l'unico libro di walter moers che non avevo recuperato ancora.
sempre ricordandovi che non riesco a capire quanto tempo passi, penso di poter dire con buona certezza che ho letto i libri di moers durante il periodo del ginnasio/liceo, quindi i primi anni duemila. il libro che ho recuperato è il labirinto dei libri sognanti, sequel de la città dei libri sognanti.
manco a dirlo, appena ho iniziato a leggere le prime pagine mi sono resa conto che non mi ricordavo nulla del libro precedente. così l'ho tirato fuori dalla libreria e mi ci sono letteralmente tuffata dentro.


sì perché quando leggi un libro di walter moers non è che leggi un libro, ti ritrovi più che altro a compiere insieme ai suoi protagonisti viaggi incredibile nell'altrettanto incredibile - e meraviglioso - mondo di zamonia. il primo libro che lessi, le tredici vite e mezzo del capitano orso blu (che rileggerò perché qui non ne ho mai parlato e voglio farlo assolutamente), mi trascinò talmente tanto dentro la storia che finii di leggerlo tutto in una sola giornata, praticamente me lo portavo dietro pure quando andavo a fare pipì. non puoi staccare gli occhi una volta che cominci a leggere.

moers è un genio assoluto per quello che mi riguarda. ha creato zamonia, un mondo in cui tutto è possibile tranne la noia, ha dato vita a personaggi indimenticabili e tanto vero quanto improbabili, ha creato uno stile tutto suo, un modo di scrivere che rende la lettura dei suoi racconti un'esperienza unica. la scrittura di moers è un vero e proprio monumento alla fantasia e all'arte di raccontare storie.
è stato ghettizzato nel reparto letteratura per ragazzi ma, fatevi un favore, non fate caso alle etichettature, non perdetevelo.

la città dei libri sognantiè il quarto romanzo ambientato a zamonia, ma niente paura, anche se non avete letto i tre precedenti (le tredici vite e mezzo del capitano orso blu, ensel e krete e rumo e i prodigi dell'oscurità) non avrete comunque nessuna difficoltà a seguire la trama. anzi, forse la sorpresa di trovarvi a zamonia sarà ancora più grande.

in questo libro, moers si firma come traduttore dallo zamonico e illustratore dei primi due capitoli della biografia in venticinque volumi, diario di viaggio di un dinosauro sentimentale, di ildefonso de' sventramitis, autore e voce narrante - ovviamente - della storia.

ancora giovanissimo, ad appena settant'anni circa, ildefonso de' sventramitis si ritrova al capezzale del suo padrino poetico, danzelot lo spaccasillabe, ormai morente. il vecchio vermicchione lascia allo sventramitis un manoscritto di così rara bellezza da averlo indotto a fermarsi dopo il primo libro, sicuro di non poter scrivere abbastanza bene, e chiede al suo giovane pupillo di recarsi a libraria, dove lo stesso danzelot aveva mandato il talentuosissimo scrittore, per cercare quell'individuo di cui danzelot non conosce nemmeno il nome.
senza più il suo padrino poetico e con una disponibilità economica parecchio ridotta, ma con il più sensazionale manoscritto di tutti i tempi in tasca e con la voglia di realizzare l'ultimo desiderio di danzelot, il giovane e ancora sconosciuto (*) ildefonso parte da forte vermicchio, quella che fino ad adesso era stata la sua casa (forte vermicchio è la patria di tutti i vermicchioni, ovviamente) per recarsi a librandia.

librandia è la città più strana che possiate immaginare, il più pericoloso dei paradisi per chiunque ami la letteratura e i libri: tutto, a librandia, si basa sul mercato dei libri, sulla lettura, sulla scrittura, sull'editoria eccetera: la città è piena di botteghe di antiquariato libresco, di editori, di agenti letterari, ma anche di tipografie, di cartiere, e a essere più precisi anche i ristoranti, gli alberghi, le trattorie, tutto insomma, si presenta rimandando sempre al mondo dei libri.
spaesato e senza nessuna traccia da seguire, ildefonso conoscerà alcuni personaggi singolari, che saranno fondamentali per lo svolgersi della vicenda: giromilò lo sbircio e inazea anazazi, un tenebrone (i tenebroni sono creature intelligentissime dotate di più cervelli che pensano meglio immersi nell'oscurità) e una shokkia (una bruttissimissima razza di streghe capaci di fare predizioni, ma non sono mai prese troppo sul serio), entrambi antiquari ed entrambi per nulla interessati a dare una mano al nostro vermicchione. e poi claudio ariarpista, un cinghialoide che, nonostante non sappia valutare il valore di un'opera, fa l'agente letterario. e infine - almeno per il momento - phistomephel smeik, uno squalombrico, estimatore di libri e proprietario della più grande, ricca e preziosa biblioteca di librandia.
nonché la fonte di tutti i guai di ildefonso de' sventramitis: letto il manoscritto che il giovane vermicchione gli ha mostrato per cercare di rintracciarne l'autore, il perfido, viscido e odiosissimo smeik, dopo aver rivelato i suoi piani folli e malvagi (che prevedono un mercato libresco saturo di prodotti di bassa qualità e per questo vendibili. non so se vi ricorda qualcosa...), avvelena il nostro e lo sperde nelle profondità del terribile labirinto delle catacombe di librandia, un luogo pericolosissimo, pieno di mostri leggendari e creature abominevoli, regno dei cacciatori di libri, loschi figuri pronti a tutto pur di mettere le mani su qualche tomo raro e ben quotato.
se state pensando eh ma clacca sei una stronza, ci hai spoilerato tutto così, state tranquilli: questo è solo l'inizio! avrete modo di seguire il giovane sventramitis per il viaggio più assurdo e pieno di pericoli che possiate immaginare, un viaggio in cui incontrerete personaggi indimenticabili come i librovori tremendi e colofonio lucorumido, scoprirete leggende spaventose, come quella sul re delle ombre e imparerete che a zamonia i libri possono davvero essere pericolosi!
e, tranquilli, non vi ho spoilerato proprio nulla di più di quello che potete trovare in giro cercando qualche informazione sul libro (non andate su wikipedia che lì sì che è pieno di spoiler!)
insomma, in questo romanzo ci sono così tante idee, e tutte così geniali, che qualsiasi altro autore le avrebbe usate per scrivere almeno sei romanzi diversi. ma non moers. lui sembra avere la mente così piena da dover immediatamente buttarle sulla pagina. per dirla alla sventramitis, è davvero toccato dall'unza! e il lettore non può fare altro che rimanerne incantato e seguire la vicenda dalla prima all'ultima pagina.

meravigliose le illustrazioni (qui sotto un ritratto dello sventramitis duecento anni dopo l'avventura narrata ne la città dei libri sognanti), sempre opera dell'autore che in germania è famoso anche come autore di fumetti, mentre qui in italia non abbiamo mai visto nulla di questa parte della sua opera. ed è davvero un peccato!


(*) è noto a chiunque conosca i romanzi di moers che ildefonso de' sventramitis è uno dei più grandi, importanti, conosciuti e apprezzati - nonché prolifici - scrittori di tutta zamonia.

un piccolo ps: sul sito zamonien.de, il sito ufficiale dello scrittore dedicato ai romanzi ambientati a zamonia, mi sembra di capire (è tutto in tedesco, quindi mi affido a google translator, per quanto inaffidabile sia) che sia in corso d'opera un romanzo che potremmo tranquillamente collocare come terzo capitolo della saga di librandia, ovvero il castello dei libri sognanti.
girellando su internet ho trovato pochissime informazioni e tutte risalenti allo scorso anno, per cui credo ci sarà parecchio da aspettare prima di tornare a leggere qualcosa di nuovo.
nel frattempo, vi invito a recuperare i romanzi pubblicati in italia (tutti da salani), promettendomi di rileggerli tutti e parlarvene anche qui:
- le tredici vite e mezzo del capitano orso blu
- ensel e krete, una storia di zamonia
- rumo e i prodigi dell'oscurità
- la città dei libri sognanti
- l'accalappiastreghe
- il labirinto dei libri sognanti
e il libro non-zamonico, folle viaggio nella notte.

irene

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la cosa più bella dell'avere un blog non è tanto il fatto che hai un blog, che fai - o nel migliore dei casi che sei - il/la blogger, quanto lo scoprire continuamente un sacco di altri blog belli, e dietro quei blog belli persone belle che ti consigliano, direttamente o meno, libri belli.
poco tempo fa ho beccato in rete il blog di una banda di cefali, che si sono portati via il mio cuoricino e hanno contribuito ampiamente ad ampliare (come se ce ne fosse bisogno) la mia wishlist. tra i loro articoli ho letto la recensione di un romanzo a fumetti che ho desiderato immediatamente e che, grazie ai ragazzi di douglas edizioni, sono riuscita a leggere proprio in questi giorni.

come al solito faccio preamboli che non finiscono mai, e mi scordo di dire di cosa si parla.


ireneè un breve e intenso romanzo a fumetti scritto, disegnato e colorato da un artista bravissimo che non avevo ancora avuto modo di conoscere, simone prisco.

la storia di irene non segue un ordine cronologico, torna indietro nel tempo e poi fa un salto in avanti, scarta tra un'estate piena di colori e un inverno in bianco e nero, si riempie dell'azzurro e del verde del mare e si accompagna a quella di chi cresce insieme a lei.
nella storia di irene il mare è sempre presente, è quello dei giochi dell'infanzia, dei sogni ad occhi aperti e delle cacce al tesoro, quei tesori che la accompagneranno poi anche da adulta.
come il mare, irene cambia e rimane sempre uguale a sé stessa, si trasforma, diventa un'avventuriera capace di far fronte a una banda di pirati, una ragazza gatto alle prese con il primo amore, una giovane donna che sa ancora emozionarsi davanti alle bellezze della spiaggia della sua infanzia, che sa immaginare come un no possa, dopo tanto tempo, diventare .

simone prisco disegna una storia che è una poesia: veloce, essenziale, intensa, profonda come il mare e come l'amore. ha un tratto sporco che nei disegni a colori diventa meraviglia, le pagine odorano di salmastro e di sole, gli azzurri accecano, i verdi sanno di acqua di mare, le guance rosa di irene sono frutti estivi.
se vi soffermate sulle vignette vi torneranno in mente artisti famosissimi dei secoli passati, dal vestito bianco che ricorda quello della dama con l'ombrello di monet, alla fantasia di una coperta che fa pensare a klimt, alle gote rosate delle donne di renoir.


la storia è veloce ed essenziale eppure non pecca mai di frenesia, anzi, si accorda al significato del nome della protagonista: si respira un'atmosfera di pace, come quella dei caldi pomeriggi tra gli scogli, delle immersioni nel blu brillante, degli ultimi pensieri che arrivano poco prima di addormentarsi.

non conoscevo questo autore ma gli sono bastate le prime tavole di questo romanzo per catturarmi completamente: molto fuori dagli schemi che vanno per la maggiore, dotato di uno stile grafico particolare e suggestivo e di una capacità narrativa davvero notevole.
poesia a fumetti non esiste, ma credo che sia la definizione migliore per questa opera.
mi auguro di riuscire a leggere altro di suo al più presto, e nel frattempo vi invito a recuperare questo graphic novel prima possibile (lo trovate qui) e di approfittare di una gita al mare per godervelo al meglio!

il labirinto dei libri sognanti

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e ho fatto fuori anche il secondo libro ambientato a librandia (del primo, per chi se lo fosse perso, ho parlato qui), bellissimo, appassionante e... inconcludente.
già.
prima di iniziare il commentino vero e proprio vi avviso: il libro non finisce. o meglio, sì, finisce, ma il finale è talmente brusco che necessita, come spiega l'autore stesso a fine volume, di una continuazione.
moers, continuando a spacciarsi per il traduttore di ildefonso de sventramitis, afferma infatti di aver diviso in due parti, di cui il labirinto dei libri sognantiè il primo volume, l'opera originale.
come dicevo nel post dedicato a la città dei libri sognanti, in effetti pare (dico pare perché non so il tedesco e mi sono arrangiata con il traduttore online per capire cosa c'è scritto sul sito ufficiale dell'autore) che un terzo libro sia in lavorazione, ma non ho idea a quando risalga questa notizia né so adesso se il libro è stato veramente terminato (direi di no, visto che non esiste nemmeno in tedesco, a meno che io non sia riuscita a trovarlo e invece c'è eccome).
bisognerebbe chiedere delucidazioni direttamente all'editore, ma non conoscendo il tedesco blabla, manderò una mail a salani, l'editore italiano di moers, non appena finisco questo post.
se per caso qualcuno che parla tedesco passa da qui e si vuol prendere la briga di scrivere all'editore e/o all'autore e magari anche riferirci l'eventuale risposta, io ne sarei incredibilmente grata .


sono passati duecento anni circa da quando un ancora giovane e sconosciuto ildefonso de sventramitis lasciava librandia in preda a un incendio che l'avrebbe quasi completamente distrutta. nel corso di due secoli, dopo aver raggiunto il successo in tutta la zamonia, il nostro vermicchione si ritrova alle soglie della maturità: famosissimo e veneratissimo, allo sventramitis non resta che riconoscere che ormai, viziato dalla troppa gloria, ha perso l'unza, scrive roba che non arriva minimamente ai primi fasti e vive più di adulazioni per quello che è stato che di riconoscimenti per quello che è adesso.
come era successo duecento anni prima, anche adesso sarà una lettera a spingerlo a partire, ma questa volta non si tratta di un capolavoro di immane bellezza, bensì di uno scritto così noioso e illeggibile che... sembra proprio scritto da lui! finalmente consapevole di come sia riuscito ad arenarsi intellettualmente, ildefonso de sventramitis si prepara al suo ritorno a librandia, per ritrovare l'unza e sopratutto svelare il mistero dietro il piccolo, brevissimo e sibillino post scriptum: il re delle ombre è tornato.

come nel primo libro, il viaggio a librandia, vissuto insieme al protagonista, è avvincente e appassionante, ricco di scoperte a ogni angolo. non mancano nemmeno i momenti nostalgia, quelli in cui incontriamo di nuovo i personaggi che ildefoso, e noi con lui, aveva lasciato duecento anni prima: inazea, lo sbircio e il vermicchione che si è riscattato dal cimitero dei poeti, senza contare alcune... sorprese che non ho voglia di spoilerare!
la scoperta più interessante è sicuramente quella del pupazzismo, ovvero del teatro fatto con pupazzi, burattini e marionette. ma non aspettatevi il solito teatrino per bambini, siamo pur sempre a librandia, e ci sarà parecchio da stupirsi, da conoscere, da meravigliarsi... e ci saranno sempre abbastanza guai in cui cacciarsi.

però, per quanto il ritmo sia serrato come sempre, le vicende interessanti, lo stile avvincente, arrivare alla fine e non avere subito un terzo libro tra le mani è una vera e propria assoluta tragedia.
e quindi? che fare? leggerlo o non leggerlo?
io vi consiglierei di recuperare i romanzi di walter moers in ordine di pubblicazione, cominciando da le tredici vite e mezzo del capitano orso blu e di andare avanti seguendo la lista che ho scritto qui. già a metà del primo romanzo vi innamorerete tanto di questo scrittore da riuscire a superare lo scoglio dell'attesa di un nuovo capitolo dedicato a librandia, ve l'assicuro!
io di sicuro vi aggiornerò non appena (se) salani mi darà una risposta, intanto ho fatto qualche piccolo progresso e ho scoperto che in autunno uscirà un nuovo libro die insel der tausend leuchttürme, che dovrebbe tradursi con l'isola dei mille fari e che esiste - in tedesco - un librone tipo enciclopedia su zamonia (potete vederlo qui). salani ci dirà anche se arriveranno questi titoli in italiano? boh, speriamo.
in ogni caso, se non avete mai letto nulla di moers, avete davvero tanto da recuperare!

commenti randomici a letture randomiche - parte XIX

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questi ultimi giorni d'estate sono la cosa più pesante e noiosa dell'anno. da un lato non vedo l'ora che finisca, che ritorni il fresco per riuscire di nuovo a riprendere un ritmo decente con il lavoro, con il blog e tutto il resto. dall'altro, vorrei andarmene a mare e non pensare a nient'altro.
praticamente sono costantemente in una specie di limbo mentale per cui non riesco a far nulla di concreto...
il massimo che riesco a tirar fuori è un nuovo post randomico, più che altro per sistemare sugli scaffali i quattro manghini (poca, pochissima roba per ora, che sfiga!) che sono riuscita a recuperare negli ultimi tempi tra fumetteria ed edicola, e che stazionano sulla scrivania come memento della mia pigrizia.

della serie via il dente, via il dolore, voglio iniziare parlando del venticinquesimo volumetto di arrivare a te. a dire il vero, vorrei iniziare con una piccola premessa: dunque, il punto è che a me questo manga piace, mi è piaciuto da matti all'inizio, ha dei personaggi interessanti, una trama semplicissima eppure accattivante, uno stile grafico piacevole, un giusto mix di melensa ingenuità e momenti di vera dolcezza, insomma, uno shoujo quasi da manuale. niente di imperdibile, nulla di indimenticabile, di certo non un capolavoro, ma una lettura piacevole quello sì.
il problema di questo titolo è, cosa che avviene per molti titoli di successo, che pur di tirare avanti la storia e sformare più volumetti possibili, la trama si è andata annacquando oltre ogni limite, regalandoci, negli ultimi volumi, un sacco di fuffa che non porta di un biz avanti la storia.
in questo numero, ad esempio, gli eventi narrati sono: una partita di baseball (e non è uno spokon, quindi chissene della partita), dialogo tra due personaggi fondamentali della storia che non aggiunge molto alla trama, dialogo tra personaggi non fondamentali della storia che non aggiunge molto alla trama, dialogo tra i protagonisti che non aggiunge molto alla trama.
a dirla in modo brutale, questo è un numero di pippe mentali, le stesse che potevano far sorridere all'inizio della storia, adesso stanno diventando insostenibili.
la questione della scelta dell'università, e di conseguenti allontanamenti geografici, va avanti da diversi volumi, ho perso il conto a dire il vero, il che significa parecchi mesi in cui a noi lettori tocca di sorbirci un problema che nella vita reale si risolverebbe consultando l'orario dei treni e organizzandosi per vedersi nonostante la distanza. ora, io capisco che l'autrice abbia voluto soffermarsi sul rispetto la tua scelta/voglio che rimani con me, però mobbastaveramente per fare una citazione non troppo colta.
se si volesse trovare una metafora per spiegare quanto siano stupide e inutili le problematiche adolescenziali quando poi ci ripensi quindici anni dopo, arrivare a te è assolutamente perfetto.
io continuerò eroicamente a seguirlo perché ormai non posso farne a meno e anche un po' perché il ritmo lentissimo delle uscite non lo rende una spesa impossibile da gestire, però sarebbe proprio il caso di darsi una smossa e finire questa serie prima che venga davvero a noia ai lettori.

altra roba che non mi ha entusiasmato troppo è stato l'ultimo volume de la collina dei pesci rossi. avevo deciso di parlarne una volta finita la serie, di scrivere un post dedicato solo a questo titolo, ma non c'è molto da dire, quindi ho preferito includerlo nel post polpettone pieno di roba random. è una storia abbastanza banale e dal finale scontato, resa piacevole solo dallo stile dei disegni, sopratutto quello di alcune illustrazioni veramente molto ben riuscite.
la protagonista della storia è una ragazza così tanto ingenua da rasentare la stupidità, accompagnata dall'immancabile coppia di rivali, due ragazzi che in qualche modo se la contendono: c'è l'amico d'infanzia che la protegge da sempre e l'ultimo arrivato, bello, fascinoso e misterioso.
lei ha un grave problema di memoria dovuto al trauma di un'incidente, l'amico cerca di aiutarla, il fascinoso cerca di approfittarne. indovinate come va a finire?
peccato per la banalità e per il finale un po' troppo affrettato.
non è una serie fondamentale, l'avevo recuperata usata e mi mancava solo l'ultimo volume. la consiglierei solo agli ultrappassionati di folklore giapponese, quelli che pur di vedere la maschera di una volpe si accollano anche un fumetto mediocre.

decisamente più apprezzabile il quinto volume di romantica clock, serie che continua a piacermi e con la quale siamo arrivati già a metà del totale dei volumini (si compone di dieci numeri in totale).
mentre akane sta finalmente imparando a essere un po' più responsabile, a studiare con più impegno per riuscire davvero a entrare seriamente in competizione con suo fratello aoi, lui fa strage di cuori. per una volta non è la protagonista a essere al centro di intricati grovigli sentimentali, ma proprio il suo fascinoso gemello e le sue amiche (e amici!)
questo manga, per quanto indubbiamente sia farcito dei soliti cliché da shoujo, ha sempre qualcosa che lo rende un po' diverso, più originale se vogliamo, nonostante sia comunque una lettura allegra, leggera e senza troppe pretese.
in questo momento, akane, la protagonista della storia, piuttosto che misurarsi, come si vorrebbe, con i primi batticuori, è realmente più preoccupata della felicità dei suoi amici e della realizzazione del suo obbiettivo personale: riuscire a battere il suo fratello, quello che da sempre è stato il genio di famiglia mentre lei faceva la parte della stupida. non ho idea di come andrà avanti la storia e non so nemmeno se pure per lei arriverà il momento di arrossire davanti al bishounen di turno, so solo che questo è uno dei migliori shoujo corali che sto leggendo per il momento. e so che, per una volta, non mi dispiace affatto che l'argomento principale non sia la storia d'amore tra la protagonista e il bello e impossibile della scuola, ma che ogni personaggio abbia il suo spazio, la sua storia, i suoi tormenti e le sue piccole (o grandi) felicità.
lo dico ormai da cinque mesi, questo titolo merita parecchio, recuperatelo! in questo numero poi, alla fine, c'è anche una storia extra, forse un po' banalotta ma in ogni caso carina e piacevole da leggere, dai toni un po' dark. mi piacerebbe che yoko maki disegnasse una storia più lunga con un'ambientazione simile a questa!

un'altra serie che mi sta piacendo parecchio è rere hello, giunta al quinto volumetto e - a quanto pare
- anche questa prossima alla conclusione, annunciata in patria con l'undicesimo numero (se posso dire una cosa che c'entra poco, sono felicissima che dal prossimo volume non ci siano più in copertina i disegni di cibo, mi fanno davvero un po' orrore. so che molti mangofili ritengono il cibo orientale buonissimo, ma a me non ispira particolarmente, anzi, spesso mi fa proprio passare la fame)
qui, a differenza di quanto si diceva sopra per akane, la storia di ririko, dopo un po' di tentennamenti, ha finalmente imboccato la strada per i patemi da primo amore: finalmente si è accorta che minato le piace davvero ma non ha capito che anche lei piace a lui.
insomma, io vorrei che i giapponesi trovassero un modo univoco per dichiararsi, così la finiremmo con tutte queste menate del ma non intendeva di certo "mi piaci" in quel senso che mi fanno diventare pazza. sì bellezza, intendeva proprio quello.
comunque, mentre loro due stanno a fare gli scemi senza riuscire a capirsi, l'odiosa cugina di minato, serina, continua a cercare di mettersi in mezzo perché, almeno lei!, ha capito che i due piccioncini sono a un passo dal e vissero per sempre felici e contenti. cosa che deve sembrare abbastanza chiara pure a kengo, un tale, compagno di scuola di ririko, che ha ben deciso di rubarla a minato, facendo circolare la voce che lui e ririko stanno insieme. il perché di tutto questo ve lo lascio scoprire leggendo il volume, ma di certo questa storia non finirà troppo presto... benedetta ingenuità! sigh!

fuffa e considerazioni varie circa l'imminente (?) ripresa di NANA di ai yazawa

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ho postato la notizia ieri sulla pagina facebook ma di certo in questi ultimi due giorni (un giorno e mezzo ad essere precisi) avrete letto la stessa cosa praticamente ovunque (o meglio, in buona parte dei siti/pagine che si occupano di fumetti): ai yazawa ha rilasciato un'intervista a rola, una rivista giapponese di moda, in cui dichiara di essere pronta a concludere il suo manga più famoso.


nana, di cui su claccalegge ho abbondantemente parlato qui, qui, qui e qui, è stato interrotto in giappone nell'aprile del 2009 per problemi di salute dell'autrice. dimessa dall'ospedale l'anno successivo, fino al 2013 la yazawa non ha più dato sue notizie né ha pubblicato nulla.
nel 2013 i personaggi di nana sono tornati sulle pagine de la stanza di junko (qui), la yazawa poi ha realizzato illustrazioni inedite per copertine (nuova edizione di parakiss), cartoline, calendari (trovate le immagini del calendario del 2016 qui) e così via.
negli ultimi tempi l'attenzione si era di nuovo spostata su di lei proprio grazie all'intervista apparsa sull'ultimo numero di rola, del quale ha realizzato anche la copertina (ovviamente con mikako koda, chi altri poteva esserci sulla copertina di una rivista di moda?)


ho visto, girellando su internet, gente festeggiare, piena di entusiasmo (e io ero tra queste!) e chi invece indossava il cilicio vaticinando di altre attese interminabili o notizie poco attendibili.
io, che pecco sempre di ottimismo, da fan sfegatata della yazawa e da amante senza limiti di nana, dopo i primi salti di gioia mi sono fermata un attimo a pensare e ho tirato fuori alcune conclusioni.
ci tengo a precisare, ché non vorrei che qualcuno per sbaglio pensasse che quanto segue siano comunicati ufficiali, che tutto quello che seguirà da questo momento sono solo supposizioni, ipotesi, illazioni, idee eccetera. non c'è nulla di ufficiale, sono solo le mie considerazioni personali sulla faccenda, per cui prendetele per quelle che sono e amen.

foto disachiel @twitter

possiamo, con un alto grado di legittimità, supporre diverse cose: in primo luogo, in barba a tutti gli scettici, che questa annunciata ripresa ci sarà davvero e non in tempi esageratamente lunghi. lo immagino perché, in sette anni, questa è la prima volta che la yazawa rilascia una simile comunicazione.
il mio non è solo ottimismo, se davvero avessero solo voluto rilanciare il brand nana avrebbero (uso il plurale perché intendo per lo più l'editore, che credo sia la parte più interessata al tornaconto economico) continuano a puntare su gadget e illustrazioni inedite.
invece, per la prima volta e tramite le parole dell'autrice, che fino ad adesso ha mantenuto una discrezione e un riserbo assoluti, si parla di rimettersi al lavoro sul manga.
non credo proprio che se non fosse certa di quello che ha detto, la yazawa avrebbe mai rilasciato una simile dichiarazione.
possiamo anche ipotizzare, oltre che ovviamente sperarlo!, che non sarà un finale arraffazzonato e che non ci aspettano troppi volumi. per quanto nana abbia avuto un successo mondiale enormi, come pochi - forse nessuno - shoujo manga prima e dopo, coinvolgendo un pubblico incredibilmente eterogeneo, accattivandosi lettori e fan non solo tra chi non apprezzava gli shoujo, ma anche tra chi snobbava i manga nella loro totalità se non addirittura tra chi non leggeva fumetti e/o non guardava serie animate, per quanto abbia generato un merchandising spaventoso (anime, film, musica e l'inevitabile quintalata di paccottiglia), nonostante insomma nana abbia cominciato a vendersi da solo, ai yazawa ha sempre mostrato di credere nelle sua opera in quanto tale, l'abbia davvero considerata il suo capolavoro e ha sempre riservato alla storia, ai personaggi (e di conseguenza ai suoi fan) tutto il rispetto e l'attenzione che meritavano, senza mai allungare il brodo per vendere qualche volumetto in più (riferimenti a roba come arrivare a te o berserk non sono casuali manco per il cazzo) né schiacciando il piede sull'acceleratore per arrivare prima al finale.
sia, fino ad adesso, con nana che in tutte le sue opere precedenti, ha sempre dimostrato di saper gestire le trame al meglio, ed è questo il motivo per cui è diventata così famosa e apprezzata (oltre, ovviamente, per il suo stile grafico unico). davvero vi aspettate da una simile artista qualcosa che non sia all'altezza? sopratutto dopo sette anni di silenzio?


ci sono poi altre considerazioni da fare. innanzi tutto a quelli che temono tempistiche bibliche faccio notare due cose: in primo luogo il fatto che tutte le traduzioni dell'intervista, fino a oggi, dicano concludere e non proseguire mi lascia credere che - sempre che le traduzioni siano effettivamente corrette - manchi realmente poco, cosa desumibile anche dal fatto che, sopratutto nei capitoli che comporranno il ventitreesimo volume, nella storia, il presente e i flash fowards vadano avvicinandosi sempre di più. oltretutto sono già pronti per essere pubblicati in volume, come accennavo qualche riga fa, i capitoli del volume 23, che non abbiamo ancora perché in giappone sono usciti solo su rivista. ma su questo blog ne ho parlato, con un sacco di spoiler ovviamente, qui. praticamente manca solo la copertina ed eventuali pagine extra.
io credo oltretutto che, ma la mia è solo un'ipotesi) che non solo la yazawa sappia come finire la storia, e lo sappia da tempo, ma che in questi sette anni abbia non solo rifinito i dettagli della parte finale, ma che abbia quantomeno iniziato una parte del lavoro. e sempre ipotizzando, sulla base di quanto succede negli ultimi capitoli (diciamo gli ultimi dieci, considerando anche il futuro volume 23), secondo me la storia potrebbe concludersi con altri cinque, sei, sette volumi, ma fossero anche altri venti, io sono felicissima della notizia e, a prescindere da quanto sarà lunga l'attesa, ancora più felice all'idea di poter continuare a leggere la storia di hachi e nana.

intanto per festeggiare ho tirato fuori e lucidato la mia vecchia collana con la chiave dell'appartamento 707 (che nostalgia!)


ultima ipotesi che riguarda l'edizione italiana: planet manga non ha ancora proferito parola, ma credo che si comporterà come ha fatto per altri titoli, ad esempio, berserk o neon genesis evangelion, portando avanti in simultanea la serie sottiletta e la collection. quindi, se come me avete la vecchia edizione di nana, state tranquilli.

akatsuki no yona

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questa cosa delle redhead mi ha preso un po' la mano. prima o poi aggiorno l'avatar e capirete.


giovane, bella, coccolata e viziata: è la principessa del regno di kouka, yona, unica figlia del buono e pacioso re il. fin da bambina, yona è stata in compagnia di hak, un formidabile guerriero della tribù del vento, divenuto poi la sua guardia del corpo, e di soo-won, il suo dolcissimo e bellissimo cugino, di cui lei è sempre stata innamorata.
l'infanzia della principessa di un paese pacifico è quanto di più sereno possa esserci, e yona cresce senza incontrare tormenti maggiori dello scegliere il vestito giusto, preoccuparsi dei suoi capelli (che sono magnifici, ma lei li trova tremendi, tipica roba che ti farebbe odiare un personaggio) e struggersi d'amore. tutto fila liscio come l'olio per yona, ma il giorno del suo sedicesimo compleanno (ma solo a me a sedici anni non è successo nulla di fondamentale? ok, la smetto con la roba che non c'entra nulla), arrabbiata con suo padre che le ha chiesto di dimenticare soo-won, dopo la festa in suo onore si reca negli appartamenti del re per ribadire che non amerà nessun uomo tranne soo.won.
ma non ci sarà nessun discorso sul futuro sentimentale di yona. appena messo piede nella stanza, la ragazza assiste a una scena terribile: un uomo ha appena ucciso il re, quel re buono e pacifico che odiava le armi e la guerra, e quell'uomo è proprio soo-won, che adesso vuole togliere di mezzo anche la cugina, testimone scomoda del suo crimine.
salvata in extremis da hak, a yona e al suo fedele protettore non resta che sfuggire dal palazzo e cercare rifugio nel paese natale di lui, presso la tribù del vento. da qui inizia il loro viaggio, alla ricerca di un misterioso monaco che fornirà loro le risposte per il futuro e poi il cammino che porterà yona a incontrare i quattro draghi di cui parla una delle leggende più famose del regno di kouka.

non vi ho spoilerato molto perché questo è giusto l'inizio della storia, quindi andateci piano con le maledizioni.

akatsuki no yonaè un'anime (tratto dall'omonimo manga ancora in corso in giappone) che ha di gran lunga superato ogni mia aspettativa. mi era stato consigliato perché mi era piaciuto akagami no shirayukihime, ma posso dire con tranquillità che per certi versi questa serie mi è piaciuta ancora di più, ed è molto meno simile di quanto pensassi alla storia di shirayuki. (ad essere sincera a volte mi ha ricordato un po' fushigi yuugi, manga che adoro follemente!)

i personaggi principali della serie

akatsuki no yonaè un fantasy con tutti i crismi - re e capi tribù, leggende, principesse coraggiose, guerrieri formidabili, draghi, eroi senza macchia e cattivi senza scrupoli - ed è anche una bellissima storia di come una ragazzina debole e viziata impara a diventare una principessa consapevole delle proprie responsabilità, dei propri dover e delle proprie capacità.

durante il suo viaggio, yona vedrà per la prima volta da vicino le conseguenze del regno di suo padre, la speranza dei cittadini più poveri rivolta verso quell'uomo che le ha spezzato il cuore e ha tradito la sua fiducia, si interrogherà sull'effettiva possibilità che ha un regnante di rendere davvero felice e sicuro il proprio paese. quali erano i segreti che le nascondeva suo padre? quali sono quelli che nasconde soo-won? ora che ha riunito i quattro draghi, quale sarà il suo destino?
la serie a fumetti, come accennavo, è ancora in corso, e molte domande rimangono senza risposta ancora, ma è evidente che ci sarà almeno una seconda serie dell'anime.

yona è un bel personaggio, una ragazza che cambia tantissimo nel corso della storia, trasformandosi, lentamente e senza stravolgimenti ingiustificati (cosa che mi ha fatto apprezzare tantissimo la serie, non sopporto le storie in cui un personaggio cambia radicalmente di punto in bianco e senza nessun motivo) in una ragazza coraggiosa, pronta a combattere al fianco dei suoi compagni per il bene degli altri, pronta ad allenarsi duramente anche durante la notte per diventare capace di difendersi da sola senza aspettare l'arrivo dell'eroe di turno, anche se ha dalla sua parte cinque guerrieri dalle capacità sorprendenti.
più volte i quattro draghi puntualizzano che yona è solo una fragile fanciulla che da il massimo per diventare più forte, e se questo ha inizialmente urtato un po' la mia capacità di sopportazione degli uomini che stai indietro donna, ci penso io, alla fine sono riuscita a capire che il messaggio è in fondo diverso: yona non è solo una fanciulla da proteggere, è il re a cui hanno giurato fede eterna, quello per cui esistono e possiedono i poteri del drago, quello che sono orgogliosi di servire, uomo o donna che sia, per la sua nobiltà d'animo e per il suo desiderio di portare pace e giustizia nel regno, ed è anche la giovane donna che ammirano e hanno deciso di sostenere.

detto così, sembrerebbe una serie un po' pesante, ma per fortuna ci sono spesso dei siparietti comici che allentano la tensione e rendono i personaggi meno perfettini e decisamente più simpatici.

cover del primo volume del manga

la fangirl che è in me, oltre ad aver fantasticato su tutte le ship possibili (ed essere impazzita di pucciosità per ao, lo scoiattolino onnivoro), si è perdutamente innamorata dei quattro draghi, di hak e di yun, e - anche se mi rode un po' ammetterlo - persino di soo won, personaggio che si è presto rivelato molto più interessante di quanto lasciava immaginare inizialmente (spessore psicologico e blabla, ok, ma diciamolo che sono tutti bellissimi e fichissimi!).

cercate questo anime, guardatelo, innamoratevene e cominciate a impazzire insieme a me nella speranza che annuncino il manga in italia e una nuova stagione dell'anime.

cosa c'è nella mia wishlist - parte IV

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questo caldo mi sta rincoglionendo così tanto che stavo completamente dimenticando di allietarvi (coff!) le giornate con le mie lagnanze su quello che vorrei e non riesco (ancora) a comprare. rimedio immediatamente, e questo mese mi concentro solo sui manga, visto che mi ritrovo una lista di recuperi infinita! anche perché da settembre si cominciano a stilare le liste per gli acquisti di lucca e io sono già abbastanza disperata (sopratutto perché ancora non ho notizie di alcune cose in cui speravo... ma vabbé, ne parleremo a tempo debito)


ogni nostro venerdì, l'ho strasnobbato quando è uscito, poi, come forse ricorderete, mi è preso il momento amo arina tanemura e dopo aver recuperato full moon, the gentlemen's alliance cross, jeanne, mistress fortune e la spada incantata di sakura, mi è venuta la smania di leggere anche questo. per fortuna sono riuscita a prenotarlo e lo prenderò non appena la serie sarà finita.


wolf girl and black prince, snobbato anche questo, poi me lo hanno consigliato un paio di amiche (daniela, non so se passi ancora dal blog ogni tanto, in caso sappi che è anche colpa tua!) ho deciso di prenotare anche questo. questa roba delle prenotazioni è sfiancante (tipo ali di farfalla, mi è arrivato un paio di giorni fa ma lo avevo prenotato a giugno dello scorso anno! ci risparmio un pochino, ok, ma l'attesa mi uccide!)


aruito l'ho saltato perché l'autrice mi ha traumatizzata malissimo con parfait tic, una delle più grandi delusioni della mia storia di lettrice di shoujo manga. poi claire mi ha praticamente fatto il lavaggio del cervello e adesso lo voglio tantissimo.


victorian romance emma non lo presi dicendomi che se prima non vedevo l'ultimo numero, non avrei mai creduto che j-pop riusciva a completare la pubblicazione. poi loro ci sono riusciti e io invece mi sono come sempre trovata con il budget troppo limitato per poterlo recuperare (ed è impossibile trovarlo tra l'usato!)


e anche per secret unrequited love la colpa è di claire, ne abbiamo chiacchierato e - ammetto che me l'avevano consigliato anche altri - mi ha convinta a cercarlo, anche se non è in cima alla lista perché proprio non riesco a farmi piacere i disegni, mi bloccano completamente.

ad essere sinceri ci sono anche altre serie che vorrei recuperare... non voglio esagerare però, altrimenti questa lista non finisce più, e poi ho diverse serie che devo completare da millenni, serie di cui mi mancano pochissimi (più o meno!) volumi che vorrei tanto riuscire a concludere e, non trovandoli mai in fumetteria e non riuscendo da secoli a fare un bell'ordine di recupero online, rimando sempre e sempre... ogni volta mi dico che dovrei prima prendere questi e poi iniziare la roba nuova e invece niente. ho una volontà praticamente pari a zero.


di elettroshock daisy mi mancano giusto gli ultimi tre volumi! solo tre! questa serie mi piaceva abbastanza, non ricordo nemmeno perché non presi gli ultimi numeri...


anche per completare sugar soldier mi servono solo gli ultimi tre volumetti! sembra un numero maledetto. anche questo, non lo becco mai in fumetteria, dovrò decidermi a ordinarlo.


dawn of the arcana era una serie che mi aveva entusiasmato tantissimo, poi ho cominciato a non trovare più i volumetti in fumetteria e mi sono ritrovata bloccata al quinto numero senza riuscire più a mettermi in pari. ne mancano tanti per finire la serie, è il recupero che mi preoccupa di più.


xxxholic pensavo che non sarei mai riuscita ad averlo, mi ritrovavo solo il primo numero e l'idea di recuperare una serie di diciotto volumetti un po' mi turbava. poi su bookmooch sono riuscita a trovare altri cinque numeri (un po' sparsi) e mi sto rincuorando. non è tra i recuperi fondamentali, ma continuo a cercarli, sperando in qualche altro scambio o di trovarli usati a poco prezzo (se li avvistate a poco fatemi sapere!)

paper girls 1

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sembrerebbe essere il momento revival anni '80 (sì, ok, giuro che guarderò anche io stranger things), e tutto questo proliferare di opere a tema mi fa rimpiangere di essere nata solo nella seconda metà degli anni ottanta e di non aver memoria di molte cose famose dell'epoca, sopratutto buona parte dei film che citate come pietra miliare dell'infanzia (scusate eh, ma la mia infanzia è stata sopratutto negli anni novanta, non posso ricordare la roba uscita quando avevo meno di tre anni! non ricordo quasi neanche quello che ho visto ieri!) che, anche questi, sono in lista recupero.
dicevo, sembrerebbe essere il momento revival anni '80 e paper girls si inserisce pienamente tra i titoli da tenere d'occhio al momento perché, revival o meno, si tratta di uno di quei fumetti da avere assolutamente - e non solo per assecondare la moda del momento - quelli che una volta iniziati a leggerli non vuoi più staccarti fino a che non finisci.
io mi ero presa una cotta già all'annuncio da parte di bao publishing, ma dopo le prime tavole è diventato amore totale.


siamo nel 1988, notte di halloween.
erin, dopo uno strano sogno, esce da casa sulla sua bicicletta per svolgere il suo lavoro di consegna a domicilio dei giornali - da qui il titolo paper girls - durante il quale si imbatte nelle colleghe, e coetanee, mac, tiffany e kj.
le ragazze protagoniste della storia sono tutte giovanissime, hanno dodici anni, stanno varcando la tragica soglia dell'adolescenza, eppure, nonostante si tratti di poco più che bambine, sembrano già da principio molto più adulte e mature di quanto non ci si aspetti dalla loro età, ragione per cui - e plausibilmente a causa del fatto che - paper girls parla di adolescenti ma è decisamente destinato a un pubblico adulto (giuro che a una precisa vignetta sono davvero saltata in aria dalla paura. una sola, ma me la stavo facendo addosso, e in ogni caso non è il tipo di fumetto che vorrei aver letto a dodici anni)

le quattro decidono di dividersi in due gruppi per finire prima il lavoro, ma dopo aver incontrato dei tizi vestiti in modo strano che parlano in modo ancora più strano (decisamente troppo strani persino per halloween), si ritrovano bruscamente coinvolte in una storia che abbandona immediatamente il timbro iniziale per trasformarsi in un'avventura in cui azione, mistero e fantascienza si intrecciano.
e della quale, ovviamente, non intendo spoilerarvi nulla, anche perché è tutto tanto imprevedibile che sarebbe davvero un immenso peccato rovinarvi la sorpresa!


partendo quindi dalla classica atmosfera di racconto di formazione, paper girls attinge a piene mani dall'immaginario fantascientifico-horror-d'avventura di circa trent'anni fa, rendendo al meglio le atmosfere di quegli anni non solo grazie alle citazioni palesi sparse per tutta l'opera (di certo molti di voi saranno più bravi di me a trovarle), e a quegli elementi diventati quasi iconografici (i walkie talkie, le biciclette, i primi aggeggi tecnologici, i ninja, la musica rock, i viaggi nel tempo, gli alieni, i mostri, i tagli di capelli orrendi, eccetera)  ma anche per via dello stile dei disegni e sopratutto dei colori ultrasaturi che richiamano fortissimamente l'estetica di quel periodo.


questo primo volume è in realtà un incipit di una storia che promette ancora tantissime emozioni e sorprese imprevedibili, un inizio che si concentra sopratutto sui personaggi (serve dirlo che adoro mac?) e che ci fa arrivare proprio all'inizio della vicenda vera e propria, lasciandoci spaesati, confusi e carichi di adrenalina esattamente come le quattro protagoniste, ingarbugliati in un mistero che sembra nascondersi dietro una simbologia che collega la religione alla tecnologia e il passato al futuro...
ed esattamente come le quattro ragazze, a fine lettura rimaniamo desiderosi di proseguire in questa incredibile vicenda.


il primo volume, pubblicato da pochi giorni da bao publishing, raccoglie i primi cinque episodi della serie, mentre in america sono usciti già abbastanza volumetti per poter pubblicare un secondo cartonato (tutti i dettagli li potete trovare qui), ragion per cui è lecito sperare che non ci voglia troppo tempo prima di poter continuare a leggere questa serie.
intanto, io vi consiglio assolutamente di recuperare il primo volume, magari approfittando dei saldi bao publishing dal 29 agosto al 25 settembre (non avete proprio scuse).

ali di farfalla

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nella wishlist del mese scorso vi avevo accennato che aspettavo che si concludesse ali di farfalla per poterlo acquistare dalla ragazza che me lo aveva prenotato, e qualche giorno fa è arrivato il pacchetto con tutti i volumi che, complice l'insonnia, ho letto nel giro di due giorni.

il concetto mi sembra abbastanza chiaro, visto che l'ho divorato, ma fatemelo dire per bene lo stesso: questo manga mi è piaciuto tantissimo, è esattamente quello che speravo che fosse, uno shoujo simpatico, dolce, senza eccessive pretese ma godibilissimo.


suiren è bellissima. è sempre stata bellissima, la più bella di tutte, una tale bellezza che qualsiasi ragazzo, fin dai tempi dell'asilo, se n'è innamorato. ma suiren è anche timida e chiusa in sé stessa, e le attenzioni dei bambini, all'epoca delle elementari, i rospi e le lucertole regalate per far colpo su di lei, l'hanno portata a chiudersi sempre di più, ad avere quasi paura di socializzare.
persino l'idea di iscriversi in una scuola media femminile non ha funzionato, persino le ragazze facevano a gara per avere la sua attenzione e la sua amicizia, riuscendo a essere persino più invadenti dei ragazzi.
l'unica ad averla sempre protetta da questi attacchi è aya, la sua amica di sempre, l'unica con la quale suiren riesce a parlare (in un modo tutto suo!) e della quale non ha timore.
questo almeno fino a che non entra finalmente al liceo!
qui immediatamente la nostra protagonista comincia, benché involontariamente, a farsi notare da tutta la scuola, in particolar modo dai ragazzi. sembra che chiunque incontri il suo sguardo si innamori di lei, tutti tranne un ragazzo: è kawasumi, un promettente karateka, tanto bravo nello sport quanto incapace con le ragazze. imbarazzato da suiren - come da qualsiasi altra rappresentante del sesso femminile - sembra quasi non accorgersi di lei.
e per suiren, che fino ad adesso si era solo preoccupata di tenere lontani tutti i pretendenti, è arrivato il momento di prendersi la prima cotta della sua vita!


era inevitabile, vista la componente di "tontaggine" dei protagonisti, fare il paragone con il molto più noto e celebrato arrivare a te, ma personalmente, posso dire con tranquillità che almeno sotto alcuni punti di vista (forse quelli più importanti) ali di farfalla esce vittorioso dal confronto.
entrambe le storie presentano una coppia di protagonisti alle prese con i primi amori, e la loro cerchia di amici con relative vicende personali. in entrambi i casi, la coppia protagonista è formata da due tonti che non riescono neppure a comprendere i propri sentimenti, figuriamoci quelli degli altri. in entrambi i casi, hanno bisogno della spinta esterna per capire di essersi innamorati, e dichiararsi e ancor di più mettersi insieme non è una cosa facile come per tutto il resto del mondo. le incomprensioni sono all'ordine del giorno, i silenzi inopportuni idem, la capacità di parlare con sincerità e tranquillità, sopratutto all'inizio, poca. non parliamo poi di abbracci e baci, la situazione è grave e necessiterebbe dell'intervento di uno psicologo in entrambe le storie.
e allora in cosa ali di farfalla dovrebbe essere migliore?
in primo luogo nel numero dei volumi e quindi nel ritmo della storia: per quanto suiren e kawasumi siano imbranati, la loro storia si svolge in undici volumi (il dodicesimo contiene storie extra) e quindi comunque in un lasso di tempo tale da non far venire in mente al lettore desideri suicidi/omicidi. anche la parte dedicata ai personaggi secondari occupa comunque una quantità tale di pagine da non correre il rischio di passare per filler (cosa che non si può non dire di arrivare a te).
in generale poi il tono della storia è meno drammatico, si sprecano le faccette buffe e tutto è molto più leggero e dunque molto più consono al tipo di storia raccontato, cosa che, negli ultimi volumi di arrivare a te si è un po' perso, dando spazio a un tono più serio e pesante. in generale tutto questo rende la storia piacevole da leggere, e i pochi momenti tristi sono di certo più sopportabili.
ma quindi è una versione soft di arrivare a te?
no, l'unico elemento in comune tra i due titoli, come ho detto, è il carattere dei personaggi.


suiren e kawasumi sono davvero pucciosi nonostante siano due tonti imbranati, il modo in cui i loro sentimenti crescono è sì lento, ma anche molto naturale e spontaneo. il duo suu morishita ci evita imbarazzanti triangoli amorosi e se con i protagonisti crea la storia d'amore perfetta, lascia il compito più difficile, quello di vivere le storie più tormentate o quelle senza lieto fine, agli altri personaggi, rendendo l'intera vicenda più realistica e sincera.
in definitiva, per essere un esordio (come storia lunga) le due artiste se la sono cavate più che bene, scrivendo una storia che va ben oltre la sufficienza, disegnata con un tratto a volte insicuro ma molto personale e delicato.
ali di farfalla è, per gli appassionati di shoujo manga, un titolo da recuperare e sopratutto sono da tenere d'occhio le autrici, attualmente al lavoro su una nuova serie, short cake cake, che promette veramente molto bene e che vorrei poter leggere in italiano!

sconti bao: consigli e lista della spesa

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è arrivato il momento più atteso dell'anno (dopo natale, ovvio!) e abbiamo provato a fare una lista di consigli per gli acquisti.
dovevano essere dieci i titoli da suggerirvi in occasione degli sconti di bao publishing, poi però alla fine non abbiamo resistito e abbiamo aggiunto qualche altro volume alla pila.


innanzitutto, io e il misterioso recensore continueremo a spammarvi il porto proibito, si sa mai che qualcuno non l'abbia ancora recuperato, perché è un libro di una bellezza indicibile e perché non potete assolutamente non averlo. anche se di solito non leggete fumetti italiani, anche se non leggete fumetti, anche se non leggete e basta, questo dovete averlo. a proposito di bellezza, scusate il gioco di parole, approfittatene per prendere bellezza e dolci tenebre, due titoli imperdibili del catalogo, entrambi disegnati dal duo kerascoët, del quale spero arrivi il nuovo libro, satanie.
da siciliani, non potevamo non ricordarvi basilicò e brancaccio, anche questi diversissimi tra loro ma assolutamente da leggere, a prescindere da quale sia la vostra posizione geografica. il misterioso recensore ci tiene a ricordarvi anche pillole blu e portugal, due libri che gli piacciono tantissimo, mentre io ho tirato fuori dall'angolo dei miei preferiti strangers in paradise, nimona, bone, i kill giants e la generazione.
kobane calling lo abbiamo praticamente detto all'unisono, quindi il consiglio vale moltiplicato per due.

e noi? io ho puntato lumberjanes, dopo aver letto nimona sono pronta a giurare amore eterno a noelle stevenson e questo mi pare il momento migliore per recuperarlo.
poi, l'anno scorso volevo recuperare anche saga ma non ci sono riuscita, e temo che il mio ridicolo budget mi impedirà di farlo anche questa volta. più probabilmente, invece, prenderò il primo volume di bitch planet. poca roba, mentre il misterioso recensore sembrerebbe propenso per la gigantesca barba malvagia, ma sembra che tutto sia ancora avvolto nel mistero...
voi che ci consigliate?

per chi fosse ancora indeciso e in cerca di pareri su qualcosa, qui trovate tutti i nostri articoli sui titoli bao che abbiamo letto e recensito fino ad adesso:

andiamo a tokyo, charlie brown!
basilicò
bellezza

itero perpetuo

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un' astronave. un incidente. un sopravvissuto. un posto assurdo. creature assurde.

questo è l'incipit frenetico (e un po'assurdo) di itero perpetuo, opera prima del giovanissimo adam tempesta, un autore italiano che, promette bene, benissimo e che è quasi difficile credere sia davvero un esordiente.


l'astronauta si è perso nello spazio, ha incontrato un buffo polletto che in qualche modo è riuscito a tirarlo fuori dai guai e sta cercando di tornare a casa, dalla sua famiglia.
l'astronauta non ricorda nulla. perché è partito? con chi era al momento dell'incidente? da dove viene? dove si trova? come farà a tornare a casa? e sopratutto, cosa diamine sono i guerrieri psichici? e ancora di più, cosa sono tutte queste creature assurde che sembrano uscite da un video dei tool girato dopo che il regista si era calato un acido? 
e il polletto? sembra solo un pollo molto buffo, ma si direbbe capace di cose straordinarie, senza contare che parrebbe capire cosa succede all'astronauta, mentre l'astronauta non ha molto chiaro cosa gli sta succedendo e, ad essere ancora più sinceri, non sa nemmeno perché.
questo è un viaggio! se sai dove andrà a finire che senso ha viaggiare?che senso avrebbe il viaggio?

l'astronauta, in compagnia del polletto, si ritroverà a viaggiare per un universo assurdo (beh? mi piacciono le ripetizioni) che ricorda gli oceani misteriosi dei romanzi d'avventura ottocenteschi, un universo pieno di creature gigantesche e spaventose capaci di catapultarti da un angolo (s fa per dire) all'altro del cosmo), un universo che nasconde per il genere umano un futuro definibile in tanti modi, tra i quali di certo non figura il termine roseo: cosa è successo agli umani? qualcosa che ha a che fare con il viaggio dell'astronauta? perché è partito? e perché, adesso, vuole tornare?

itero perpetuo è un libro che a prima lettura vi sembrerà folle e caotico, vi trascinerà per le profonde oscurità dello spazio, vi turberà l'animo e magari vi darà una buona dose di ansia (se siete tra quelli che alla sola idea di perdersi da qualche parte si fanno prendere dal panico. tipo me.) e poi vi lascerà, alla fine a bocca aperta. a quel punto chiudete, fate un bel respiro, digerite le ultime informazioni e ricominciate da capo.
e poi aggiungete adam tempesta all'elenco dei vostri autori preferiti.


foto di eris edizioni

una nota è necessaria anche per l'edizione. come vedete nella foto con il mio pollicione, il libro ha una bella sovracoperta bianca, minimalista, semplicissima blabla. poi, sotto la sovracoperta, c'è il delirio che intuite nella seconda foto, delirio - ed entusiasmo (mio) per aver trovato wally in mezzo al delirio - di cui evidentemente camilla se ne frega. ma a me è piaciuto tantissimo e merita almeno un quarto d'ora di attenta osservazione.
e poi - ho dovuto rubare la foto ai ragazzi di eris perché il mio telefono non riusciva nell'impresa - la figata è che al buio il libro si illumina! io ero esaltata come se fossi tornata indietro negli anni '90, all'epoca dei braccialetti fluorescenti, e ancora di più.
sicuramente è tutto molto d'effetto ma anche più significativo di quello che potreste pensare. non aggiungo altro, però fatemi dire solo un'ultima cosa: questo è fare grafica a livello ultra-pro, questo è fare libri che davvero... wow!

book blog tour "aiuto!" II tappa ~ intervista agli autori

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benvenuti al terzo book blog tour organizzato da bao publishing, questa volta dedicato a un libro che vi incanterà, vi trascinerà in un meraviglioso bosco colorato pieno di adorabili animaletti mentre vi fa sudare freddo, contorcere le budella e magari farvi qualche domanda sul genere umano: stiamo parlando di aiuto!, un graphic novel decisamente fuori dagli schemi, scritto da isaak friedl e illustrato da yi yang.


prima di passare all'intervista, devo per forza scrivere due righe su aiuto!, mi ha colpita tantissimo, forse troppo, mi ha fatto pensare ehi! io una roba del genere ancora non l'avevo mai letta! e forse, in certi momenti avrei preferito non leggerla.
forse già sapete che sono sensibbbile come un cornetto algida in agosto lontano dal congelatore e sicuramente sapete che, nonostante non riesca a trovarmi troppo a mio agio insieme allagggente, non ho nessun problema a socializzare con quattrozampe e pelosi vari, verso i quali ci metto circa cinque secondi prima di innamorarmi perdutamente, sempre.
quindi, appena ho iniziato a leggere aiuto!, ho sentito qualcosa come una mano che mi afferrava lo stomaco e lo usava come una pallina antistress.
senza svelarvi troppo, aiuto! racconta la storia di un cucciolo di orso che vede morire la mamma per colpa di un cacciatore. l'uomo muore nello scontro con l'orsa, ma i suoi fratelli sono pronti a vendicarlo. al piccolo orso non resta che cercare di sfuggire alla furia cieca degli uomini, con l'aiuto di un piccolo, ma tosto!, scoiattolo e degli animali del bosco.
i cacciatori, mentre cercano il piccolo orso, compiono una vera e propria carneficina, ma mentre gli uomini si lasciano andare alla violenza cieca, stupida e furiosa, gli animali mostrano intelligenza, capacità di andare oltre le differenze, di fare squadra, di aiutare senza paura delle conseguenze, di essere umani (se proprio vogliamo intendere questa parola in modo positivo) molto più degli umani. capacità e qualità che soccombono solo davanti alle armi.
però, anche se fa male, è inevitabile amare questo libro, farsi venire voglia di regalarlo a tutti, di farlo leggere a chiunque per dare a tutti una strizzatina allo stomaco e magari alla coscienza.
per il resto, lascio la parola a isaak friedl e yi yang, buona lettura!
e ricordatevi di leggere per bene le regole per partecipare al giveaway, le trovate dopo l'intervista!

ciao isaak, ciao yi(*) grazie mille di aver accettato questa chiacchierata, e benvenuti su claccalegge! aiuto! non è il tuo primo lavoro, hai già pubblicato anche con tunué e hai partecipato a diverse autoproduzioni. però, correggimi se sbaglio, questa è la prima volta che affidi i disegni a qualcun altro.
I: Ciao Clacca! Hai ragione, Aiuto!, esclusa qualche storia breve, è la mia prima collaborazione in cui io scrivo e un’altra persona disegna.
isaak, come è stato vedere la propria storia disegnata da un altro artista (in questo caso yi yang)? pensi che ripeterai l'esperienza? (escludo dalla domanda il secondo volume di aiuto!, so che già avete cominciato a lavorarci).
yi per te è la prima volta che lavori con un altro artista? come ti sei trovata a lavorare con isaak?
I: Lavorare con Yi è stato, ed è, fantastico. Non solo raffigura esattamente quello che penso, ma anzi lo migliora, trasformandolo in qualcosa di più vivo, colorato e comunicativo. Per quanto riguarda la possibilità di vedere altre storie scritte da me con disegni altrui, posso dirti che sta succedendo anche in questo momento. Attualmente sono al lavoro su tre nuovi libri. Uno scritto e disegnato da me, due scritti da me e disegnati da altri. Purtroppo disegnare assorbe un enorme quantità di tempo quindi, se si hanno molte storie da raccontare, creare delle collaborazioni è necessario. Per il momento posso solo anticiparti che entrambi i lavori non hanno niente da invidiare alla qualità tecnica di Aiuto!
Y: È stata un esperienza bellissima, perché Isaak è super bravo e mi ha insegnato tante cose. Soprattutto è molto paziente e mi aiuta a capire come impostare il lavoro quando non ci capiamo. Mi piacerebbe un sacco continuare a lavorare con Isaak, e in generale mi piace collaborare con altri artisti. Trovo che ci sia sempre qualcosa di interessante da imparare dagli altri.
isaak, so che hai frequentato l'accademia a bologna, quanto è stata fondamentale l'accademia per la tua carriera di fumettista?
I: Sinceramente non ne ho idea. Senza addentrarmi in ipotesi complicate, direi che col senno di poi non avrei preferito frequentare nessun’altra accademia al mondo. Il che qualcosa vorrà pur dire. 
bologna è, nell'immaginario collettivo (e sopratutto nella mia testa!), la città ideale per gli artisti italiani, sopratutto per i fumettisti. anche per te è così? pensi che vivere e studiare in questa città ti abbia dato qualcosa di introvabile altrove?
I: Se si cerca bene, nulla è introvabile. Per quanto mi riguarda Bologna è un piccolo centro in cui è facile imbattersi in situazioni o persone interessanti. È una città che non teme confronti con le sue sorelle più grandi, ma che allo stesso tempo rende difficile perdersi o essere ignorati. È una bella città. 
parliamo di aiuto!, il tuo ultimo lavoro, realizzato insieme all'illustratrice yi yang.
aiuto! è un titolo più unico che raro, un libro che potrebbe anche trarre in inganno a prima vista (parleremo poi di questo) e che colpisce come una palla di cannone sparata dritta in pancia. da cosa è nata l'idea di questa storia? (a me hai portato immediatamente la storia di daniza, l'orsa uccisa dopo l'aggressione a un cacciatore, non so però quanto sia effettivamente ispirato da quell'evento.)
I: Non conoscevo il nome dell’orsa, ma ovviamente ne ho sentito parlare. Tuttavia per la stesura della storia, almeno a livello conscio, non ci ho pensato. Lo spunto della vicenda è nato intorno allo stile di Yi. Volevo creare qualcosa dai toni forti, che fosse in contrasto col suo stile fanciullesco. Da questa base sono arrivati gli animali e con loro il sangue e i cacciatori. 
per quanto aiuto! sia – grazie al cielo – tutto fuorché didascalico, hai lanciato un messaggio molto forte di critica contro la caccia, vista come la folle violenza che si contrappone allo spirito di fratellanza e amicizia degli animali nel bosco. ma aiuto! si può definire un "fumetto animalista", o la denuncia che fai è solo, se mi consenti l'espressione, l'effetto collaterale delle vicende narrate?
I: Non mi piacciono le etichette. Secondo me per essere contro la caccia, contro la caccia moderna, non serve essere animalisti ma basta ragionare con la propria testa. Personalmente, mentre lavoravo ad Aiuto!, non volevo lanciare nessun messaggio di denuncia, inteso nel senso classico del termine. Insomma chiunque sa che i cacciatori sono cattivi e gli animali vittime. Eppure esiste un confine tra le due cose che a volte, in maniera velata, si capovolge. A me interessava raccontare qualcosa a proposito di quel confine. 
la vera peculiarità di aiuto! sta nella dicotomia tra l'efferata ferocia delle azioni dei cacciatori e lo stile grafico che ricorda quello di un libro per bambini (esclusi i disegni dei cacciatori che sembrano voler trasmettere, anche nei loro tratti, una sorta di stupidità e ottusità che è tipica della violenza gratuita). perché avete ricercato questo effetto così spiazzante?
I: Per aumentare il contrasto brutale della vicenda, e per creare una forma di lettura in cui le immagini, teoricamente opposte al linguaggio che rappresentano, aiutano il lettore ad addentrarsi nella storia, per indagarla sotto un nuovo punto di vista.  
Y: Perché in quel periodo, quando ho conosciuto Isaak, ero pazza per le MATITE COLORATE. In realtà avevo cominciato da poco a usarle. Non sono una virtuosa, e secondo me i pastelli sono la tecnica che controllo meglio. Riguardo allo stile, volevo fare "una foresta nel sogno" come "Wonderland". Un luogo pieno di animaletti ridotti all’osso dalla sintesi e colori accesi che ti portano in un'avventura da sogno.
c'è qualche aneddoto sulla creazione di aiuto! che vorreste raccontarci?
I: Il migliore è la tendinite di Yi, presa a forza di colorare coi suoi pastelli magici! 
potete darci qualche anticipazione su cosa aspetta ai protagonisti di aiuto! nel prossimo libro?
I: Aiuto! per come è stato impostato, rappresenta l’antipasto. La portata principale, comprensiva di primo, secondo e dolce, sarà concentrata nel secondo volume. Un volume in cui ci saranno molti più esseri umani, molti più dialoghi, molti più temi, molte più pagine, e sopratutto molta violenza e dolcezza in più. Non necessariamente in questo ordine e non necessariamente da chi ce lo aspettiamo. 
grazie mille per la vostra disponibilità e per il tempo che avete concesso a me e ai lettori di claccalegge! un abbraccio e mille inboccallupo (o all'orso?) per i vostri prossimi lavori!
I & Y: Grazie a voi! 

* all'inizio avevo capito che avevo la possibilità di intervistare solo isaak, ho scoperto solo dopo che anche yi yang aveva letto le mie domande, e risposto... ma era troppo incasinato rifare tutta l'intervista, così non sono riuscita a chiederle tutto quello che avrei voluto! mi rifarò sicuramente con il secondo volume di aiuto!



e per finire, ecco il riassuntone/calendario con tutti i post book blog tour di aiuto!:
I tappa (6 settembre) ~ ever pop: introduzione al graphic novel e annuncio giveaway
II tappa (8 settembre) ~ a clacca piace leggere: intervista agli autori
III tappa (13 settembre) ~ read vlog repeat: videorecensione
IV tappa (15 settembre) ~ oh ma che ansia: presentazione dei personaggi
V tappa (20 settembre) ~ il giro del mondo attraverso i libri: di uomini, animali e altre storie

regolamento per partecipare al giveaway:
- mettere mi piace alla pagina facebook di bao publishing;
- diventare lettori fissi/seguire i blog/vlog partecipanti (qui tramite google friend connect, nella colonna alla vostra destra);
- commentare tutte le tappe del book blog tour;
- compilare il form con i dati (per il giveaway);
- condividere il book blog tour sui social;
- tenere le dita incrociate!

il givaway ha durata dal 6 al 20 settembre.
al termine del blog tour si procederà con l'estrazione del vincitore.

ne approfitto per ricordarvi che fino al 25 settembre tutti i titoli bao saranno in sconto del 25%! se siete in cerca di consigli per la lista della spesa, date un'occhiata qui!
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