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il viaggio di arlo

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cosa sarebbe successo se l'asteroide che ha colpito la terra facendo estinguere i dinosauri fosse passato qualche chilometro più in là? beh, i dinosauri non si sarebbero estinti, anzi avrebbero continuato a evolversi e avrebbero realmente condiviso la terra con i nostri antenati. questa è l'idea di base dell'ultimo film disney/pixar il viaggio di arlo, uscito al cinema già da un po' e che, nonostante a me sia piaciuto tantissimo, ha avuto un'accoglienza un po' tiepidina, forse per via della vicinanza con l'uscita di quel capolavoro di inside out, con cui è venuto fin troppo naturale, per alcuni, fare il confronto, anche se davvero non vedo il motivo di far paragoni, sopratutto tra due film così diversi tra loro.
ma ho già espresso più volte il mio parere circa la moda di smerdare disney a ogni occasione, per cui andrò oltre senza perdere altro tempo.


dicevo, a me il viaggio di arloè piaciuto tantissimo. la cosa più incredibile sono stati i paesaggi, avevo già letto in qualche intervista che la natura sarebbe stata co-protagonista della storia, insieme ad arlo e spot, ma non avrei mai immaginato di vedere paesaggi così incredibilmente belli e perfetti.
poi c'è la famiglia di arlo: ci sono la mamma e il papà, che sono instancabili lavoratori e organizzatissimi contadini. portano avanti il loro piccolo campo (ve l'ho detto che i dinosauri si sono evoluti) con dedizione e impegno.
e quando si schiudono le loro tre uova io mi sono commossa: arlo nasce dall'uovo più grande, ma è il dinosauro più piccolo della famiglia, e di certo anche il più pauroso. crescendo, continuerà a essere il più piccolo e il più pauroso, facendosi prendere in giro dai fratelli più grandi, fino a quando suo padre non cercherà di responsabilizzarlo e sopratutto di fargli scoprire che la paura ci impedisce di scoprire le cose più belle. per una serie di casini, dovuti a un piccolo umano che ruba le provviste della famiglia di arlo, il nostro dinosaurino si trova improvvisamente sperduto, lontano da casa, dolorante, affamato e sopratutto terrorizzato. ma sarà proprio la presenza di quel piccolo umano, spot per gli amici, ad aiutarlo nel suo viaggio e permettergli di tornare a casa.


in questo film ci sono momenti comicissimi (alla presentazione di menagramo ho riso con le lacrime), momenti che mi hanno turbata non poco e che credo non avrei voluto vedere da bambina (essì, ero una bimba ipersensibile), un modo, per una volta, di mostrare una natura più realisticamente crudele e non necessariamente edulcorata a uso e consumo di un pubblico di bimbi a cui dobbiamo censurare tutto per non farci poi fare domande imbarazzanti, e momenti che mi hanno davvero commossa.

è vero che il viaggio di arlo non è epico come il re leone, ma il viaggio di arlo non è il re leone, benché ci siano molti punti in comune tra i due film.
il viaggio di arloè un film sull'amicizia e sulla fiducia - cose che ci farebbero molto bene imparare - è un film sulle differenze e su come queste possano essere annullate grazie all'affetto incondizionato e sincero, ed è un racconto di crescita, ovviamente, un vero e proprio percorso di formazione dall'infanzia all'età adulta.

insomma, è un film che i bambini dovrebbero vedere, e che dovrebbero vedere anche quelli che bambini, almeno all'anagrafe, non lo sono più, piantandola, per una volta, di fare i professoroni esperti in tutto, piantandola con i voti e le classifiche, evitando di cercare poi il modo più originale per criticare quello che hanno visto e lasciandosi semplicemente coinvolgere ed emozionare da un film davvero bello.
in fondo, la magia disney è questa, no?

dieci shoujo manga imperdibili o quasi (secondo claclina) - seconda edizione ~ 2010/2015

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era da tanto che non facevo un post fuffoso come questo, mi scuso per l'alta dose di fuffosità di quello che state per leggere, però era da tanto che pensavo di fare una lista del genere. oltretutto è passato tanto da quando ho scritto la lista dei dieci shoujo manga imperdibili e quella dei dieci serie manga imperdibili anche se... quindi potete perdonarmi no?

ho pensato di fare una sorta di classifica degli shoujo (anche se ci sono pure dei josei in mezzo) più belli degli ultimi cinque anni, quindi quelli pubblicati dal 2010 ad oggi. ho escluso le serie che sono appena ai primi numeri, e ovviamente non ho incluso roba che mi manca e per la quale rosico tantissimo (una stella cadente in pieno giorno, ali di farfalla, orange eccetera...) ma che spero di recuperare presto. insomma, sono i dieci che mi sono piaciuti di più tra quelli che ho letto. una roba che più arbitraria non si può. sulla base di questi (e di quelli che trovate nei link di cui sopra) se vi va lasciatemi qualche suggerimento tra i commenti! non che sia facile recuperare serie al momento, ma sognare è sempre bello.

metterli in ordine di preferenza è stato difficile, sopratutto per determinare una sorta di podio, perché sono tutti titoli che mi piacciono parecchio, quindi ho evitato di pensarci troppo e di decidere nel modo meno razionale possibile. quindi praticamente, quelli che stanno nelle posizioni più alte sono quelli che mi fanno fangirleggiare di più, e non quelli più "belli".

10 - seiho high school men's di izumi kaneyoshi

come sono le storie d'amore liceali da shoujo manga viste da un ragazzo. o meglio: come, secondo le ragazze, i ragazzi vivono gli amori liceali. insomma, un capovolgimento dei punti di vista (ripreso di recente da rainbow days) che mi ha divertita parecchio. ho sempre detestato gli shounen romantici, visto che spesso e volentieri di romantico non hanno praticamente niente e sono solo un esplosione di ormoni e culi tette più o meno immischiati ad altri elementi che ne fanno una storia (l'unico che recupererei dei pochi che ho letto ma che non ho è video girl ai, ma non rientra tra le priorità al momento), ma proprio non fanno per me. seiho high school men's ha il vantaggio di essere anche affatto volgare o di cattivo gusto, oltre che divertente e a suo modo romantico. non è che sia il capolavoro del millennio, però se vi capita leggetelo, è davvero carino.

9 - kuragehime di akiko higashimura

per essere precisi, kuragehimeè un josei. ma ho deciso di metterlo in lista perché nonostante l'odio che ho sviluppato nei confronti dei josei (se vi ricordate ne avevo parlato qui), questo mi piace parecchio. non si può essere troppo fiscali, su...
quello che mi fa piacere tantissimo questo manga è che a differenza degli altri - pochi - josei che ho letto, non cerca affatto di dare un'immagine della giovane donna comune in cui dovremmo/potremmo rispecchiarci tutte noi, ma che anzi presenta personaggi assolutamente folli e poco probabili (almeno fuori dal giappone. spero): un gruppo di donne otaku (nel senso reale del termine, che non è quello usato bimbominkiescamente per definire una persona che ha letto tre manga nella sua vita e il sabato sera si crede alternativo perché mangia al ristorante cinese, ma quello di appassionato/ossessionato da un solo e unico argomento di cui praticamente conosce ogni minimo dettaglio, mentre si disinteressa di tutto il resto, compresi lavoro e vita sociale), un giovane politico tanto ingenuo da sembrare un idiota e il suo fratellino minore appassionato di moda e con l'hobby di travestirsi da donna.
oltre che farci assistere alla storia d'amore più goffa della storia, la higashimura ha scritto una bellissima storia di riscatto di alcune ragazze emarginate che riescono, con i loro sforzi, a creare un brand di moda e ad avere successo in un ambito a cui non avrebbero mai neanche osato avvicinarsi col pensiero. nonostante sia un manga tendenzialmente comico, kuragehime affronta quello che penso sia un problema serio per la società nipponica, e, da occidentale che sconosce completamente cosa possa significare vivere secondo i ritmi e le regole giapponesi, mi sembra che ci riesca bene, anche se in modo leggero e divertente.
ah, dimenticavo: adoro i disegni della higashimura!

8 - elettroshock daisy di kyosuke motomi

premetto che non ho ancora finito la serie. devo recuperare gli ultimi tre volumi, sa il cielo quando ci riuscirò, e devo anche rileggermelo tutto, perché alcune cose non le ricordo benissimo. però lo inserisco nella lista perché in elettroshock daisy ci sono un sacco di belle cose: una storia d'amore che si sviluppa in modo spontaneo e verosimile tra due persone legate da un destino decisamente non ordinario, ci sono siparietti comici, ci sono momenti drammatici, scene d'azione, personaggi ben caratterizzati... è un titolo che va oltre i soliti cliché, che sconfina nella spy story e nel thriller, senza però perdere del tutto il fattore romanticismo. appassionante, spero che quando riuscirò a terminarlo non mi deluda... voi non fatemi spoiler!

7 - il fiore millenario di izumi kaneyoshi

non amo troppo i fumetti ad ambientazione storica, sopratutto i manga, parecchi mi hanno delusa (ooku su tutti, mi vengono ancora i brividi quando ci penso... eppure all'inizio mi piaceva parecchio!), invece il fiore millenario mi ha rapita completamente. ok, c'è la componente intrighi di corte e nobili pazzi e sanguinari, ma non si ferma solo a quello. mi piace da morire la protagonista, a-ki, una ragazza intelligente, forte e determinata, che nonostante il suo passato tragico e il suo presente complicato, nonostante si ritrovi in una società iper-maschilista, riesce a farsi valere e a dimostrare di non essere meno di nessuno, di meritare il ruolo di sovrana che le è stato usurpato. e poi c'è la storia d'amore con hakusei che è bellissima davvero. e sono fantastici anche i disegni.
insomma, non c'è un solo motivo per cui non dovreste leggerlo.

6 - love button di maki usami

con questo titolo entriamo nell'ambito del fangirleggiamento puro e crudo. dire che love button sia pieno di cliché da shoujo manga è riduttivo: love buttonè la quintessenza del cliché da shoujo manga, non gli manca nulla ed è un continuo lanciare gridolini soffocati praticamente ad ogni scena. ne ho abbondantemente parlato man mano venivano pubblicati i volumi (cliccate qui per trovare tutti i post) ma mi sono accorta di aver saltato proprio il dodicesimo numero... vabbè, l'happy ending era scontato, no?
ah, ovviamente, se vi piacciono le storie dolci anche se non troppo originali, insieme a love button vi raccomando tutto ma proprio tutto quello che è stato pubblicato di maki usami. e se poi volete collaborare, potreste anche voi fare qualche sortilegio per convincere una qualsiasi casa editrice a pubblicare sekai wa happy de dekiteiru.

5 - arrivare a te di karuho shiina

arrivare a te ormai è praticamente uno dei nuovi classici per quello che riguarda il genere. la storia la conoscete, credo, tutti: lei è ipertimida e un po' inquietante, lui è solare e pieno di amici, si innamorano e, niente, una delle storie più dolci di sempre. ma anche una delle storie più lente di sempre. ma a me piace tantissimo, anche se è una serie luuunga e leeenta. e non finirà mai.

4 - jammin' apollon di yuki kodama

anni '60. musica jazz. primi batticuori e nuove amicizie. jammin' apollonè tutto questo e anche di più, una delle più belle storie degli ultimi anni, raccontata con stile e poesia da yuki kodama, autrice della quale spero possa arrivarci altro presto. consigliatissimo anche l'anime che ha una stupenda colonna sonora. qui trovate alcuni post in cui avevo commentato i primi volumi.
sen ha rubato il cuore di molte di noi

3 - strobe edge di io sakisaka

prendere i luoghi comuni più luoghi comuni della storia degli shoujo manga e tirarne fuori un gioiellino: ecco in poche parole cos'è strobe edge. i cliché ci sono tutti, ma proprio tutti, eppure la storia è gestita in modo che ogni cosa appare naturale, spontanea e plausibile.
ninako, la protagonista, è una ragazza così normale da essere quasi anonima. e non si trasforma in una strafiga grazie a the power of love, non si ritrova ad affrontare schiere di gente pazza che vuole a tutti i costi mettersi fra lei e il suo amore, niente bulli, amici normali, tutto plausibile.
lui, ren, è sì figo, ma è un figo plausibile. la loro storia è plausibile. è tutto molto realistico, probabilmente simile a tante altre storie, e proprio per questo è bellissima, perché io sakisaka sa realmente esprimere la bellezza delle piccole cose e delle situazioni quotidiane, sa che la spettacolarità dell'amore sta nell'amore stesso e non negli eventi straordinari che potrebbero verificarsi.
quindi inchiniamoci davanti a sua maestà io sakisaka, la nuova regina degli shoujo manga.

2 - natsume degli spiriti di yuki midorikawa

recuperone recentissimo per me il manga, anche se anni fa mi sono sciroppata quattro stagioni della serie animata. natsume degli spiritiè assolutamente delizioso, poetico, elegante, squisitamente malinconico e molto molto giapponese: per quanta azione ci sia a volte, è uno di quei rarissimi manga che ti chiedono di essere messi da parte per rimanere a pensare a te stesso e al tuo rapporto con il mondo. natsume ha da sempre la capacità di vedere quelli che vengono chiamati yokai, gli spiriti. questo non ha fatto altro che causargli problemi. orfano, sballottato da un parente all'altro, nessuno gli crede quando dice di vedere qualcuno, tutti reputano il suo atteggiamento spaventoso ed egocentrico. senza famiglia e senza amici, fino a che la sua vita non prende una piega diversa: i signori fujiwara, lontani parenti, gli chiedono di andare a vivere da loro in campagna. qui natsume libera per caso madara, un potente spirito che è stato sigillato, con il quale fa un patto: madara, sotto le pucciosissime sembianze di nyanko sensei, lo proteggerà dagli attacchi degli altri spiriti, e alla morte di natsume erediterà il taccuino degli amici, oggetto appartenuto a sua nonna reiko - che come lui poteva vedere e parlare con gli spiriti, che contiene i nomi di moltissimi spiriti, e che quindi permette di controllarli.
circondato da un ambiente finalmente non più ostile, in quella che per la prima volta può davvero chiamare famiglia, con degli amici - umani e no - natsume comincerà a rendersi conto che gli spiriti non sono tutti uguali e che molti di loro agiscono proprio come gli uomini: mossi tutti dallo stesso desiderio di non rimanere soli e di proteggere e aiutare coloro che amano.
b e l l i s s i m o.

1 - a un passo da te di io sakisaka

ovviamente al primo posto c'è aoharaido, in italia a un passo da te, uscito praticamente subito dopo strobe edge, sempre di io sakisaka. il discorso fatto per strobe edge vale anche per questo titolo, ma qui secondo me l'autrice si è superata: bellissimi personaggi, scene indimenticabili, momenti da infarto e nuche odorose. praticamente l'apoteosi del fangirleggiamento, uno degli shoujo manga più belli di sempre. adesso ho davvero bisogno dell'annuncio di omoi, omoware, furi, furare!

come per tutti i meme: prendetene e scrivetene tutti. sono curiosa di sapere cosa vi è piaciuto di più dell'ultimo lustro. ovviamente, io ho limitato la mia classifica solo agli shoujo, ma se volete potete cambiare genere: manga in generale, fumetti occidentali, disney, graphic novel, insomma quello che vi pare. l'unica cosa che vi chiedo è di avvisarmi qui nei commenti (niente spam per favore!) così vengo a leggere i vostri post, che sono curiosissima!

karmapolis

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questo post mi costa una fatica immensa, per un semplice motivo: non so se karmapolis mi è piaciuto davvero.
so che potrebbe sembrare una cosa senza senso, però è così. avevo un sacco di aspettative prima di leggerlo, mi è piaciuto sì, ma mi aspettavo qualcosa di più. non so esattamente cosa. però mi ha lasciata un po' così, sopratutto nell'ultima parte.
insomma non so dire mi è piaciuto e non posso nemmeno dire che non mi è piaciuto. che faccio?


andiamo con calma.

chiara ha 22 anni, frequenta l'università, vive con due amiche (?), katia, alla quale non risparmia mai di ricordare che sia una facile (per meglio dire una puttanella), e morena, della quale intuiamo subito - per avere conferma dopo, che è lesbica. chiara, chichi per gli amici, è - parole sue - insicura e piena di grilli per la testa, ha un fidanzato fissato con il calcio, odia il suo lavoro e trova che sua madre sia una gran cagacazzo (cit.).
fin qui nulla di strano.
ma chichi ha il potere di portare sfiga.
nulla di troppo complicato, le basta uno schiocco di dita e bam, casino servito.

fin qui tutto bene, chiaro, lineare, funziona tutto. ma quando entrano in scena i suricati a spiegare a chiara i suoi poteri, il karma, la fortuna, la sfortuna... ecco, lì è iniziato il disastro.
si incasina tutto: chiara, sconvolta per il comportamento del suo ragazzo, sfoga tutta la sua rabbia sulle amiche, in modo immotivato ed esagerato, il che porta a una situazione davvero drammatica e pesante. a questo si aggiungono incubi, salti avanti nel tempo, suricati (che mi hanno fatto venire seri dubbi: sono dislessica o non sono la sola che è ammattita per riuscire a capire cosa dicono?), discorsi troppo brevi su cose successe e poi rimosse che sembrerebbero davvero importanti per la storia... ecco, non voglio far spoiler, però è tutto davvero incasinato, molte cose avrebbero dovuto avere più spazio e tempo per essere narrate.

quindi: o sono io cretina e non ci ho capito niente, il che è molto plausibile, visto che ho letto recensioni parecchio entusiaste di questo titolo, oppure davvero karmapolis poteva essere davvero un bel fumetto ma si limita ad essere un ottimo tentativo, con dei disegni ben fatti e originali e una trama che, articolata un po' meglio, sarebbe stata geniale.
forse il danno sta tutto in quella sorta di cinico distacco che dovrebbe dare un tocco comico e divertente a situazioni drammatiche e a concetti che in fondo sono molto belli e profondi, ma che - almeno per me - è risultato solo fuori luogo e non mi ha permesso di appassionarmi alla storia e ai suoi personaggi, forse nella fretta che c'è in tutta la narrazione della vicenda...

insomma, un peccato. che poi, sono sincera, mi sento una stronza a scrivere una roba del genere, perché secondo me gli autori - nebbioso e greta xella - meritano eccome, e di certo voglio leggere altro di entrambi, però non mi va nemmeno di non essere sincera e di far sviolinate.
ecco perché mi trascino sto post da più di un mese.

in ogni caso, io vi consiglio di seguire i pareri degli altri, di quelli che ne hanno parlato bene (qui ad esempio) e di leggerlo se vi capita l'occasione, perché di certo una lettura non gliela si può negare, così poi venite qui a lasciarmi un commento e a dirmi che sono idiota e non capisco niente.

disney definitive collection ~ tutti i milioni di paperone

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e siamo all'ultimo post dedicati alla serie disney definitive collection, quello su tutti i milioni di paperone, sceneggiato da fausto vitaliano e disegnato da diversi autori, attualmente giunto al 14° episodio su topolino e non ancora concluso.
in monografico sono usciti due volumi, il secondo è in edicola proprio in questi giorni, che raccolgono i primi otto episodi.


raccontare la storia di zio paperone, plausibilmente il personaggio disney con il passato più interessante e ricco (in tutti i sensi), significa necessariamente dover affrontare il confronto con la $aga di don rosa, e credo che molto difficilmente si possa uscire illesi da un paragone simile.
quindi, l'unico modo per non sminuire qualsiasi lavoro su paperone e la sua storia sia evitare di vederlo in relazione con il lavoro donrosiano: ho letto tantissime critiche su questa serie proprio perché non rispetta la $aga, o non arriva ai livelli qualitativi di quello che secondo me - e secondo mezza galassia - è un capolavoro.
ma davvero dobbiamo per forza paragonarlo a qualcosa?
paperone è, sì, un personaggio con un suo passato ben definito, ma è anche un personaggio disney, e sappiamo benissimo che in disney il concetto di continuity è molto spesso nullo.
quindi niente impedisce di raccontare una storia diversa da quella della $aga e non per questo meno legittima.
personalmente non mi sono mai sognata di mettere in correlazione le due cose, non mi importa che vitaliano o qualsiasi altro sceneggiatore seguano il solco tracciato da don rosa, che per quanto abbia scritto un capolavoro, è e rimane solo uno dei tanti autori disney che hanno raccontato dei paperi. mi importa solo di leggere belle storie con i personaggi che amo, che non ne tradiscano lo spirito, ma non mi importa proprio di un fantomatico rispetto della continuity che, come detto, non esiste.
e con questo terminiamo il discorso che più mi ha irritato su questa serie.

tutti i milioni di paperoneè una serie che si sviluppa su un'idea di base molto semplice: zio paperone, paperino e i nipotini si trovano da nonna papera, sfogliano dei vecchi album di foto e per ogni foto, scattata al raggiungimento di un determinato traguardo - i vari milioni guadagnati da paperone - lo zione racconta la storia di ogni scatto.
un espediente, a mio avviso, che funziona, che mi ricorda, alla lontana, un'altra bellissima serie di storie che mi auguro venga presto ristampata - e magari continuata, ovvero i racconti attorno al fuoco (ai tempi pubblicata su topolino e su minni & co. se non ricordo male. di questa esiste una raccolta che fa parte dei tesori disney, ma non credo sia completa. in caso correggetemi).
ovviamente - e qui sono costretta a tornare a don rosa, perdonatemi - questa serie è molto molto mooolto più leggera di quella ormai famosissima del don: niente momenti drammatici, niente difficoltà serie da affrontare, molta più fortuna eccetera. manca la poesia, siamo molto più sullo standard delle storie "normali" di topolino. insomma, manca tutto quello che ha reso la $aga così meritevolmente conosciuta e apprezzata.
dal canto suo, tutti i milioni di paperoneè una serie carina, piacevole da leggere e di certo da avere per i fan dei fumetti disney e sopratutto del vecchio avarastro.

*** gli altri post sulla serie:

star wars VII - il risveglio della forza (no spoiler!)

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prima di dire qualcosa sul nuovo film, volevo scrivere due righe su star wars e su quello che è stato aspettare l'uscita di questo episodio. perché certe cose, e tra queste rientra star wars, non sono semplicemente prodotti di cui usufruire per passare qualche ora in modo piacevole, diventano qualcosa che, vuoi o non vuoi, fa parte della tua vita e della vita di tanta altra gente: in qualche modo mi ha fatto felice vedere così tanta persone su internet e in-real-life vivere il mio stesso stato d'animo, questa sorta di enorme comunione spirituale dovuta a un film (son cose che solo per i mondiali di calcio!). se ci pensate è pazzesco, eppure, cos'altro avrebbe potuto scatenare tutto questo se non star wars?


io non ho idea di come sia stato nel 1977 vedere una nuova speranza per la prima volta. per il semplicissimo motivo che non ero nemmeno nata.
ma so come è stato vedere una nuova speranza anni e anni dopo, quando io l'ho visto per la prima volta.
è stata una figata immensa, anche se nella mia testa andava in loop jay nella parte finale di dogma: ma che cazzo succede? tu chi cazzo sei donna? che cazzo di film è questo? lezioni di piano? ma di che cazzo stai parlando? vi siete tutti bevuto il cervello? con aggiunzioni del tipo: ma quando spunta il tizio verde? "finalmente ci rivediamo"??? mi sono persa qualcosa? eccetera eccetera. insomma, non ci stavo capendo molto, e ho continuato a non capirci molto fino a che non ho visto la trilogia prequel - che dite quel che volete, a me piace tantissimo, anche per gli spiegoni.
però, anche se la trama mi sembrava fare acqua da tutte le parti, e non riuscivo a capire molte cose, mi sono innamorata dei vecchi film, di quelle atmosfere a metà tra la favola e la fantascienza, di quei personaggi, dei loro discorsi. e quando ti innamori di qualcuno, mica stai lì a rompere tutto il tempo oh, ti amo, ok, ma hai un brufolo, la tua camicia è stirata male, hai la lingua di pezza, le tue unghie non mi piacciono poi tanto, le tue scarpe sono oscene e non ho mai digerito la forma dei lobi delle tue orecchie. no. quando ami qualcuno lo ami e basta, i brufoli non li vedi e inizi a riconsiderare i difetti di pronuncia come roba affascinante, e per lo più ti focalizzi su quello che di quella persona ti piace tanto.
ecco. secondo me funziona allo stesso modo con i film (libri, fumetti eccetera). è ovvio che non tutto può essere perfetto, ma non ti impunti sui difetti. altrimenti, mi spiace, ma non sei un fan. sei un ipercritico del cavolo e non importa a nessuno delle tue lagne.
tutto questo per dire che non mi è piaciuto affatto l'atteggiamento della gente che ha rotto le palle per mesi e mesi a dire che il film avrebbe fatto schifo, oltretutto, senza cognizione di causa, visto che si parlava senza neanche averlo visto sto benedetto film.
ora, non vale solo per star wars, eh, ma quelli che io sono fan di e poi stanno a criticare tutto, con aria saccente e arrogante, a me stanno sulle palle da morire, non li sopporto, non li considero nemmeno dei veri fan, sono solo delle persone tristi che non sanno nemmeno godersi un film, o un libro, o un fumetto, troppo impegnate a sputare veleno su ogni cosa (si era già parlato di questa cosa tra i commenti, vero?). mi spiace se la vostra vita è triste e grigia, ma provate a essere meno rompicoglioni e forse il mondo vi sorriderà.


quello che più mi turba molto è l'atteggiamento, diffusissimo in questi giorni, del tipo è diverso da quello a cui sono abituato, non lo conosco, è nuovo quindi è il male. questo è un modo di pensare spaventoso e primitivo, tipico di chi non accetta nulla se non l'ordine già stabilito delle cose, è la base del pensiero chiuso, in ogni ambito, per non dire che è il modo tipico di pensare di chi è troppo stupido per provare a comprende e accettare quello che fino a poco prima non conosceva. non siete alternativi, non siete migliori di quelli che si sciroppano qualsiasi stronzata e non capiscono quanto disney/pixar/lucasfilm/casa di produzione random siano cattivi e perversi, siete solo chiusi, barricati nelle vostre idee fondate sul nulla, sui pregiudizi e sulla voglia di sentirvi diversi, ma nel modo sbagliato. a me spiace per chi si riconosce in tutto questo. davvero. mi fa molta pena chi funziona così. mi spiace per quelli che stanno a cavillare su come un certo personaggio riesca a far cose da jedi senza essere stato addestrato da jedi. non so come fate allora ad apprezzare la vecchia trilogia, vi ricordo che luke skywalker non è stato addestrato da jedi, non subito e non da bambino, che la distruzione della morte nera per mano sua è praticamente la cosa meno plausibile dell'intera storia, eppure lì andava bene, perché avete avuto trent'anni per digerire la cosa. qui no, perché adesso vogliamo tutti la spiegazione scientifica dei fatti, anche se ci incazziamo quando nella nuova trilogia si parla di midichlorian, perché si perde il lato mistico della vicenda. vi rendete conto di quanto siete capaci di contraddirvi? ci pensate almeno un po'?
la favole - e star warsè una bellissima favola, dove invece del regno, lontano lontano ci sta una galassia - si sanno apprezzare solo quando ci si lascia stupire da esse, non quando si sta a sottolineare che le cose non hanno senso. no, magari non ha senso che chi non ha mai usato una spada laser l'impugni per la prima volta e la sappia usare, così come non ha senso che i lupi parlino e si travestano da nonne e le sirenette non esistono. però è così, è questo che rende magico e bellissimo tutto, che ti piaccia o meno.
non sono mancati i commenti sessisti contro rey e sopratutto contro leia, perché si sa, le donne nei film vanno bene solo se giovani, belle e possibilmente con meno vestiti possibile addosso (a proposito, leggete questo articolo, è una tristissima riflessione di carrie fisher, l'attrice che interpreta leia). su questo schifo non mi pronuncio neppure, stiamo parlando di gente che fatica a capire se di più piccolo c'ha il cervello o il pene, ma senza microscopio è difficile stabilirlo.
io ho trovato davvero bellissimi i personaggi femminili di questo episodio, e in generale molto bella l'idea di una protagonista donna, in un film dove - grazie a dio - di sessismo non ce n'è nemmeno un pizzico.


e dunque, andiamo al sodo. ho visto star wars VII - il risveglio della forza.
a parte che mi sono commossa già nel momento in cui mi hanno dato i biglietti per entrare in sala (capite? c'era scritto sopra star wars VII!), a parte il fatto che ho dovuto seriamente trattenere le lacrime quando è iniziata la musica ed è apparso il logone sullo schermo. a parte il fatto che per tutto il film ho avuto il groppo in gola manco stessi guardando una di quelle commedie romantiche dove alla fine si sposano tutti, nascono tre gemelli e il cane malato guarisce.
troppa, troppa emozione, fomentata da mesi e mesi di attesa e da quel sentimento cosmico di cui sopra, posso solo dire che dal primo all'ultimo momento il film non solo non tradisce nessuna aspettativa, ma è esattamente quello che si sperava che fosse: star wars, né più né meno.
guardare al cinema questo nuovo episodio mi ha dato le stesse sensazioni che mi aveva dato svariati anni fa vedere una nuova speranza per la prima volta (ecco perché vi ho fatto il pippone prima era propedeutico a tutto questo!), anche se adesso, a quel misto di emozioni che oscillano tra il cosa diamine sta succedendo qui? e oddio questo film è una figata immane, c'è stata anche una sorta di malinconia: il film, per quanto possa tranquillamente essere visto da chi non ha mai visto star wars prima, è un continuo rimandare e accennare ai vecchi film, fare piccole, magari anche non fondamentali, citazioni, che però colpiscono il cuoricino di noi poveri fan dall'animo sensibbbile, per cui poi ti ritrovi come in aereo, a chiedere al tuo vicino di poltrona se può tenerti per mano (andateci in compagnia al cinema, è meglio).
come ho detto, non voglio fare spoiler, anche se la voglia di parlare di quello che succede in questo film (perché ne succedono di cose!) è tanta, ma aspetterò.

c'è molta azione, cosa  che avvicina tantissimo questo nuovo episodio a quelli precedenti (ossia alla vecchia trilogia), ma c'è anche tanta storia, sopratutto tra le righe, sulla quale io non vedo l'ora di saperne qualcosa in più.
ci sono - pochi - momenti comici che non solo non sono fuori luogo, ma che rendono i personaggi meno stereotipati e alleggeriscono i momenti più drammatici. per buona pace di chi ha scatenato il panico pensando che disney avrebbe trasformato tutto in un musical pieno di pace e amore, no, questo non c'è. l'unico influsso disney che io ho trovato nel film è in bb-8, che molto ma mooolto vagamente, mi ha fatto tornare in mente wall-e, ed è stato bellissimo.
duelli con le spade laser? ci sono, e sono forse tra i più violenti e sporchi dell'intera saga, altro che "buonismo" (parola abusatissima ai tempi di facebook, che comprende ormai praticamente tutto tranne i riti satanici in cui si sgozzano capretti).


dei personaggi però un po' posso parlare: il vecchio cast è davvero incredibile, han solo vale praticamente mezzo film, leia sembra più commossa del suo pubblico... poi il ritorno di quel rompicoglioni di c-3po e di r2-d2! quando li ho visti è scesa la lacrimuccia (lo so, dovrei vedere uno psicanalista); ma sono fantastici anche i nuovi personaggi: rey innanzitutto, è la tipica protagonista alla quale vuoi bene fin dal primo momento in cui la vedi. è forte, onesta, fiduciosa, coraggiosa, instancabile, leale: praticamente è perfetta ma è anche simpatica (e tanto carina che non mi ha fatto rimpiangere  la portman nemmeno per un attimo, cosa che era il mio timore maggiore, giuro). poi c'è finn, che forse mi è piaciuto ancora di più, perché rispetto a rey è molto più... umano? finn ha paura, fa cazzate nei momenti sbagliati, a volte mente, non è affatto perfetto, anzi, eppure ha un valore e un coraggio immensi. non posso spiegare oltre, ma è davvero un personaggio incredibile e bellissimo, sono davvero molto curiosa su come si svilupperà. mi è piaciuta tantissimo anche maz kanata, la perfetta vecchia saggia da cui aspettarsi un sacco di sorprese. non mi ha fatta impazzire kylo ren, il cattivone con la maschera, ma a dirla tutta, quando vidi l'episodio IV non trovai neanche dath vader così affascinante come mi avevano detto che fosse, quindi magari più avanti scopriremo altro di lui (vorrei aggiungere altre cose, ma credetemi, non posso! quindi perdonate se sembro superficiale, approfondirò tutto in seguito!), personaggio che si vede poco ma che mi è piaciuto tantissimo è poe dameron, il pilota, mentre la menzione d'onore spetta a bb-8: qui devo essere sincera, temevo parecchio che fosse inutile e messo lì tanto per fanservice, invece è un personaggio di tutto rispetto, fondamentale per la storia, da un certo punto di vista simile a r2-d2, ma in qualche modo più espressivo (è un robot, lo so! ma è espressivo, chiaro?), e mi ha fatta ridere tantissimo un sacco di volte. adesso ne sono vagamente ossessionata... dico solo che ho questo come wallpaper del cellulare.

bellissime anche le ambientazioni (no, quel pianeta deserto non è tatooine) che contribuiscono a riportarci alle atmosfere della vecchia trilogia, musica da brividi (che da sola riempie tantissimo di significato molte scene) e e e...
alla fine l'unica cosa che posso dire è che, a mio modestissimo avviso, questo film è un capolavoro, una roba di una bellezza spropositata, che non solo si riallaccia perfettamente a quanto successo negli episodi precedenti, ma che apre le porte a un sacco di cose che, sono certa, ci metteranno pochissimo a diventare leggenda.
quindi se non l'avete visto andatelo a vedere subito! io spero di riuscire a tornare al cinema a rivederlo almeno una volta prima che lo tolgano dalle sale, perché sono certa di essermi persa tanti dettagli che voglio riuscire a recuperare per potermi fare un'idea più chiara di tutta la vicenda.
sarà durissima aspettare due anni per l'ottavo episodio!

buon natale!

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ok, non l'ho disegnato io, ma l'ho colorato. va bene lo stesso, no? qui trovate la versione più grande che potete usare come wallpaper.

in ogni caso, taaanti auguri di buon natale, buone feste, buon tanto cibo che sto per morire, buon spacchettamento regali, buone letture, buon tutto!

commenti randomici a letture randomiche - parte X

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decima "puntata" della rubrica più randomica del web, tutta dedicata agli ultimi shoujo letti. una mega frittata tardoadolescenziale di amorazzi e altra fuffa.
certo, un po' in ritardo, ma questi giorni, tra feste e tutto il resto, non mi hanno lasciato molto tempo per il blog... ma recupererò tutto nei prossimi giorni!

dopo l'entusiasmo iniziale per rere helloshooting star lens, i secondi volumi di entrambi mi hanno lasciata un po' freddina e forse un pelino delusa. di certo mi aspettavo che certe situazioni si sviluppassero in altro modo, e pregavo che non ci toccasse fin da subito subire l'intrusione di terzi incomodi... però non dispero per i prossimi volumi!

*attenzione agli spoiler*

il secondo volume di rere helloè tutto incentrato su una situazione piuttosto imbarazzante per la nostra riri, che si ritrova praticamente vittima di una stalker. questa vicenda toglie spazio al rapporto tra i protagonisti, per cui siamo esattamente nella situazione del primo volume: minato sembra sempre più preso da ririko, è molto premuroso e attento, mentre lei ancora non si rende conto che il loro rapporto dovrà per forza di cose cambiare. anche gli amici di entrambi sembrano tutti essersi accorti dell'atmosfera che c'è tra i due...
insomma, mi aspettavo che l'abbraccio a fine del primo volume portasse a qualche altro sviluppo, invece mi sa che dobbiamo aspettare ancora prima che succeda qualcosa di un po' più sostanzioso.

in shooting star lens invece è arrivato un nuovo, inquietante quanto odioso, personaggio. si tratta di hachino, un compagno di classe di risa, il tipico stronzo che se vi capita di incontrare nella vita, fate meglio a mandarlo affanculo subito ed evitare di parlarci.
hachino sembra interessato a risa ma non nel senso romantico del termine: gli piace perché ha l'aria da ragazza dolce e obbediente... ecco, io lì avrei voluto prenderlo a schiaffi. ma è solo un fumetto, quindi non ho potuto. hachino sembra un pervertito sadico, uno che si diverte a distruggere gli altri, e so bene quanto questa tipologia di persone sia disgustosa e pericolosa.
invece di conquistare la nostra risa, principessa dell'ingenuità che scade nell'idiozia, hachino inizia a spalare merda su yugure, cercando di metterlo in cattiva luce agli occhi della sua ragazza e creando situazioni fraintendibili per rovinare il loro rapporto. ma hachino non ha in realtà nessun conto in sospeso con yugure né un reale motivo per odiarlo. il suo potrebbe - e pare sia così - essere solo odio dettato dalla gelosia e dall'invidia del tipo scialbo e ignorato da tutti verso un ragazzo pieno di ammiratori e amici.
purtroppo pare proprio che almeno per un altro volume ci toccherà sopportarlo.
carina ma un po' acerba la storia finale, candy cat, in cui c'è un buono spunto per una storia interessante ma che, forse per le poche pagine a disposizione, risulta un po' troppo frettolosa e superficiale.

un pelino deludente il secondo volumetto di rainbow days, non succede molto di rilevante ai fini
della storia e i personaggi continuano a interpretare i loro già troppo stereotipati ruoli.
la struttura ancora rimane molto episodica e ci si concentra sempre su un personaggio per volta: nacchan e anna, ancora all'inizio del loro rapporto, che ci vanno con i piedi di piombo e sembrano entrambi felici anche se praticamente la loro storia sembra lontana dal decollare, la passione per lo sport riscoperta da kei... insomma, episodi quotidiani e semplici, che per quanto siano carini e godibili, non hanno quel quid che fa la differenza tra cronaca di un gruppo di ragazzi qualsiasi e appassionante slice of life.
quella che proprio non posso tollerare poi è mari, ossessiva con anna e insopportabile con gli altri. davvero, è un personaggio troppo esagerato, quasi falso. spero che più in là si possa scoprire una motivazione seria a questo suo odio per gli uomini e più in generale per chiunque non sia anna.
invece mi piace tantissimo yukirin, la fidanzata di tsuyoshi. sembra un po' superficiale, ma è allegra, dolce e amichevole. credo che al momento sia il mio personaggio preferito.
con questo secondo volumino siamo un pelo sotto la sufficienza, ma non è poi tanto orribile da farsi troncare...

per fortuna c'è marmalade boy little! secondo volumetto che mi fa promuovere pienamente la serie (fino ad adesso, ovvio... wataru ti prego! non rovinare tutto!), pieno di nuove domande, di situazioni che si sbloccano e altre che si incasinano.
la yoshizumi avrà mille difetti, ma mi piace un sacco come riesce a rendere intricati e mai noiosi i rapporti sentimentali tra i personaggi.
rikka scopre che il suo amato aoi ha una fidanzata, e se questo non bastasse a turbarla e a farla sentire "indietro" rispetto ai suoi coetanei, ci si mette anche saku, che non solo non cede di un passo sui suoi sentimenti, ma comincia ad apparire diverso agli occhi di rikka: quando è cresciuto così tanto? quando il suo viso è diventato così maturo? da quanto tempo è così diverso dal fratellino che rikka ricorda? quando è successo? come è possibile che non se ne sia accorta?
e quando saku, per evitare che rena venga importunata da un altro ragazzo, si finge il suo fidanzato, rikka prova un'inspiegabile gelosia, e adesso un innocente bacio sulla guancia la turba profondamente... come stanno cambiando i suoi sentimenti per saku? e che conseguenze avrà tutto questo per il suo rapporto con rena? e adesso che aoi è stato lasciato dalla sua ragazza e confida a rikka di non voler avere nuove storie?
in mezzo a tutte le turbe adolescenziali di quello che potremmo definire il nuovo cast, vanno avanti anche le storie dei personaggi del vecchio marmalade boy: miki e yu sembra che abbiano finalmente deciso di fare il grande passo, lui le ha finalmente chiesto di sposarla! e ginta e arimi si sono finalmente rincontrati, e dopo un attimo di panico in cui sembrava che lei avesse un altro uomo, tutto si chiarisce, pace fatta e cuoricini in ogni dove.
potrei stare adesso ore ad ammorbarvi sulla condizione delle donne giapponesi (e non solo) costrette a scegliere ingiustamente tra lavoro e famiglia, ma me la evito. anche se certe cose mi danno ai nervi, per una volta forse è meglio concentrarsi sulla storia e non sulla politica...
comunque sia, questa serie a me sta piacendo parecchio, forse, insieme a romantica clock, è lo shoujo "nuovo" che mi sta prendendo di più!

immane vaccata (prima che mi accusiate di comprare fuffa: l'ho preso su bookmooch giusto perché mi piaceva la copertina) invece è the flower and the beast: trama che nemmeno una fanfiction di pessimo livello, disegni bruttini, situazioni imbarazzanti per la loro stupida assurdità e atteggiamenti al limite del passabile di denuncia per molestia sessuale.
in un solo volume lei incontra lui, lui la molesta - ma l'autrice fa passare la cosa per romantico corteggiamento - lei si innamora, lui dice di essere innamorato, la ragazza emarginata e fredda che non parla con nessuno diventa amica della protagonista, l'amico di lui diventa amico anche di lei, c'è già il terzo incomodo pronto all'attacco, scopriamo che lei e lui hanno avuto esperienze traumatiche durante l'infanzia... insomma, una marea di roba più che scontata e raccontata malissimo, il tutto immerso in una salsa disgustosa del tipo come sei carina, ti mangerei. io spero che in giappone - e nel resto del mondo, ovvio - le ragazze sappiano reagire nel modo giusto nel caso in cui un perfetto sconosciuto, bello o brutto che sia, le tratti in questo modo.

mi è sembrato molto simile a quegli smut che andavano forte anni fa (adesso no, vero?), quelli in cui dita polipose e abbracci da dietro andavano fortissimo, anche se qui grazie a dio ci si evitano i litri di bava e le palpate troppo esplicite. però il concetto rimane quello: rapporti basati non su un affetto reale, che sa crescere e maturare poco a poco, ma su quanto sei bello/bella, un inno alla superficialità.
non è decisamente il mio genere.

bah. se volete provarlo, io regalo volentieri la mia copia su bookmooch.

fuffa, foto, considerazioni sparse e desideri per l'anno che verrà ♥

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prima di passare ai bilanci di quest'anno riguardo al blog, volevo bullarmi dei regali ricevuti (e fatti!) a dicembre: tra claccaday e natale, posso dire che non avevo mai ricevuto così tante cose così belle! la mia stanza assume sempre più l'aria da tana da sociopatica pseudo nerd, e io non potrei essere più felice.


litografia originale di una delle tavole più belle di quel capolavoro che è il porto proibito, con tanto di dedica. mi è stata regalata per festeggiare un giorno importante
non potete capire quanta gioia, la desideravo da sempre! a inizio anno nuovo, con il fatidico cambio di calendario, riuscirò a riorganizzare l'unico pezzetto di muro libero della stanza e riuscirò ad appenderla.


per il claccaday si è realizzato il sogno del pupazzone di arlo, del quale mi ero innamorata dalla prima volta che l'avevo visto al disney store! adesso sta accanto a baymax felice e contento!
e poi sono arrivati tuuutti quei libri che vedete nella seconda foto: le due favole su sepúlveda che volevo recuperare da millenni e i libri della trilogia originale di star wars. e la cioccolata.
tra parentesi, tutti i libri erano impacchettati singolarmente e nascosti dentro un sacchetto di sephora. non vi dico la gioia di scartare tutto questo! (e di scoprire che il pacco di sephora conteneva libri e non creme antirughe come avevo temuto...)


qualche autoregalo (ovvero, trasformiamo i regali in busta in carta di altro tipo), tra cui il secondo volume delle microavventure di mlp - deludente - l'ultimo graphic novel di silvia ziche su lucrezia - che è adorabile e divertentissimo - e uno dei libri più desiderati e rimandati della (mia) storia: il linguaggio della dea di marija gimbutas, un'antropologa della quale volevo leggere i libri da secoli.
e poi la sorpresissima da parte di bao publishing! sapevo che mi avrebbero regalato il calendario illustrato da giopota (mi avevano chiesto l'indirizzo, non sono un'indovina) ma non mi aspettavo di trovare anche il natale di marguerite! e visto che il loro pacchetto è arrivato il 24 dicembre... è stata una sorpresa di natale ancora più perfetta! rinnovo i ringraziamenti!


la sera della vigilia è stata pienissima di sorprese belle e desideratissime. madre mi ha regalato i due manuali disney - che sono le ristampe fedelissime degli originali degli anni settanta - che volevo da quest'estate (ovvero da quando hanno pubblicato il primo). è arrivato - da parte del miglior fidanzato del mondo - un altro libro di marija gimbutas (secondo volume, il primo è in viaggio, arriverà a inizio anno - spero - per farmi cominciare bene il 2016. è un libro raaaro e io lo volevo da tantissimo!) e quella meraviglia di R2-D2 che si muove, fa casino e ha fatto sclerare camillina per una buona mezz'ora.
e poi volevo anche glorificarmi delle sorprese che ho fatto (e che hanno fatto contento il signor ryv): bruti - il giocone, che non è stato per niente facile trovare ma che si è rivelato davvero un bel gioco, e gli equinozi (che tanto poi me lo faccio prestare e convinco il misterioso recensore a scriverne una recensione per claccalegge).


e e e il dvd de il sale della terra, che volevo vedere da tantissimo, e che ho finalmente visto: è bellissimo. non so se sono capace - e degna - di parlare di un film del genere, delle fotografie incredibili di salgado... però se mi riesce, giuro che ne pubblico un post. ed è bellissimo anche l'album di ben howard, che non conoscevo ma mi ha convinta al primo ascolto (cosa che non mi succede praticamente mai. ah, la foto è così mossa perché è stato decretato che quello è album da viaggio, e quindi l'ho fatta dentro la macchina in movimento, insieme a pina)
e infine altra sorpresissima: il disegnino in versione puccio-kawaii dei tre protagonisti di un fumetto incredibile,l'éponge de samir noferi, un progetto di un bravissimo artista (nonché mio amico di lunga data ormai!) che è... semplicemente folle e geniale. ve ne parlerò il prossimo anno!

tanta bella roba, eh?
ed è solo una piccola parte di dicembre, solo i regali... c'è stato tanto altro!
e sopratutto quest'anno, oltre che nella mia vita personale che non interessa nessuno, c'è stata tanta bella roba per claccalegge: dopo un periodo di pausa, il blog è tornato attivo e l'ha fatto alla grande. sono stata di nuovo dopo anni a una fiera di fumetti, ho sopratutto ripreso a leggere tantissimi fumetti dopo un momento in cui avevo quasi mollato tutto.
è stato l'anno in cui ho visto forse più film al cinema in così poco tempo, e sono riuscita a scriverne qualcosa anche qui: pensavo che non sarei mai stata capace di parlare di un film (ho bisogno di riguardare spesso i fumetti di cui parlo per essere certa di non fare errori e confondere particolari), eppure ci sono riuscita!
sopratutto, ho visto che in tantissimi leggete e commentate, qui e sulla pagina facebook, e questo mi riempie di gioia, visto che in fin dei conti, questo è un blog piccolino, scritto per lo più solo da me, che non riceve materiale da recensire né altro, vedere che in giorno ho superato le 400 visualizzazioni mi riempie di orgoglio!
siamo arrivati a festeggiare il quarto compleanno del blog, e ho già mille idee in testa per il quinto, un sacco di post da completare e programmare per i prossimi giorni... e qualche codice per tracciare pacchetti zeppi di nuova roba di cui parlarvi, e tanti buoni propositi cartacei per il nuovo anno.

ok, quello che volevo dirvi in realtà è: grazie mille per tutto il supporto che date a quest'angolino di ossessioni e tentativi di nerdaggine!
e sopratutto buon 2016, che sia pieno di cose belle!
e che la forza sia con voi (lo dice anche camilla!)


star wars VII - il risveglio della forza (spoiler e ipotesi)

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ed eccomi di nuovo qui, dopo un ragionevole lasso di tempo dall'uscita del film, ho scritto un po' delle considerazioni che negli ultimi tempi, complice una seconda visione al cinema, ho tirato fuori su star wars VII.

ovviamente, tutto il post sarà strapieno di spoiler. quindi se ancora non avete visto il film chiudete questa pagina e passate a leggere qui dove trovate il primo post su il risveglio della forza senza spoiler.
e poi ovviamente andate al cinema.

questo settimo episodio è stato in tutto e per tutto un omaggio all'episodio IV: una ragazza (invece di un ragazzo) cresce senza la sua famiglia d'origine su un pianeta desertico, lontana dalle lotte politiche che turbano la galassia, incontra un droide in missione segreta (nel primo film erano due), è costretta a scappare da casa e si ritrova improvvisamente ad avere a che fare con un'energia cosmica misteriosa e con due fazioni in guerra tra loro, perderà la sua guida assistendo impotente alla sua morte (han solo invece di obi-wan kenobi) e alla fine il suo ruolo sarà fondamentale per la resistenza (anziché per la ribellione).
anche le ambientazioni ricordano parecchio quelle della vecchia pellicola: jakkuè praticamente uguale a tatooine, non fosse che lì c'era qualche sole in più, takodana, il pianeta in cui si incontra la piratessa maz kanata e in cui si svolge poi la battaglia tra assaltatori e resistenza, ricorda molto la boscosa luna di yavin, nella quale la ribellione assisteva alla distruzione della morte nera, di cui la nuova star killer dell'episodio sette è la versione più grande e potente.

tutto questo non può però essere visto come una mancanza di originalità, perché il film di certo non si esaurisce in così poco. personalmente mi sono piaciuti tantissimo i rimandi al IV episodio, hanno saputo non solo creare continuità anche a trent'anni di distanza, ma hanno anche aggiunto quel tocco fiabesco alla storia, quell'atmosfera che star wars voleva avere all'inizio e ha mantenuto intatta per tutti - sì, anche i prequel - gli episodi: è come se ci fosse un filo invisibile tra la nuova e la vecchia generazione di personaggi e di conseguenza tra la nuova e la vecchia generazione di fan e di spettatori. si crea qualcosa di davvero mitico, una ciclicità che sa di fatale: mischiate pure gli elementi come volete, ma alla fine le cose andranno sempre in quel modo, perché non c'è altro modo possibile. cosa volevate di più? con che coraggio potete ancora dire che questo non è star wars?
tutti i continui rimandi tra presente e passato servono a collocare in modo univoco i personaggi nei loro rispettivi ruoli, creare degli inevitabili parallelismi e quindi a lasciare al pubblico la possibilità di macinare ipotesi su ipotesi per quelli che saranno gli episodi futuri. è ovvio che questa consapevolezza è lasciata esclusivamente allo spettatore: ci voleva han solo per convincere rey e finn che i jedi, la forza... è tutto vero. per loro tutto accade per la prima volta, e quindi tutto il discorso fatto sopra non ha valenza da dentro la cornice.
c'è chi considera questo film un bieco trucco per far soldi (eh beh, si sa, uno mica fa film per guadagnarci qualcosa, eh, è solo la disney brutta e cattiva che ci tiene a vendere i biglietti al cinema e poi i gadget, gli altri fanno film per la gloria), a me tutto questo ha coinvolto davvero tanto (si sarà notato, no?, che ormai sono monotematica), e se volevano i miei soldi, beh, li avranno eccome! glieli do con gioia.

il risveglio della forza ha anche l'altro, enorme, merito di essere riuscito, a mio avviso, a riparare ad alcuni peccati d'ingenuità che potevano infastidire nelle due vecchie trilogie: insopportabile ad esempio, la distruzione di alderan, un momento drammaticissimo ridotto a un bum in lontananza. qui, la distruzione della repubblica per mano della nuova star killer, ha tutto il pathos che merita, tra inquadrature ad effetto e colonna sonora. anche il passaggio di anakin al lato oscuro, nel terzo episodio, era stato troppo facile e veloce, mentre adesso kylo ren riesce a rendere molto meglio la sua lotta interiore, la sua crescita è lenta e sofferta, e non è ancora terminata. 

i tre nuovi personaggi principali, reyfinn e kylo ren, a me sono piaciuti da morire: non solo promettono parecchio bene per quello che sarà il loro ruolo nei prossimi episodi, non solo hanno tutti e tre un background parecchio interessante sul quale si possono fare parecchie ipotesi, ma hanno reso questo film da un lato qualcosa di nuovo e diverso dalle vecchie trilogie, dall'altro sono perfettamente in armonia con l'atmosfera sia dei primi episodi, sia di quelli più recenti.


rey è il personaggio con il passato più misterioso e intrigante dell'intero film. praticamente è come se per tutto il film non si facesse che chiedersi ma questa qui chi è in realtà? forse per via del fatto che tutta la prima trilogia è incentrata sul legame darth vader/luke e la seconda sul passato di anakin/darth vader, qui abbiamo la necessità di associarla per forza a qualcuno. quindi stiamo al gioco e proviamo a capire da dove potrebbe venire rey.
non è - secondo me - come va per la maggiore la figlia di luke, ma è inevitabilmente una skywalker, o almeno così ci hanno voluto far credere per tutto il tempo: è una bravissima pilota ed è potente nella forza, nonostante non sia mai (?) stata addestrata.
quindi, per forza di cose, è anche lei figlia di leia e han solo. eppure la cosa non tornerebbe, visto che i due parlano sempre di ben solo come figlio, ma non fanno nessun riferimento diretto a una parentela con lei.
eppure han ha spesso nei confronti di rey un malcelato orgoglio e un atteggiamento molto dolce e paterno, anche se cerca di far finta di niente, sembra sforzarsi il più possibile di non essere troppo tenero con lei: sul millennium falcon, quando praticamente è rey a salvare la situazione più volte, han è visibilmente sorpreso, eppure cerca di sminuire tutto, e si concentra a fare il compagnone di finn. quando maz kanata gli chiede esplicitamente chi sia rey, la scena viene tagliata: cosa risponde han alla domanda? di certo non può liquidare tutto in oh nessuno, una che quasi pilota il falcon meglio di me. non sapremo mai cosa avrà detto, ma di certo sarebbe stato interessante scoprirlo. (sulla vicenda della spada e delle visioni ci torneremo dopo)
e leia, che non è di certo una da baci e abbracci a tutti, ha anche lei uno sguardo malinconico e dolce verso rey, sia quando la ragazza torna dalla missione dopo la morte di han, sia quando parte a cercare luke, e questi sono inoltre gli unici due momenti in cui il generale organa sembra abbandonarsi ai sentimenti, oltre ovviamente, che con han.
insomma, molta dolcezza e molta malinconia.
oltretutto kylo ren sembra parecchio interessato a rey, ma non si capisce bene qual è il motivo: perché ha percepito le sue capacità? o è davvero perché vuole recuperare dalla sua memoria la mappa che potrebbe aver visto (non era più facile catturare un droide?). o potrebbe averla riconosciuta? in fondo durante lo scontro le propone di addestrarla nell'uso della forza, non ha molto interesse a farla morire, non subito almeno, altrimenti credo proprio che l'avrebbe uccisa subito.
del passato di rey sappiamo solo che è stata lasciata su jakku dalla sua famiglia, e che lei aspetta da sempre che qualcuno torni a prenderla. sappiamo che è classificata, quindi in qualche modo è tenuta sotto controllo. e vediamo, insieme a lei, dei frammenti di passato e futuro quando tocca la spada di luke (che fu prima di anakin). non vediamo mai i genitori di rey, non sappiamo perché è stata confinata così piccola su jakku.
come è possibile che due genitori come leia e han, ancora affezionati al figlio nonostante quello che ha fatto, non battano ciglio nel momento in cui ritrovano la figlia, da cui sono separati da anni?
questa cosa aveva un po' fatto vacillare la mia teoria circa il legame rey - leia/han, ma dopo aver rivisto il film, mi è venuta un'altra idea, il modo per quadrare il cerchio: semplicemente leia e han non hanno riconosciuto rey. il che vuol dire che l'allontanamento dalla figlia o è avvenuto prima del suo isolamento su jakku, quindi magari era stata adottata da qualcun altro per i primi anni di vita, oppure  - e questo mi pare più plausibile - qualcuno ha mentito circa la sorte di rey, ovvero è stata mandata su jakku senza che i veri genitori lo sapessero. magari rey è stata spacciata per morta. ma chi avrebbe architettato tutto questo? la soluzione al quesito si è proposta alla seconda visione del film, proprio nella lunga scena finale: luke, che da anni è scomparso ed è finalmente stato ritrovato, guarda rey non solo come a dire "come avete fatto a scovarmi?", ma anche come se la riconoscesse e non fosse troppo felice dell'incontro.
tutto potrebbe riassumersi così: luke non si è ritirato solo per colpa del nipote ben/kylo ren, ma per qualche altro errore, forse ben peggiore (non so se sono la sola ad averlo pensato, ma quando lo si inquadra per la prima volta la musica inizia ricordando in modo inquietante la marcia imperiale, per poi cambiare subito), e dalle conseguenze molto gravi. a questo punto, per salvare la nipote minacciata dal fratello - o peggio, per evitare un nemico così potente a quest'ultimo - ha fatto sparire rey, nascondendola su jakku, forse cambiandole nome, di certo convincendo leia e han che la loro bambina non esistesse più, e facendo sì che rey adesso risvegli in loro una sorta di nostalgia del tipo magari se fosse ancora viva, nostra figlia assomiglierebbe a questa ragazza.

rey è un personaggio incredibile, la protagonista perfetta per una serie come star wars: riesce a usare trucchetti mentali meglio di qui gon-jinn e pilota astronavi da dio, e ovviamente la cosa non è piaciuta. e diciamocelo, non è piaciuta perché è una ragazza. perché quando luke fa saltare in aria la morte nera dopo appena 20 minuti che guida un caccia, senza neanche affidarsi al computer di bordo, usando solo la forza e senza ovviamente avere un addestramento completo, lì nessuno ha detto nulla, la forza funziona così, e quando anakin in versione bimbo dell'ovetto kinder guida lo sguscio come un pilota di formula uno, nessuno ha detto ma è impossibile, dai, è un ragazzino di sette anni con i capelli a scodella. però per rey che fa qualche giochetto mentale, e usa una spada - e la usa abbastanza bene - tutti a urlare allo scandalo, tutti a dire che non è verosimile. ma esattamente cosa è verosimile in star wars? le navi spaziali? la forza? alienini verdi e vecchi che saltano meglio di un atleta di parkour?
e nonostante sia la prima protagonista donna di star wars, la sua presenza non richiede necessariamente una storia d'amore a giustificare il fatto che... beh, ci sia. insomma, è esattamente l'eroina che volevamo.


finnè il personaggio sul quale sappiamo quasi tutto quello che riguarda il suo passato: rapito dal primo ordine quando era un bambino piccolissimo (quando captain phasma parla di lui dopo la diserzione, si intravedono delle foto che lo ritraggono quando non aveva forse nemmeno un anno), strappato alla sua famiglia e cresciuto al solo scopo di diventare un assaltatore, un soldato ubbidiente che uccide senza scrupolo.
sappiamo, sempre da phasma, che gli assaltatori vengono condizionati. non si spiega più di tanto di cosa si tratti, ma chiaramente questo condizionamento è quanto di più simile possa esserci a un lavaggio del cervello: non potendosi più servire di cloni geneticamente modificati per eseguire gli ordini senza ribellarsi, il primo ordine ha trovato un altro modo per rendere efficiente al massimo il suo esercito.
eppure, fn-2187 (questo è il suo nome prima che poe lo ribattezzasse finn), non obbedisce, decide di non uccidere.
quanto è plausibile che qualcuno, cresciuto al solo scopo di diventare un soldato che non discute gli ordini, senza una vera identità (non ha neanche un nome, solo un numero di serie a uso e consumo dei suoi superiori), senza un passato, senza una famiglia, senza amici, affetti, senza una vera vita alle spalle, possa compiere una decisione di questo tipo? quanto è plausibile riuscire a superare il condizionamento, avere una morale propria, diversa da quella che segue l'unica realtà che ha avuto modo di conoscere? così come kylo ren, e lo vedremo dopo, anche finn è stato banalizzato, quando invece il suo personaggio ha un ruolo importantissimo e un enorme spessore e valore. altro che macchietta. altro che mezzuccio per tirare in ballo rey.
finn tradisce tutto ciò che è stata la sua unica realtà e verità, ha una personalità nonostante sia stato fatto di tutto affinché non ne avesse una, compie delle scelte, nonostante sia cresciuto per eseguire gli ordini e basta. nonostante sia solo un pedone nelle mani del primo ordine, a pelle sa cosa è giusto e cosa no, per quanto possa apparire spaventato da eventi più grandi di lui (e ne ha anche ragione!) finn è un esempio di amicizia e lealtà. una volta analizzato bene, gli si perdonano i momenti di debolezza e la sua grande ingenuità. è uno degli elementi fondamentali di quel qualcosa, di quel motore primo (aristotele perdonami) che muove tutto affinché bene e male si scontrino ancora una volta.

ho seriamente temuto che tra lui e rey potesse nascere un qualcosa di tenero, giusto per dar il contentino ai fan, ma per fortuna non è stato così. il suo affetto per rey è sincero, così come lo è quello per poe e per han solo, ma rimane un sentimento di amicizia e lealtà: c'è in finn tutta la purezza di chi, per la prima volta, crea dei legami e non accetterebbe mai l'idea che non possano essere per sempre e contro ogni ostacolo.
sicuramente lo rivedremo nei prossimi episodi, ma è il personaggio sul quale non riesco proprio a far delle ipotesi, forse perché ha un ruolo praticamente "inedito" rispetto alle vecchie trilogie.


peggio che a rey, per quello che riguarda le critiche superficiali e idiote forse è finita a kylo ren, bistrattatissimo dai fan che non hanno affatto apprezzato il volto che si cela sotto la maschera. ho letto di tutto, dalle offese più pesanti alle battutine più stupide. il punto è che come al solito si preferisce concentrarsi sui paragoni con i vecchi film e sull'aspetto fisico degli attori piuttosto che sui personaggi e sul loro ruolo.
se kylo ren vi è sembrato solo una pallida imitazione di darth vader, beh, magari ci avete preso solo a metà.
kylo ren, al secolo ben solo, è il primo dei cavalieri di ren, alleati del primo ordine. se i secondi sono l'opposizione politica alla nuova repubblica, kylo ren rappresenta il ritorno di una controparte anche mistica all'ordine ricostituito dopo la caduta dell'impero.
il primo ordineè un'organizzazione politica basata sulla nostalgia nei confronti della vecchia dittatura imperiale, e dal canto suo, kylo ren è ovviamente il primo fan del nonno, quel darth vader di cui, conserva il casco ormai distrutto come una reliquia (e sarebbe interessante scoprire come ne sia entrato in possesso).
sui cavalieri di ren non sappiamo praticamente nulla. in realtà, o sono scema io che non ho capito niente, oppure kylo ren è l'unico - che vediamo - a farne parte.
il suo aspetto, la maschera, il mantello nero, la spada rossa (che è diversa dalle spade laser a cui siamo abituati, non solo per l'elsa, che si è rivelata meno inutile di quanto si temesse, quanto nella tipologia di energia che usa e di conseguenza dall'effetto che da quando è accesa), tutto è costruito per somigliare a quel signore oscuro dei sith per il quale nutre un profondissimo rispetto e desiderio di emulazione. ma perché, tra i due parenti illustri, tra luke e vader, ha scelto proprio il secondo? che anche qui sia stata colpa di luke? che anche questa scelta di ben/kylo ren sia stata fondamentale per decretare l'auto-esilio di luke?
quello che conta è che di certo abbiamo a che fare con un cattivo in fieri, uno che, come sappiamo dal leader supremo snoke (il tizio grosso e cattivo che sembra un rettiliano e di cui ancora non sappiamo praticamente nulla se non che è il maestro di kylo, che guida sia lui che il primo ordine e che conosce la forza e potrebbe essere l'ultimo sith ancora in vita) non ha neanche completato il suo addestramento.
kylo ren sembra un ragazzino arrabbiato per qualcosa che non ci è ancora stato svelato, con un desiderio che forse più che di vendetta potrebbe essere di giustizia per qualche torto subito, e che non è del tutto passato al lato oscuro, per sua stessa ammissione.
la scena del parricidio è un esempio perfetto di tutto ciò, forse ancora di più di quella in cui il ragazzo si confessa alla maschera del nonno. le lacrime e la richiesta di aiuto ad han solo sono sincere: quello che deve fare è uccidere suo padre, ma è davvero incapace di farlo senza il suo aiuto. almeno fino a quel momento, sappiamo che leia ha ragione quando dice che c'è ancora della luce in lui. ma poi? kylo ren è davvero cambiato dopo aver ucciso han?
se le ipotesi su rey funzionano, ben sarebbe suo fratello maggiore: un ragazzino che avrebbe assistito a qualcosa di tanto grave da portare all'esilio dello zio e della sorella. se così fosse, si potrebbe giustificare questo suo "piccolo" problema di controllo della rabbia, cosa in cui somiglia parecchio ad anakin, solo che kylo non ha nessun maestro jedi ad aiutarlo a gestire le sue emozioni.
nonostante tutto quello che potrebbe essere il suo passato, e quelle che di certo sono le lacune nella sua formazione, kylo ren si presenta bloccando con la forza il raggio di un blaster, tenendolo sospeso a mezz'aria per lunghissimi minuti, quasi senza curarsene, tiene sulla testa un casco che a giudicare dal tonfo che fa quando cade in terra peserà davvero parecchio, si becca un colpo di balestra di chube in pieno fianco e quasi senza battere ciglio combatte contro finn (addestrato per tutta la vita a essere un soldato) e poi contro rey (che come si è detto prima, non è la prima pivellina che passa)... non è roba da poco, no?
non so voi, ma a me uno così sembra anche più potente di vader. quand'è che anakin ha dimostrato capacità del genere durante il suo apprendistato?
sono certa che nell'episodio VIII kylo ren ci stupirà e parecchio.

eppure, i cosiddetti fan si sono più interessati alle sue orecchie a sventola che a tutto il resto. potevate risparmiarvi i soldi del biglietto a dirla tutta.


poe dameron ha un po' il ruolo dello sbruffone che han solo aveva nella vecchia trilogia, senza però ferire i sentimenti di nessuna principessa.
pilota di grandissimo valore, non si risparmia mai una battuta quando può, neanche nei momenti in cui sembra stia per lasciarci la pelle. è apparso per poco, ok, ma ha decisamente lasciato il segno, non so se più per il suo coraggio o per il modo in cui ha saputo distendere la tensione durante la prima scena.
se dopo la sua presunta morte quasi all'inizio del film è tornato, di certo la sua presenza non può esaurirsi tutta nello scontro aereo tra resistenza e primo ordine. avrà per forza un ruolo ancora importante almeno nel secondo episodio, sicuramente al fianco di finn. o almeno è quello che voglio credere.


altro personaggio che spero proprio di incontrare nuovamente è maz kanata, la piratessa spaziale che gestisce una sorta di locanda - chiara citazione di quella di mos eisley dove luke e obi-wan incontrano per la prima volta han solo e chewbecca - nel suo enorme castello su takodana.
maz è un personaggio che mi ha affascinata tantissimo, sarà che ho un debole per gli alieni piccoli e rugosi, sarà che il suo ruolo è quello della anziana saggia che custodisce segreti e misteri... e spade laser!
purtroppo a lei non è stato dedicato lo spazio che meritava: dice di essere in grado di capire le persone guardandole negli occhi, e sembra parecchio incuriosita da rey, anche se non sapremo mai cosa si saranno detti lei e han solo a proposito della ragazza.
sappiamo però che custodiva la spada di luke, che ne conosce la storia e che sa che quella spada è legata a rey: sa che rey ha avvertito qualcosa quando ha impugnato la spada di luke.


le visioni di rey nella cantina della locanda di maz, sono forse la parte più oscura di tutto il film: vediamo lei bambina piangere e chiamare sua madre nel momento in cui viene abbandonata su jakku, l'imminente scontro con kylo ren, e una mano artificiale che spunta da un mantello nero e tocca r2. ecco, io sono convinta che quello non sia luke ma anakin - la mano artificiale di luke si vede bene nell'ultima scena ed è evidentemente diversa da quella che vede rey. ma cosa significa che rey abbia avuto un'esperienza del genere? in fondo anche luke aveva usato la stessa spada, che era stata di suo padre, eppure non aveva visto nulla. è un modo per far intendere che rey è più potente dell'ultimo jedi? a quanto ho letto in giro, si sentono anche le voci di obi-wan e yoda durante la visione, io non sono riuscita a distinguerle: se davvero anche gli antichi maestri jedi hanno comunicato con lei, allora davvero rey potrebbe nascondere più di quanto si immagini.
oltretutto queste non sono le prime visioni che ha rey. quando viene interrogata da kylo ren, lui dice "vedi un enorme oceano con un isola" (cito a memoria, quindi potrebbero essere leggermente diverse le parole), ma in realtà quello non può essere un ricordo di rey, ma solo una visione del futuro: in effetti poi vedrà un enorme oceano e un'isola... ah, abrams e le isole...
in ogni caso, maz non sembra turbata da tutto questo, anzi, parrebbe che non abbia fatto che aspettare la ragazza per poterle spiegare cosa è la forza e come usarla e darle la spada che le spetta di diritto.
ma come ha fatto maz a trovare quella spada? bella domanda, ma non per questo momento. luke la perde durante lo scontro con darth vader, insieme a tutta la sua mano. già solo per questo, la vecchia aliena mi suscita un sacco di curiosità.

l'ho già detto, ma mi va di ripeterlo: alla strafaccia di tutti gli haters che non hanno saputo godersi il film, questo episodio VII è stato davvero fantastico e adesso l'hype per il prossimo episodio è alle stelle! e, come ho ripetuto più volte qui, amo follemente bb-8!

un ex è per sempre

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lucrezia è tornata!
e questa volta, la nostra non-eroina, il nostro concentrato preferito di psicosi e luoghi comuni, è alle prese con una gran brutta situazione: riccardo, il suo nuovo amore, l'ha lasciata.
e adesso? adesso bisogna fare i conti con lo "spirito" dell'ex e peggio ancora con se stesse! perché si sa, i fidanzati passano, ma un ex è per sempre.


chi ha già letto gli altri libri di silvia ziche che hanno lucrezia come protagonista (amore mio, due, san francisco e santa pazienza, prove tecniche di megalomania, lucreziaè tutto sotto controllo, lucrezia 2, lucrezia e alice) sa già cosa aspettarsi: una buona dose di cinismo nell'affrontare la vita, sopratutto quella sentimentale, un umorismo che sa farci ridere - amaramente - di quello che un po'è la quotidianità di tutti noi.

lucrezia è come paperino: sfigata e adorabile, è impossibile non identificarsi almeno una volta con lei. è la summa delle nostre insicurezze, del nostro bisogno d'amore, della nostra incapacità di gestire i rapporti con gli altri, delle nostre paure. lucrezia incarna tutti i luoghi comuni possibili, adatta le sue psicosi al tempo che passa e ai cambiamenti che questo comporta: sa bene quanto possa essere utile facebook per rovinarsi l'umore curiosando la pagina del suo ex, ma sopratutto sa quanto possa essere utile un social per sputtanarlo tra i suoi amici, sa come destreggiarsi in città evitando tutti i posti in cui poter rincontrare l'innominabile ex fidanzato e come tornare accidentalmente in quei posti in cui forse se lo rincontrassi magari allora...

la ricerca del principe azzurro, che appare spessissimo nei fumetti di silvia ziche e che viene puntualmente ignorato, l'ha portata prima tra le braccia di luca - con il quale è finita da un pezzo ma che continua a occupare il divano di casa, l'ha convinta di dover incarnare l'ideale di donna perfetta, bella, magra, giovane, con tutto lo stress che questo comporta, l'ha fatta tormentare dai sensi di colpa quando si è ritrovata a interpretare il ruolo dell'amante, e ora, che aveva finalmente trovato la felicità, beh, lui - che non è il principe azzurro, ovvio! - l'ha lasciata. e neanche per un'altra, no, spiacente lucrezia, non c'è nessuno a cui addossare colpe, l'ha lasciata e a lei toccherebbe un esame di coscienza.
ma davvero vi aspettate che lucrezia rifletta con lucidità e calma su sé stessa?

accompagnata dal solito cast, tra il cane oliver, i genitori che vivono il loro perfetto matrimonio triste e la nonna, campionessa di rimorsi, lucrezia continua a regalarci uno specchio per le nostre frustrazioni facendoci però sempre ridere e ricordandoci che, in fondo, anche i momenti più terribili dai quali pensiamo di non poterne uscire si superano.
o eventualmente, come direbbe la nonna, si può sempre chiudere i ricordi in freezer e non pensarci più.

my cup of tea 2015

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ed eccoci di nuovo a partecipare all'iniziativa creata da yue lung sul suo blog say adieu to yue (è un blog interessante e io stalkero yue e le sue letture da - wow - più di dieci anni ormai!), my cup of tea.
ecco in cosa consiste:
Invito tutti i miei amici blogger a partecipare alla terza edizione del premio "My cup of tea", che ha lo scopo di celebrare non l'opera più bella del 2015 (troppo facile) ma piuttosto, quella che più vi ha sorpreso, contro ogni aspettativa. Per opera intendo qualsiasi cosa: fumetto, serie tv, film, libro e quant'altro. E potete fare anche premiazioni multiple, per ogni tipologia (quindi un film, una serie tv e così via). Non ci sono scadenze, ma se partecipate fatemelo sapere!
lo scorso anno ho mancato l'appuntamento, ma due anni fa no, e qui potete leggere quali opere ho scelto come cup of tea del 2013.


ecco le mie tazzine del 2015:

 • graphic novel • 



la sorpresa più grande dello scorso anno è stata sicuramente dolci tenebre, di fabien vehlmann e kerascoët, edito da bao publishing, di cui ho parlato qui.
mi aspettavo qualcosa di completamente diverso e la lettura mi ha shoccata parecchio, ma mi è piaciuto davvero molto più di quanto avrei creduto.
non è il mio graphic novel preferito dello scorso anno (quello rimane il porto proibito! e al secondo posto bellezza) però se devo scegliere il titolo più sorprendente, beh, questo si aggiudica per forza il primo posto!

 • libri • 

ho letto veramente poco lo scorso anno, e non troppa roba entusiasmante, ma certamente il titolo più sorprendente se lo merita torsten krol con il libro segreto delle cose sacre, un romanzo inclassificabile, a metà strada tra fantasy e distopico, ambientato in un mondo in cui la religione è prerogativa delle donne e la preghiera è il solo modo per fermare la distruzione del pianeta. angosciante ma davvero imprevedibile.

 • manga(serie) • 



ok, è iniziato nel 2014, ma io l'ho recuperato tutto due/tre mesi fa, quindi per me vale come 2015. natsume degli spiritiè il manga che più mi ha sorpresa ed emozionata tra tutti. avevo già visto l'anime e quindi non avrei mai creduto che leggendolo mi avrebbe coinvolta così tanto, e invece...
l'ho anche messo al primo posto nella classifica dei dieci shoujo manga imperdibili o quasi (secondo claclina) usciti tra il 2010 e il 2015 (link qui)

 • fumetto occidentale (serie) • 



ovviamente la sorpresona del 2015 è stato il ritorno di pk, con il bellissimo il raggio nero di artibani/pastrovicchio. certo che immaginavo mi sarebbe piaciuto, ma non mi aspettavo qualcosa di così megacicciofigoso.
e quindi la tazzina ci sta tutta!

 • autoproduzioni • 

ho letto un po' di roba autoprodotta quest'anno, scoprendo degli autori veramente bravi e un mondo che mi era praticamente quasi del tutto sconosciuto (manticori a parte) il premio sorpresa va a ferea del duo nyesis (elisa l. cross e sara fabrizi), titolo che non credevo potesse intrigarmi così tanto e invece sto rosicando da matti nell'attesa di avere il quarto volumino...

 • film • 

questo è proprio difficile: gli ultimi mesi dello scorso anno al cinema sono usciti un sacco di film che mi hanno sorpresa, commossa, che mi hanno fatto dire ok, me lo aspettavo bello ma non così bello! e quindi la scelta è stata ardua... ma inside out sarebbe stato troppo scontato, mi aspettavo che fosse un capolavoro e lo è, idem per star wars VII - il risveglio della forza. il viaggio di arloè stato esattamente il tipo di film che immaginavo potesse essere, snoopy and friends mi ha sorpresa sì, ma un po' me l'aspettavo, insomma dopo aver letto tutti i fumetti dei peanuts è difficile non sapere cosa stai andando a vedere... ma song of the sea ha decisamente superato le mie aspettative e si è rivelato un vero gioiellino. (e non ne ho ancora scritto la recensione perché devo rivederlo per riuscire a mettere in ordine tutti i pensieri e le emozioni e poter scrivere qualcosa di sensato)
non capisco proprio perché qui in italia nessuno abbia voluto acquistarlo, perché è davvero secondo me uno dei migliori film d'animazione dell'anno.

 • serie tv • 



non seguo tante serie tv e telefilm, prima ero in fissa con bbt ma poi ho perso l'abitudine a vedere in tempo le puntate e mi sono persa (se volete aiutarmi ve ne sarei davvero mooolto grata!). più che altro mi manca la costanza e mi scoccia oltre ogni limite cercare gli episodi online, e non avendo una tv in camera (né tanto meno abbonamenti sky o cose simili) è difficile seguire roba.
ma quest'anno mi sono intrippata malissimo con il giovane montalbano, serie che all'inizio non mi era proprio piaciuta: troppo forte lo shock di cambiare tutto il cast dei personaggi (essì, sono una fan della vecchia serie di montalbano con luca zingaretti!).
invece sono bastati un paio di episodi per farmi cambiare idea e farmi rincoglionire ogni volta davanti alla tv (insieme a madre e a camilla, che pare apprezzare anche lei riondino!).
davvero una serie ben fatta, merito anche di michele riondino che, per quanto sia diversissimo da zingaretti, ha interpretato un commissario montalbano molto in linea con il personaggio di camilleri (sigarette a parte). e una delle colonne sonore più belle che abbia sentito in un film/serial ambientato in sicilia (sono tutte di olivia sellerio, se vi capita ascoltatela, ha una voce incredibilmente bella e potente)

mi unisco all'invito di yue per chiunque voglia partecipare! ricordatevi bannerino, link e regole! e sopratutto fatemelo sapere, così vengo a leggervi!

il piccolo principe

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fino ad ora per me il piccolo principe era il romanzo che nessuno poteva non apprezzare. ero convinta che tutto il mondo l'avesse letto e amato come l'ho letto (e riletto e riletto e riletto) e amato io.
poi ho scoperto, grazie all'annuncio del film basato su questo romanzo, che non era vero.
strano.
la cosa che più mi preoccupava, oltre al fatto che era appena crollata una delle certezze su cui basavo la mia esistenza, era questa storia del film.

il piccolo principe è un racconto molto particolare: poetico, profondo, toccante, capace di trasformarsi in una nuova lettura ogni volta. eppure praticamente non ha una trama. cioè, la storia è così semplice che bastano pochi secondi a dire cosa succede: un aviatore ha un incidente, finisce in un deserto e incontra un bambino che vuole disegnata una pecora, così che possa mangiare i germogli di baobab che potrebbero crescere sul suo pianeta, far male alla sua rosa e distruggere ogni cosa. questo bambino ha viaggiato tanto, facendosi trasportare dagli uccelli, ha conosciuto tanti adulti strani in tanti pianeti diversi, qui sulla terra ha incontrato una volpe e tante rose, e poi l'aviatore e un serpente. fine.
come si fa a fare un film su una cosa del genere?

quello che è davvero essenziale, nel piccolo principe, è - per usare ancora una volta la più abusata delle citazioni - invisibile agli occhi. e alla lettura.
poche, pochissime frasi costituiscono il cuore visibile del racconto, ma tutto quello che rende questa storia unica e importantissima rimane sospeso nell'atmosfera di malinconia che segue alla lettura.
anche qui, come si fa a rendere quella sensazione dolceamara, quel sentirsi per un attimo il primo e unico lettore, il custode del segreto che la volpe sussurra all'orecchio del bimbo, come si racconta tutto questo in un film? che deve anche essere un film per bambini, quei bambini abituati a peppa pig e ad altre vaccate simili.

insomma, un po' mi era venuta paura, ma rimanevo comunque speranzosa di poter vedere qualcosa di valido, dalle prime immagini e dalle prime clip la cosa prometteva bene.


poi qualche giorno fa ho visto finalmente il film al cinema e...
niente, le paure erano decisamente infondate. questo film è un gioiellino.

per prima cosa, chiariamo che il film non è l'adattamento del romanzo.
il protagonista non è il piccolo principe, ma una ragazzina - che durante tutto il film viene chiamata solo ragazzina o piccola - che sta per compiere otto anni, vive con la mamma, una donna in carriera che è il suo unico punto di riferimento, spera di poter entrare nella prestigiosa werth academy e di diventare un'adulta perfetta. e di poterlo diventare prima possibile.
mamma e figlia si trasferiscono in una nuova, squadrata e grigia casetta, in un quartiere di casette grigie e squadrate, abitate da gente grigia e... parecchio inquadrata.
alla piccola è stato regalato un meraviglioso piano di vita grazie al quale potrà entrare alla werth academy se seguirà tutto quello che vi è segnato, e vi è segnato davvero tutto: minuto per minuto, ora per ora, giorno per giorno, settimana per settimana, mese per mese. tutto quello che deve fare per trasformarsi in un'adulta perfetta e essenziale.


ma a cosa si fa più difficile del previsto. accanto alla sua nuova asettica casa infatti abita un signore piuttosto strambo, un vecchio aviatore.
fin dal primo momento quest'uomo non fa che turbare la quiete del quartiere e della nostra ragazzina, inviandole un aeroplanino con un disegno e una storia: la storia di un aviatore sperduto nel deserto e del suo incontro con un piccolo principe venuto da un altro pianeta...


per una bambina che non è mai stata veramente bambina è difficile credere a una storia così assurda, ma pian piano l'amicizia tra lei e l'aviatore cresce e la piccola ha modo, durante l'estate, di conoscere pian piano la storia del piccolo principe, ma sopratutto di imparare che c'è tanto di bello e di importante da vivere quando si è bambini: che c'è meraviglia e scoperta dappertutto, che ci sono gli amici, e che non si può sprecare la propria infanzia davanti a libri pieni di numeri ed equazioni.
anche se tutto questo scatenerà una valanga di problemi e...
non voglio rovinarvi tutta la storia.
ma sappiate che se andate a vederlo, dovrete sforzarvi più volte di trattenere le lacrime.


la storia della ragazzina che scopre il racconto di aviatore e del piccolo principe è un po' la storia di tutti - per questo forse la piccola non ha un nome, per rendere il suo personaggio ancora più simbolico. è una bimba come tante, con tutte le sue paure, che commette errori e che magari non sa sempre scegliere la strada giusta, ed è facilissimo immedesimarsi in lei.
la ragazzina si porta sulle spalle tutta la paura e l'insicurezza che accompagna il passaggio dall'infanzia all'età adulta, il senso di amarezza che solo l'assurda vita degli adulti riesce a trasmetterci, con tutti i suoi rigidi schemi senza senso.
ma il messaggio del film in fondo è lo stesso del libro: il punto non è non diventare grandi, ma ricordarsi di essere stati bambini e continuare a vivere più che si può come allora.


visivamente il film è davvero molto bello, e adotta una geniale scelta stilistica: quella di differenziare le animazioni che riguardano la storia della ragazzina da quelle che raccontano la trama del libro.
lo stile delle prime ricorda molti degli ultimi film in computer grafica (in particolar modo alcuni personaggi grigi mi facevano venire in mente ratatouille, poi il bollalmanacco ha confermato questa impressione - ciao bolla!), mentre per le scene tratte dal romanzo si è scelto di usare la tecnica dello stop motion, creando ambientazioni che sembrano letteralmente uscite dal libro - infatti quasi tutto sembra fatto di carta - e che riproducono abbastanza fedelmente lo stile di disegno di exupéry.

il risultato è il migliore di quelli che ci potevano aspettare.
non solo non si è stravolto il significato originale del romanzo, non lo si è svilito in alcun modo né lo si è trasformato in un tripudio di melassa, ma la poetica del racconto, il suo non-detto, tutto è reso perfettamente e fedelmente. e altrettanto perfettamente è resa la sorpresa e il cambiamento interiore che una storia così può operare in chi si ritrova per la prima volta a leggerla.
è un film che non solo non ha pretesa di sostituirsi al libro da cui è tratto, ma che invita a leggerlo e a conoscerlo. e spero tanto che i bambini - al cinema io ne ho visti veramente pochi, tutti a vedere zalone o masha e orso a quanto pare - che vedranno il film possano scoprire questo racconto bellissimo. e magari farlo scoprire anche ai loro genitori, d'altro canto per certe storie non è mai troppo tardi.

vuoi sostenere claccalegge?

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un mio amico mi ha suggerito di dare un'occhiata a patreon, un sistema di crowfunding pensato per chi crea contenuti online. invece di creare una campagna con degli obiettivi fissi, su patreon si raccolgono fondi per la pubblicazione continuativa di contenuti, come, per esempio, funziona questo blog.
personalmente l'idea non mi dispiace: si può contribuire con poco e comunque sostenere quello che è un lavoro o comunque un impegno costante, un blog (o canale youtube o quello che vi pare), che vi piace seguire, da cui traete spunti, consigli, idee o che semplicemente vi fa passare qualche minuto di distrazione.
si può scegliere ovviamente di sostenere con diverse cifre, più che altro simboliche: quelle che avevo pensato io, e che trovate nel sondaggio qui accanto, sono due: un euro al mese, per dire ehi clacca, mi piace quello che fai! o fino a un massimo di cinque euro al mese (nel senso che se per un mese non dovessi pubblicare nulla, voi non pagate nulla, o se pubblicassi meno di cinque post, paghereste meno di cinque euro) per sostenermi e beccarvi un disegnino realizzato dalla sottoscritta (avevo pensato agli stampabili di citazioni tratte da libri che avevo iniziato a fare qualche tempo fa e che mi piacerebbe parecchio riprendere. sotto trovate una foto!)


manco a dirlo, gli eventuali fondi raccolti in questo modo servirebbero a finanziare l'acquisto di graphic novel che trovereste poi recensiti qui.
che ne direste? oltre a rispondere al sondaggio, lasciatemi anche un commento, per lasciarmi dei suggerimenti, dei consigli, per esprimere i vostri dubbi, insomma quello che vi va. prima di iniziare una cosa del genere voglio sapere cosa ne pensano i miei lettori! appena si chiuderà il sondaggio (c'è tempo per votare fino al 20 febbraio), e se ci saranno abbastanza risposte positive, imposterò al meglio la campagna!

shigatsu wa kimi no uso - your lie in april

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amanti delle storie tragiche a me!
sicuramente lo conoscevate già, ma ho finito da poco di vedere shigatsu wa kimi no uso - your lie in april, un anime devastante, e credo proprio di doverne parlare, perché questo coso mi ha turbato l'animo oltre ogni limite.
ah sì, mi è piaciuto tantissimo.

frame tratto dalla sigla

incentrato sul mondo della musica, your lie in april ha una trama apparentemente banale: fino a qualche anno prima, kousei arima era un piccolo genio del pianoforte, un bambino dotato di un talento incredibilmente raro e prezioso, ma da due anni ha smesso di suonare, strimpella solo per via di un lavoretto part time, ma nulla di serio.
un giorno, la sua amica tsubaki gli chiede di fare da "quarto" per un appuntamento: la sua amica kaori si è presa una cotta per watari, amico di kousei e di tsubaki fin dall'infanzia, e a lei non va proprio di fare da terzo incomodo.
un po' controvoglia, kousei accetta, e, arrivato in anticipo all'appuntamento, incontra kaori mentre sta suonando al parco insieme a dei bambini.
mentre kousei si commuove alla vista di una bella ragazza che suona una semplice canzoncina per bambini, kaori lo prende per un maniaco e non ci mette molto a svelare il suo vero carattere: per nulla carina, violenta e manesca!

il primo incontro tra kousei e kaori

ma kaori, oltre che una finta visione angelica, è una violinista e proprio quel giorno deve suonare per una competizione.
per kousei è abbastanza traumatico ritornare in una sala dove giovani musicisti si esibiscono e si sfidano, una di quelle sale che erano state tanto familiari a lui fino a pochi anni fa, ma a una forza della natura come kaori sembra impossibile dire di no...

nel corso della vicenda i rapporti tra i quattro si intrecciano sempre più stretti, tra sentimenti nascosti da tempo e quelli che nascono rapidamente.
il trauma di kousei, segnato profondamente da una madre malata e violenta e dalla sua perdita, l'affetto di tsubaki per kousei, amico d'infanzia e vicino di casa, praticamente la persona che più le è stata vicina per tutta la vita, e sopratutto l'energia e l'entusiasmo sfrenato di kaori: questi sono gli elementi base della vicenda, che stempera i momenti più pesanti (alcuni davvero terribili, difficili anche da vedere: il passato di kousei è così triste e doloroso che mi ha fatto davvero stare male. io spero che questa mancanza di sympathia - lo scrivo così perché lo intendo nel suo significato letterale - e di pietas, questa attitudine al giudizio facile, duro e severo, sia solo un espediente usato per rendere la storia più drammatica, che sia una roba che succede solo nei cartoni, come i campi di calcio infiniti di holly e benji, e che i giapponesi non siano davvero così) con scenette comiche e qualche momento di divertimento.

watari e la gioia di trovare un messaggino sul cellulare!
kaori e la sua travolgente energia e passione per la musica, convinceranno kousei a tornare a suonare e a partecipare alle gare, riuscendo pian piano a superare le sue paure e riscoprendo l'amore per il pianoforte. tornato nel mondo delle competizioni musicali, kousei incontrerà due personaggi che fanno parte del suo passato: aiza takeshi e emi igawa, due giovani pianisti coetanei di kousei, che hanno iniziato da bambini a suonare il pianoforte proprio dopo aver ascoltato lui (anche se kousei non se ne ricorda affatto).
avevo temuto all'inizio che fossero i tipici personaggi il cui ruolo è quello di mettere i bastoni tra le ruote al protagonista senza avere nessuno spessore psicologico di sorta, invece non solo son ben caratterizzati, ma è dedicato loro abbastanza tempo da mostrare cosa li ha spinti a suonare e come sono giunti a quel momento, e sopratutto, cosa li lega a kousei.
insomma, come per i quattro personaggi principali, nulla è lasciato al caso e nessun personaggio rimane solo una macchietta.

il ritorno di kousei sul palco insieme a kaori

importantissimi e numerosissimi sono i flashback, i momenti vissuti da kousei, tsubaki e watari da piccoli (e bisogna ammetterlo, sono assolutamente adorabili da piccini!): grazie a queste scene comprendiamo meglio i personaggi, la loro storia e i rapporti tra loro, ed è secondo me questo che fa di your lie in april una storia così particolare e da quel quid che mi fa dire non potete perdervelo.
c'è un'ottima caratterizzazione psicologica e un curatissimo background che rende questo titolo qualcosa di più della solita storia d'amore, amicizia e sport/musica/passione-random tra studenti: è una storia di crescita, una storia che parla del superamento delle proprie paure, che racconta di come, forse proprio grazie a quello che più ci ha segnati, siamo diventati quello che siamo, senza permettere al peggio che si nasconde dentro di noi di venire a galla, ma anzi sapendo apprezzare al meglio i momenti più felici della nostra vita.

un ricordo dell'infanzia di kousei

eppure, dopo un momento iniziale in cui sembra che finalmente il peggio sia stato superato, l'atmosfera si fa subito malinconica e si intuisce presto che non ci sarà nessun happy ending. o almeno non quello che io avevo sperato...

meritevolissima l'animazione, molto curata, precisa e verosimile quando assistiamo alle performance musicali dei protagonisti (niente mani che si muovono a caso sulla tastiera), molto belli anche i disegni, per nulla arraffazzonati, anzi curati ed espressivi. ho trovato molto belle anche le scelte circa la regia/fotografia: inquadrature perfette e luce che interpreta al meglio la sensazione data da una determinata scena.
insomma, se non l'avete ancora visto recuperatelo!

ah, questo anime è tratto dal manga omonimo, completato con l'undicesimo volumetto e già edito in inglese e in francese (qui sotto le copertine del volume uno nelle due rispettive edizioni), nonché vincitore nel 2013 del kodansha manga award (categoria shounen).
la mia speranza è che prima o poi lo annuncino anche qui in italia!

commenti randomici a letture randomiche - parte XI

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randomicità massima anche per la roba che staziona sulla mia scrivania in attesa di un commento veloce veloce.
visto che si tratta di un bel po' di roba, ho deciso di dividere il post in due parti: ecco i primi titoli!

per prima cosa, volevo esprimere tutta la mia gioia per aver letto skywalker colpisce, la raccolta in cartonato dei primi sei volumi dedicati a star wars. ora io non sono mai stata un'appassionata di fumetto americano, non leggo marvel né dc e quelle poche volte che ho provato a capirne qualcosa mi sono incartata malissimo già solo a provare a capire in che ordine cercare qualche titolo leggibile a se. quando hanno cominciato a pubblicare gli spillatini di star wars ci avevo rinunciato, non riesco proprio a seguirli e a districarmi tra serie principale, miniserie e blabla. quindi questi cartonati che raccolgono gli episodi già pubblicati in spillato mi salvano la vita praticamente. la storia presentata in questo volume è ambientata esattamente dopo l'episodio IV: dopo aver distrutto la morte nera, luke, han e leia sono in missione per distruggere la più produttiva fabbrica di armi dell'impero.
non voglio spoilerare nulla, anche se è uscito ormai da un mesetto, perché penso che valga proprio la pena di leggerlo se siete fan della versione cinematografica: ci sono degli scontri interessanti, un buon approfondimento psicologico su luke, ancora insicuro sul suo passato e sul suo possibile futuro di jedi, e sopratutto rivelazioni... scottanti! su altri personaggi.
c'è sopratutto la risposta a una delle domande che mi ponevo da anni... come diamine faceva darth vader a sapere chi era il pilota che ha distrutto la morte nera?

a quanto ne ho capito io, da quel poco che ho trovato in giro, è che questi episodi sono stati commissionati alla marvel dalla disney, per ampliare l'universo canonico della serie. per cui, anche i prossimi volumi (a fine mese esce il primo cartonato dedicato a darth vader e io non vedo l'ora) avranno, per così dire, il compito di collegare i vari film tra loro e riempire gli intervalli tra un film e l'altro. a me questo progetto piace tantissimo, per quanto non ami particolarmente questa tipologia di fumetti (intendo dal punto di vista grafico).

cambiando completamente genere.
dei quattro nuovi albi editi da bd dedicati a my little pony (l'amicizia è magica vol. 3, le microavventure vol. 2, amici per sempre vol. 1 e l'amicizia è perfida vol. 1), sono riuscita ad acquistare al momento solo il secondo volume de le microavventure.
rispetto alla serie regolare (l'amicizia è magica) questo volumino mi ha un po' delusa. molto basso il livello dei disegni e a dirla tutta, anche quella delle storie, che si mantengono su un livello che potrei definire solo con il tristissimo termine medio. manca quell'ironia e quel non so che di surreale che caratterizzava le storie pubblicate ne i primi due volumi de l'amicizia è magica.
non che sia stata una brutta lettura, ma penso proprio che negli altri volumi avrei trovato di meglio.
spero di poterli recuperare al più presto...

sempre più a random, volevo spendere due paroline sul volume di io ti salverò, di yoko maki, pubblicato a novembre ma che io ho recuperato a inizio mese. praticamente lo trovo in tutte le edicole in cui mi trovo a passare, ragion per cui penso che non abbia venduto tantissimo...
storie brevi
e in effetti non è che si tratti esattamente di un albo imperdibile, eh, ma a me l'autrice non dispiace affatto (a proposito, non vedo l'ora che esca il secondo volume di romantica clock! ) e mi piacciono molto i volumi unici, per cui non potevo per nulla perdermelo.
quasi metà del volumetto è occupata dalla storia che da il titolo alla raccolta, io ti salverò, appunto, che racconta di hiro harusawa, detta la "giustiziera", una ragazza con troppo senso del dovere e nessun amico, e ryo hamasaki, praticamente il suo opposto... almeno in apparenza.
quando scopre che ryo è in realtà vittima di alcuni teppisti che gli estorcono soldi, hiro decide di prendere le sue difese... e ovviamente il buon e ingenuo ryo interpreta la cosa come un oh che bello siamo amici!
mentre tra i due inizia a crearsi un legame sempre più stretto, scopriamo il passato di hiro e il motivo per cui non ha più nessun amico.
inutile dire che la situazione cambierà e lo farà nel migliore dei modi!
candy girlè la storia del primo amore di yuki, un ragazzo di sedici anni per mimi, una sua compagna di classe dall'aspetto di una bambola. yuki scoprirà presto che in realtà mimi ha un brutto carattere, è egoista e viziata e per nulla dolce... ma è davvero così?
una storia breve che gioca tutto sugli equivoci, molto carina, mi sarebbe piaciuto se fosse stata un po' più lunga.
completamente diversa è la protagonista di clear note, la terza storia del volume: si chiama rumi, ama leggere, è timida e non ha amici. quando si ritrova a dover svolgere dei servizi scolastici con il suo compagno kazama, che è ovviamente il bello-e-pieno-di-amici di turno, le altre ragazze, ingelosite e cattive come solo nei migliori shoujo manga scolastici, iniziano a crearle un sacco di problemi. inutile che vi dica come va a finire, no?
l'ultima storia, green boy x blue girl, è sicuramente quella più acerba e anche quella che mi è piaciuta di meno: racconta di yu, una ragazza per nulla dolce, per non dire una grandissima infantile rompipalle, e takeru, il suo compagno di banco, che nonostante tutto riesce a sopportarla. beh, dopo una serie di battibecchi eccetera, ovviamente, finiranno insieme.
a parte l'ultima storia, davvero superflua, è un volumetto carino. per cui se siete appassionati del genere primi amori tra i banchi di scuola e vi capita sottomano dateci un'occhiata.

tornate tra qualche giorno per scoprire quali sono state le altre - randomicissime - letture degli ultimi tempi!

akagami no shirayuki hime

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non guardavo anime da millenni.
e poi negli ultimi tempi ho finito due serie, questa e your lie in april. praticamente è un miracolo!
l'anime di akagami no shirayuki hime mi è piaciuto tantissimo, mi ci voleva proprio una storia come questa, ma sopratutto dei personaggi come questi!


shirayuki è una giovane erborista, vive nella città di tanbarun, è benvoluta dai suoi concittadini e clienti, che lei sa sempre come aiutare. tutto continuerebbe ad andare così nella sua vita, tra preparazioni di medicinali e le chiacchiere con il vicinato, se un bel giorno il principe di tanbarun non decidesse di volere lei come sua concubina.
perché shirayuki ha dei capelli di un colore praticamente unico, rossi come le mele. questo la rende il giocattolo desiderato del momento dal capriccioso ed egoista principe di tanbarun. e come si fa a dire no a un principe, quando se solo una giovane erborista senza nemmeno una famiglia?
semplicissimo. scappi, lasciandogli per ricordo i tuoi capelli tagliati alla bell'e meglio sulla finestra del tuo laboratorio ormai deserto.

shirayuki scappa, non sa dove andare, ma cerca di allontanarsi il più possibile. e nella sua fuga incontra un ragazzo bellissimo, che poco ci mette a rivelarsi zen, secondo principe di clarines, regno confinante con tanbarun. sopravissuti a un tentativo di avvelenamento da parte del principe di tanbarun, zen si fa raccontare per filo e per segno quanto successo da shirayuki, mette in chiaro con il principe che da quel momento in poi shirayuki è sotto la sua protezione, e la invita a clarines, dove potrà continuare a svolgere il suo ruolo di erborista.
qui shirayuki non ha più da temere nulla dal suo passato, e ben presto riesce a diventare erborista di corte, oltre che amica di zen e di molti altri al castello.

nonostante il suo rapporto con il secondo principe di clarines, shirayuki è una che vuole farcela con le sue forze, che non cerca raccomandazioni e che affronta i suoi problemi a testa alta e senza chiedere aiuto a nessuno, non per stupido orgoglio, ma per un fortissimo senso di autostima. zen la aiutata a poter realizzare il suo sogno e il suo futuro, lei adesso vuole diventare il tipo di persona in grado di poterlo sostenere e aiutare. shirayuki è una ragazza forte e determinata, ma anche dolce e generosa, mentre zen incarna perfettamente l'ideale di principe senza macchia, bello, coraggioso, giusto, onesto. sa tenere dentro di sé quello che più lo preoccupa o lo fa stare male, sa soffrire in silenzio per rimanere sempre, agli occhi degli altri, una guida sicura e responsabile per il suo popolo.
entrambi hanno un'enorme forza d'animo, lealtà, coraggio, senso di giustizia e la vicinanza tra loro crea come una sorta di risonanza, un'eco continua che rafforza la loro natura e li spinge a crescere seguendo il meglio di quello che sono. praticamente sono la coppia perfetta, assolutamente adorabili, anche se in questa prima serie mi hanno fatta penare parecchio per un momento di fangirleggiamento sfrenato!

vedere questa serie mi ha fatto aumentare la voglia di leggere il manga. la vicenda, a proposito della sua pubblicazione italiana, penso la conosciate tutti: annunciato tre anni fa da j-pop, se ne sono completamente perse le tracce, fino a che quest'anno, a lucca c&g, j-pop stessa ha detto, a quanto pare in forma non ufficiale, di non detenere più i diritti, e che quindi il manga verrà pubblicato da un'altra casa editrice.
io, personalmente, visti i precedenti di j-pop - tra serie interrotte, titoli latitanti, prezzi alti e distribuzione quasi esclusivamente in fumetteria - sono felicissima, spero proprio che la casa editrice che lo pubblicherà sia planet manga... non ci resta che aspettare! e tra poco esce anche la seconda serie dell'anime!

kamisama kiss - parte I

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avevo snobbato un po' questo manga, poi, grazie a una chiacchierata con mel-chan, ho capito il terribile errore che avevo fatto e ho cercato di rimediare.
ho trovato la serie prenotabile in un mercatino dell'usato, ma considerando che mancano all'incirca 10 numeri alla conclusione, e che un numero esce ogni due mesi, avrei dovuto aspettare quasi due anni per leggerlo. quindi ho preso per il momento i numeri usciti fino ad ora, poi prenderò gli altri, anche se non penso resisterò fino a all'uscita dell'ultimo numero! ma lasciamo perdere tutto questo, passiamo alle cose serie!
grazie mel mi sono sciroppata i primi quattordici volumi di kamisama kiss in un soffio e mi hanno completamente conquistata, senza riserva alcuna.


protagonista della vicenda è nanami, una liceale come tante con la sfortuna di avere il più irresponsabile e idiota dei padri: nell'arco di poche vignette si ritrova sola, senza soldi e senza neppure una casa. mentre vaga per strada, la sua prima sera da senza tetto, incontra un tizio tanto gentile quanto strano, spaventato da un cagnolino che nanami manda subito via. dopo una chiacchierata, nella quale scopriamo che lui ha abbandonato da vent'anni la sua casa, l'uomo da a nanami un bacio sulla fronte e una mappa della sua abitazione: se dirà di essere mandata da mikage le persone che vivono lì la accoglieranno senza riserve.
e così succede, infatti.
anche se ad essere più precisi, la casa di mikage non è una casa, ma un tempio shintoista, e gli abitanti non sono esseri umani, ma due spiritelli dei fuochi fatui e un servitore divino, tomoe, che è una volpe, e non è affatto contento del fatto che nanami sia diventata la nuova divinità.
già, perché il bacio di mikage l'ha resa la nuova divinità, e adesso toccherà a lei prendersi cura del santuario, dei suoi abitanti e dei suoi fedeli...
*attenzione, probabili spoiler*
la trama di kamisama kiss si sviluppa abbastanza lentamente, procedendo per episodi in cui compaiono un sacco di personaggi secondari tutti molto interessanti. nonostante questo tipo di struttura, non ci sono momenti noiosi, e la lentezza di cui sopra è ripagata da una certa costanza: poco per volta, piano piano, ma il rapporto tra nanami e tomoe cambia eccome!
la loro antipatia iniziale si trasforma gradatamente in amore, dapprima da parte di nanami. tomoe invece si dice contrario all'amore tra un umano e un mostro, sa bene che i primi vivono molto meno dei secondi, e che l'amore per le creature non umane è realmente eterno: per un mostro amare un umano vuol dire scegliere un'eternità di solitudine e dolore.
ma fingere è inutile: per quanto faccia lo scemo, in realtà è cotto anche lui a puntino! anche se nanami non è la prima umana di cui si innamora, sappiamo che c'è stata un'altra donna nel suo passato, un amore che lo ha reso vittima di una maledizione che nanami sta cercando di spezzare e forse potrebbe scoprire qualcosa di fondamentale sul legame tra lei e tomoe e...
niente, bisogna aspettare il quindicesimo volume per scoprirlo! e io mi sono invischiata in questo casino della prenotazione! perché l'ho fatto? perché???


kamisama kissè per quello che mi riguarda uno di quei titoli che metterei nella categoria shoujo manga come mi piacciono tanto. in pochi titoli esiste un equilibrio così riuscito tra comicità e momenti drammatici, tra romanticismo e azione. e fangirlismo come se non ci fosse un domani. in pochi titoli i personaggi sono così reali, nonostante si parli di mostri e divinità, così ben caratterizzati e con una crescita psicologica così plausibile.
altro punto a suo favore sono i personaggi secondari: mi piacciono parecchio, sono ben caratterizzati anche loro e le loro storie non sono semplici filler tanto per allungare il brodo, anzi!
*gli spoiler continuano anche qui*
nanamiè una ragazza forte, nonostante abbia vissuto un'infanzia abbastanza pesante, con una madre morta quando era piccola e un padre che si riempiva di debiti per gioco. quando si ritrova senza più nulla, neanche un posto dove vivere, non si lascia comunque abbattere. e anche davanti al suo nuovo status di divinità non si perde d'animo, da il meglio di sé in ogni cosa che fa.
a volte forse è troppo ingenua, ma sicuramente riesce a provare sentimenti puri e sinceri.
il suo amore per tomoe è davvero incondizionato, non solo perché lui a volte (quasi sempre) è da prendere a schiaffi, ma anche perché è davvero disposta a tutto (e lo si vede proprio nel quattordicesimo volume) per lui, anche a perderlo pur di salvarlo.
io credo che abbia un legame con yukiji, la donna amata un tempo da tomoe. nel corpo di nanami infatti si trovava l'occhio del re dei draghi che, nel passato, ha salvato la vita a yukiji.
e anche nella parte finale del quattordicesimo volume, sembra esserci qualcosa di molto importante che collega le due donne maledizioneee!
tomoe, ora servitore divino del tempio di mikage, era in passato un mostro volpe decisamente violento, ma dopo essersi innamorato di una donna mortale ed essere stato colpito da una maledizione, incontra mikage, che lo purifica e sigilla i suoi ricordi.
è un donnaiolo e anche un po' alcolizzato, inizialmente protegge nanami per senso del dovere, ma un po' alla volta i suoi sentimenti per lei si fanno più forti, per quanto abbia paura di ammetterlo.
i suoi modi bruschi si fanno perdonare nei - rarissimi e fulminei - momenti in cui si dimostra capace di far sciogliere i nostri cuoricini come burro al sole.
sono curiosissima di conoscere meglio il suo passato, e sopratutto il suo rapporto con yukiji.
il rapporto tomoe-yukiji-nanami mi ricorda tantissimo il trio inuyasha-kikyo-kagome, staremo a vedere come si evolve la storia... so che non sono la prima ad aver notato la somiglianza tra le due coppie (che è proprio palese), però tomoe e nanami mi ripagano per la frustrazione di tutte le scene romantiche che avrei voluto leggere in inuyasha e che la takahashi ci ha sempre negato. sigh.

insomma è consigliatissimissimo! (e per chi fosse spaventato all'idea di una serie infinita, dovrebbe concludersi al volume 24/25. non ci sono scuse.)

isshukan friends

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ve lo ricordate che all'ultimo lucca comics planet manga ha annunciato un manghino carino carino che si chiama one week friends?
bene. io me l'ero scordato. e ne avevo pure accennato qui. bella testa, eh?
comunque, mi è capitata questa serie sotto gli occhi e mentre leggevo la trama, una vocina nella mia testa mi diceva ehi, ma questa storia non ti ricorda qualcosa?
insomma, dopo qualche momento (lunghi minuti in realtà) di imbarazzante nulla, ho fatto il collegamento.
isshukan friends e one week friends sono la stessa cosa, quindi ho visto l'anime tratto dal manga di matcha hazuki, che da noi uscirà a partire da aprile.
ora, avevo messo il titolo sotto l'etichetta forse, ma dopo aver visto l'anime lo promuovo a ovvio che sì!, e vi consiglio caldamente di recuperarlo, anime o manga o entrambi, perché la storia è di una tenerezza disarmante.
e un sacco di altre belle cose che ora pian piano ci arriviamo.


incuriosito dall'atteggiamento freddo e distaccato della sua compagna di classe kaori fujimiya, yuuki haze decide di diventare suo amico. semplicemente chiedendoglielo. la reazione di lei però lo lascia spiazzato: in lacrime lei dice mi piacerebbe, ma non posso. che vuol dire? se le farebbe piacere, perché no?
yuuki non è un ragazzo che di certo molla per così poco, e anche se un po' sconfortato dalla risposta, cerca in tutti i modi di attaccare bottone con la ragazza, giorno dopo giorno, finché lei non gli spiega il motivo per cui evita a tutti i costi di avere degli amici.
puntualmente ogni lunedì, tutti i ricordi legati alle persone che considera sue amiche svaniscono nel nulla.
l'obbiettivo di yuuki adesso è ancora più importante: non solo diventerà amico di kaori, ma riuscirà a risolvere il problema della ragazza e le permetterà di legare con gli altri compagni, rendendo la sua vita meno solitaria e più felice.


isshukan friendsè il perfetto slice of life di ambientazione scolastica: tra pranzi sul tetto, chiacchiere, appuntamenti in giro per la città e nuove amicizie con altri personaggi (saki e shogo, io li adoro!), racconta la vita normale di due ragazzi qualsiasi, e in tutto questo la strana condizione di kaori serve solo da pretesto per sottolineare l'importanza di quei momenti ai quali spesso non prestiamo neanche attenzione, dandoli per scontati, per troppo quotidiani.
ovviamente, protagonisti della vicenda sono i sentimenti dei ragazzi, il loro conoscersi poco alla volta, l'affetto che cresce pian piano e con naturalezza.

tutto in isshukan friends trasuda dolcezza, dai disegni all'ingenuità dei personaggi. non fai in tempo a intenerirti per qualcosa e già un'altra scena ti ha fatto sorridere, senza scivolare in melensaggini, senza mai annoiare: io ho fatto fuori tutti gli episodi in un solo giorno!
e ci si affeziona subito a questi ragazzini che sono l'apoteosi della pucciosità, con le loro guanciotte sempre rosse e l'anima candida.
e poi mi è piaciuto molto che il rapporto tra yuuki e kaori si sviluppi come amicizia e non come primo amore, anche se ci metterete tipo cinque minuti a capire che lui è cotto (no, dai, non vale come spoiler!), da un certo punto di vista è una novità rispetto alle classiche commedie scolastiche (oh beh, è classificato come seinen, non è uno shoujo, quindi non c'è da stupirsi tantissimo) e poi rende tutto più leggero, nonostante si affronti una tematica difficile come quella dell'amnesia.

come dicevo è un seinen, e si capisce chiaramente che nonostante lo stile caramelloso e l'età dei protagonisti, lo scopo di questa storia è far immalinconire noi che c'abbiamo il doppio dell'età (e magari di più) dei protagonisti, di farci sospirare pensando ai bei tempi andati, quando si era piccoli e bastava pochissimo per farci sorridere, arrossire e sospirare per giorni e giorni...

sono curiosa di leggere il manga, se l'atmosfera è la stessa dell'anime so che me ne innamorerò dopo poche pagine.

ohana holoholo 1

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ebbene sì, voi potete anche non crederci, ma esiste il primo volumetto di ohana holoholo. ed è anche bellissimo! mi è arrivato pochi giorni fa, e la prima cosa che ho potuto costatare è che renbook ha fatto veramente un buon lavoro come editore: grafica di copertina carina, bella carta, bel formato, prezzo che ci sta tutto.

ma ovviamente non è questo il motivo per cui vi consiglio di leggere ohana holoholo (sì, consigliatissimo), ma perché altrimenti vi perdereste un bel racconto, una storia dove amore significa tante cose e dove gli affetti si declinano in tanti modi: in questo periodo, in cui tanti idioti si scannano per limitare le libertà degli altri, in cui tutti sembrano avere la vera e sola conoscenza di cosa voglia dire famiglia, ohana holoholo ci mostra un nuovo significato della parola famiglia, uno di quelli che molti non conoscono, ma che non per questo vale di meno: una famiglia che non è tale in quanto corretta secondo la definizione che le istituzioni ne danno, ma una famiglia che si fa famiglia nei legami e nell'affetto, nell'amore, nell'amicizia, nel sostegno reciproco, nella gioia di stare insieme.
cos'altro dovrebbe essere famiglia?


cinque anni prima dell'inizio di questa storia, michiru era sparita dalla vita di maya.
quando si rivedono, michiru è diventata mamma di yuta, un bimbo adorabile. le due decidono di tornare a vivere insieme, ma questa volta solo come coinquiline, anche se adesso non sono più sole: nella loro vita c'è ovviamente il piccolo yuta, e nico, il loro vicino di casa, attaccatissimo al figlio di michiru.
oltre a presentarci i personaggi e la loro attuale situazione, in questo primo volumetto si delineano bene le relazioni tra i personaggi: l'ex coppia michiru-maya, che ora vivono insieme da solo amiche, lascia intendere che la situazione tra le due è destinata a cambiare, e che prima o poi l'equilibrio attualmente raggiunto andrà a rompersi, mentre nico, che all'inizio mi faceva un po' paura con quel suo attaccamento esagerato a yuta, svela un importantissimo segreto, che me l'ha completamente fatto rivalutare (non ci dico niente, non voglio fare spoiler!).
insomma, tra le scenette di vita quotidiana, ci sono sparsi i semi per un intreccio che potrebbe svilupparsi in mille modi.
esattamente come succede nella vita reale, in fondo.

ohana holoholo ha questo di incredibilmente bello: nessuna situazione poco plausibile, nessuna forzatura. quello che succede è quello che potrebbe succedere a chiunque.
i rapporti tra i personaggi, i loro sentimenti, le loro paure, tutto è reso con la massima naturalezza, senza patetismi né esagerazioni. per cui già a metà volumetto vi ritrovate a voler bene a tutti.
e ovviamente a voler continuare a leggere la storia!
spero proprio che i prossimi volumi arrivino presto!

full moon - canto d'amore

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cose strane che mi sono successe: una decina d'anni fa, quando ero da poco entrata nel magico mondo degli shoujo manga, ero innamoratissima dei disegni di arina tanemura. ricordo che lessi buona parte di kamikaze kaitou jeanne in scan (ovviamente prima che planet acquistasse i diritti) e che addirittura tradussi qualche capitolo dal francese per non ricordo quale sito di scansioni.
ero sicura che avrei acquistato qualsiasi opera edita in italia di questa autrice.
purtroppo, la pubblicazione delle sue opere, coincise con il periodo in cui praticamente non leggevo quasi per nulla fumetti, per cui mi persi quasi tutto jeanne (ho solo tre volumetti) e full moon. per non parlare degli altri titoli, dei quali non so praticamente nulla, perché non seguivo quasi per nulla le pubblicazioni in italia, leggevo pochissimo e per qualche motivo, snobbai completamente i lavori di quella che all'epoca era stata una delle mie disegnatrici preferite (ho ancora l'artbook di full moon, che mi piace tantissimo!).
ho rimpianto tantissimo questa scelta, tant'è che qualche mese fa mi sono messa in testa di cercare di recuperare qualcosa tra l'usato, e sono riuscita a trovare finalmente full moon - canto d'amore.

i disegni di questa serie sono fantastici, forse quelli che in assoluto preferisco di tutta la produzione della tanemura: elegantissimi, raffinati, pienissimi di dettagli. so benissimo che quello che più le viene criticato sono gli occhioni enormi e un po' spigolosi, ma a me piacciono parecchio, sono molto espressivi e sticazzi che sono anatomicamente impossibili, non è un trattato scientifico.


*attenzione agli spoiler* (è un manga vecchissimo, ma io vi avviso lo stesso)
protagonista della storia è mitsuki, una ragazzina di dodici anni che vive con la nonna. non ha genitori da quando era piccolina, ed ha passato i primi anni in un istituto dove ha conosciuto eichi, il suo grande amore. a distanza di anni da quando si sono separati, perché eichi è stato adottato ed è andato in america con i suoi genitori, mitsuki lo ama ancora, e sogna di diventare una cantante famosa così da poter mantenere fede alla promessa scambiata con eichi: si sarebbero incontrati una volta cresciuti ed entrambi avrebbero realizzato i loro desideri, avrebbero raggiunto i loro obiettivi da piccoli.
mitsuki poi ha un'altra cosa importatissima da dire a eichi quando riuscirà a incontrarlo di nuovo: quando lui l'ha salutata prima di partire, le ha confessato i suoi sentimenti, ma lei non è riuscita a trovare il coraggio di rispondere.
il sogno di mitsuki è però ostacolato sia dalla nonna, che odia la musica e non sopporta affatto che la nipote voglia intraprendere la carriera di cantante, sia dalla malattia alla gola che piano piano sta uccidendo la ragazza. ovviamente, potrebbe salvarsi se si operasse, ma perderebbe le corde vocali, e mitsuki non accetta l'intervento.
mitsuki quindi decide di lasciarsi morire ma di poter cantare fino all'ultimo. e poiché sta per morire, adesso è in grado di vedere i messaggeri di morte, takuto e meroko, i quali sono incaricati di prendere la sua anima. conosciuta però la storia di mitsuki, che ha un anno di tempo prima di morire, decidono di aiutarla a realizzare il suo sogno, dandole la possibilità di trasformarsi in una ragazza più grande, trasformata mitsuki ha sedici anni, e sopratutto sana.
dopo quest'inizio un po'majokko style, con tanto di versione animaletti pucciosini dei due messaggeri, la storia inizia a svelare una trama più cupa: takuto, meroko e izumi - un altro loro collega che compare dopo poco - sono diventati messaggeri di morte perché si sono suicidati; hanno dimenticato la loro vita passata e qualora dovessero riacquistare i loro ricordi, diverrebbero fantasmi. ma ovviamente nel corso della storia scopriremo il loro tragico passato - quello di izumi è davvero spaventoso - che rende più chiaro il loro rapporto con mitsuki.
nel frattempo si chiarisce anche la complessa relazione tra mitsuki e eichi: perché lei non gli ha mai confessato i suoi sentimenti da quando è partito? perché aspetta di incontrarlo? perché non gli ha mai scritto o telefonato?
presto detto: perché lui è morto proprio nel viaggio che doveva portarlo in america. ecco perché mitsuki non ha paura di morire, ecco perché non può far altro che aspettare di incontrarlo.
nel frattempo, takuto si affeziona sempre più a mitsuki, che a dispetto dell'apparente superficialità del suo sogno, nasconde un grande dolore nel suo animo, tanta paura, solitudine e sofferenza.
il legame tra i due cresce tantissimo, fino a che takuto dichiara di essere innamorato di lei. nel frattempo full moon - ovvero la versione sedicenne di mitsuki - ottiene un grandissimo successo, riuscendo finalmente a realizzare il suo sogno.
alla fine tutto sembra perduto: mitsuki ha rifiutato takuto, ancora per amore di eichi, takuto ha
recuperato i suoi ricordi ed è sparito, il segreto di mitsuki è stato (in parte) scoperto, si è riappacificata con la nonna e ha deciso - dopo aver tanto riflettuto sulla vita, sulla morte e sull'amore - di acconsentire all'operazione.
facciamo poi un salto avanti di tre anni: mitsuki ha brillantemente superato l'operazione, dopo che la malattia era regredita proprio grazie alla trasformazione in full moon, e ha di nuovo debuttato come cantante, questa volta con il suo aspetto. riesce ancora a vedere però i messaggeri, grazie alla presenza costante di eichi che funziona come una sorta di lente.
proprio a un suo concerto ritorna takuto. non è risorto, semplicemente non era mai morto, ma era rimasto in coma diversi anni dopo il suo tentato suicidio. grazie a lui, mitsuki ha capito che per quanto forti possano essere i suoi sentimenti per eichi, deve andare avanti, vivere la sua vita e darsi la possibilità di amare di nuovo.

quello che potrebbe sembrare un manga "stupido" sul mondo degli idol, si è rivelato un racconto molto complesso (io ho sintetizzato al massimo tralasciando le storie dei personaggi secondari), capace di far riflettere su tematiche per nulla infantili o scontate: l'amore, la vita, la morte.
francamente mi ha sorpresa parecchio. avevo deciso di recuperarlo più per nostalgia che per altro, ricordavo solo i primi capitoli (che sono quelli più leggeri) e quindi pensavo di trovarmi davanti a una lettura leggera, tanto per passare un po' di tempo.
invece il vero punto centrale della storia non si esaurisce di certo nella realizzazione del sogno di diventare idol, ma tutto ruota attorno all'amore, a quanto possa essere difficile vivere senza avere neppure la speranza di poter rivedere anche solo per pochi istanti la persona che si ama, a quanto siano importanti gli altri e il loro affetto per farci capire quanto sia importante la possibilità che abbiamo di vivere e di amare, nonostante le difficoltà e le sofferenze.
anche se l'edizione di planet è veramente bruttina (il font utilizzato per il titolo ricorda molto le dediche che tutti ci facevamo sui diari alle medie negli anni novanta) e ormai fuori catalogo, qualora ve lo foste perso io vi consiglierei di dare un'occhiata tra l'usato e provare a recuperarlo.
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